Conti correnti gonfi e credito a rilento in Abruzzo Studio Cna fotografa situazione dell'ultimo anno

04 Febbraio 2021   09:02  

Libretti e conti correnti gonfi, ma il credito alle imprese va a rilento. Questo il doppio volto che fotografa la realtà del credito in Abruzzo, secondo un'indagine realizzata per la Cna Abruzzo da Aldo Ronci, che ha analizzato i volumi nel terzo trimestre 2020.

Nel periodo preso in considerazione, ‪tra il 30 settembre 2019 e il 30 settembre‬ 2020, sono stati erogati complessivamente al sistema delle imprese abruzzesi, in grave crisi di liquidità, 10 miliardi e 968 milioni di euro, 2 miliardi e 647 milioni dei quali andati a piccole imprese. Di questa massa, però, un miliardo 385 milioni è stato erogato attraverso i provvedimenti varati dal governo con il "Cura Italia" e "Liquidità", con una garanzia che arriva anche al 100% per i prestiti fino a 30mila euro: non poco, se non fosse per il fatto che proprio i finanziamenti garantiti dallo Stato hanno finito per compensare il decremento rispetto al periodo precedente di quelli ordinariamente erogati. Le banche hanno finito per usare la garanzia statale non per accrescere la massa di credito complessivamente concessa alle imprese, ma per sostituirla. Lo studio ha poi evidenziato il gap tra l'Abruzzo e il resto d'Italia quanto a finanziamento medio concesso per impresa, fermo al 59% della media media nazionale: 86.443 euro contro 147.482. Poi il rovescio della medaglia per quel che concerne i depositi su conti correnti e libretti postali. Perché, spiega ancora la ricerca, i dati dicono che il tasso abruzzese di incremento è stato ben superiore a quello italiano: 8,17% in più, contro una media Italia del 6,64%».

    In un periodo in cui c'è stato anche il lockdown, su libretti e conti correnti sono arrivati 29 miliardi 343 milioni, contro i 27 miliardi 126 milioni di euro dello stesso periodo del 2019, quando non c'era la pandemia. Cifre che confermano la natura di un sistema bancario, in Abruzzo, assai vigile sul fronte della raccolta, ma molto molto meno sensibile su quello degli impieghi, considerando che i prestiti hanno avuto un incremento di appena l'1%, contro un 4,4% di media nazionale. 


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