Convivenza impossibile tra la Costituzione e i Trattati Europei

20 Dicembre 2013   12:34  

I vincoli esterni e quanto i rapporti con l'Ue hanno danneggiato l'economia italiana. Questa la tesi ampiamente illustrata, ieri presso l'Auditorium Petruzzi del Museo delle Genti d'Abruzzo, in una gremita sala, alla presenza di amministratori comunali e consiglieri regionali, nell'ambito del convegno organizzato dal consigliere regionale Carlo Costantini.

Relatori dell'incontro Luciano Barra Caracciolo, Presidente di Sezione del Consiglio di Stato ed autore del libro "Euro e (o?) democrazia costituzionale",Antonio Maria Rinaldi, docente dell'Università D'Annunzio e Gennaro Varone Sostituto Procuratore della Repubblica.

«E' un dato di fatto che gli impegni finanziari presi con l'Unione Europea – ha dichiarato il consigliere regionale , introducendo i lavori – hanno messo a dura prova la nostra economia. Il governo Monti, ad esempio, il governo “virtuoso” per eccellenza, è anche quello che ha aumentato il debito pubblico di 148 miliardi di euro. Ulteriore limite di questa fase è stata una vera compressione della democrazia. I cittadini non sono stati informati a dovere e, quindi privati della possibilità di incidere sulle scelte. Il mio interesse verso questo argomento è l'interesse che chiunque abbia a cuore questo Paese dovrebbe avere».

«Uno Stato che non batte moneta non ha più sovranità popolare, non può più rispondere ai diritti dei cittadini, com'è sancito dalla Costituzione – ha proseguito Gennaro Varone nel corso del suo intervento-. L'euro è stato introdotto per garantire una stabilità dei prezzi. Ma a chi interessa la stabilità dei prezzi? – si domanda il sostituto procuratore – non di certo a disoccupati o a chi ha un basso reddito. Il pareggio di bilancio è una sciagura e non è il debito pubblico ad affossare la nostra economia. Come si spiega che in Giappone è del 300%, eppure lì non se la passano così male, mentre noi che l'abbiamo al 130% siamo malridotti?».

La parola è poi passata al prof. Rinaldi, docente dell'Università D'Annunzio e spesso protagonista sulle reti televisive nazionali nelle trasmissioni di approfondimento dei temi politico/economici del paese, che ha affermato: «La nostra Costituzione dice che siamo una Repubblica fondata sul lavoro e non sul pareggio di bilancio. Dobbiamo riprenderci la democrazia, e inutile se andiamo a votare se poi siamo condannati ad essere una colonia del nord».

L'incontro si è concluso con la presentazione del libro "Euro e (o?) democrazia costituzionale", in cui Luciano Barra Caracciolo affronta in modo divulgativo la complessa vicenda storica del vincolo esterno, culminata nell'adesione italiana all'euro. Muovendo dall'individuazione della tipologia di capitalismo, accolta in Costituzione, tutt'ora un modello programmatico vincolante per le istituzioni democratiche, cerca di spiegare le ragioni storiche e gli strumenti giuridici ed economici che sottostanno alla scelta della moneta unica, evidenziando le contraddizioni che sono alla base dell'attuale crisi.


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