Coronavirus, in Europa aumentano i contagi ed i Paesi si blindano

15 Marzo 2020   08:43  

La cartina dell'Europa è una schiera di cerchi rossi che si allargano sempre di più giorno dopo giorno. Si impennano i numeri dei contagi da coronavirus e i Paesi del Vecchio Continente si ripiegano sempre più su sé stessi. Barricati per difendere i loro cittadini e i sistemi sanitari messi sotto stress per l'emergenza generata dalla pandemia.

In Germania i casi sono saliti quasi a quota 4.200. 

In Francia, dove si sono superati i 4.500 contagi e sono 91 i decessi, il premier Edouard Philippe ha annunciato la chiusura di tutti i luoghi pubblici "non indispensabili", dai negozi ai ristoranti, ai luoghi di culto.

E mentre sembra a rischio pure lo svolgimento del Festival di Cannes, la pandemia non è riuscita a fermare l'ennesima protesta dei gilet gialli. Intanto si registra un secondo caso di positività al virus nel governo di Parigi: si tratta della sottosegretaria Brune Poirson.

Contagi anche in Svizzera dove si registrano (1.350 malati) con il Canton Ticino che ha serrato bar, ristoranti ed esercizi commerciali.

In Gran Bretagna si contano 1.140 contagi e sono anche raddoppiati in un giorno i morti, saliti da 11 a 21. I numeri alla fine potrebbero costringere il governo britannico a rivedere l'approccio flemmatico tenuto finora dal premier Boris Johnson.
Secondo i media del Regno, la prossima settimana potrebbe essere varata una legge di emergenza con il divieto di raduni di grandi dimensioni. Una misura che rischierebbe di impattare anche sul torneo di tennis di Wimbledon e sul festival musicale di Glastonbury, entrambi in programma a giugno.

Anche nei Paesi del nord, dalla Danimarca alla Norvegia, dalla Svezia all'Olanda, si viaggia spediti verso i mille casi. Altri Paesi continuano ad adottare via via nuove restrizioni.

La Russia ha deciso che da lunedì ridurrà i voli con l'Unione europea e da domenica chiuderà agli stranieri i suoi confini di terra con Norvegia e Polonia. Quello con la Cina era già stato sigillato all'inizio dell'epidemia, una scelta che avrebbe avuto l'effetto di limitare il numero dei contagi nel Paese, appena 47 secondo le autorità russe.

La stessa Norvegia ha a sua volta deciso di chiudere i propri porti e aeroporti.

La Grecia ha annunciato di aver bloccato tutti i voli per l'Italia.

La Lituania ha ripristinato i controlli alla frontiera con Polonia e Lettonia. Oltre ai confini che risorgono all'interno dell'Europa è però il Vecchio Continente nel suo complesso ad essere visto sempre di più come l'untore dal resto del mondo.

Washington ha allargato anche a Regno Unito e Irlanda la restrizione dei viaggi verso gli Stati Uniti. E il governo marocchino si è aggiunto alla lista di ha chiuso le frontiere per evitare l'ingresso di stranieri.

Mentre nel mondo i contagi hanno superato i 150 mila casi e i decessi sono oltre 5.600, i blocchi, in Europa e altrove, hanno anche una ripercussione su migliaia di italiani che vorrebbero rientrare in Italia e si ritrovano invece prigionieri all'estero.

Per loro è arrivata una nuova rassicurazione della Farnesina. Si lavora per far rientrare tutti, anche con navi e pullman. "Sto parlando con i miei colleghi ministri degli Esteri - ha promesso il ministro degli Esteri Di Maio - per assicurare che ogni singolo caso venga risolto".


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