Corruzione ed emergenze annnientano le ditte oneste

L'allarme dell'Autority sugli appalti

22 Giugno 2010   14:44  


"Il mancato rispetto delle regole e la presenza radicata e diffusa della corruzione è causa di una profonda e sleale alterazione delle condizioni concorrenziali che può contribuire ad annientare le imprese oneste, costringendole ad uscire dal mercato".

E' l'allarme lanciato dal presidente dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici, Luigi Giampaolino, che nella relazione annuale al Parlamento, sul 2009, ha rilevato "l'insorgere, all'interno della pubblica amministrazione, di gravi episodi di corruzione ed illegalità".

Nella relazione si scrive anche che la corruzione e illegalità rappresentano "un fenomeno" che preoccupa un settore "ancora una volta e con ciclicità preoccupante investito con forza da simili eventi", dice il presidente dell'Autorità di vigilanza sui lavori pubblici.

L'Authority apprezza "l'atteggiamento delle istituzioni" che è "oggi più attento rispetto al passato", anche per i nuovi strumenti previsti da provvedimenti del governo ora al vaglio del Parlamento. Ma sottolinea che "dovrebbe costituire oggetto di approfondimento l'affievolimento nella pubblica amministrazione del principio di legalità e dell'etica del servizio pubblico, nonché la non completa instaurazione nel mercato di una vera condizione di concorrenza".

 Anche "il sistematico ricorso a provvedimenti di natura emergenziale" preoccupa l'Autorità di vigilanza sugli appalti che nella realazione si è quindi soffermata sul'affidamento di lavori pubblici gestito dalla protezione civile, dai "grandi eventi" (G8, mondiali di nuoto, celebrazioni per l'Unità d'Italia...) al terremoto in Abruzzo. C'é "il timore", avverte l'Authority, di "una sistematica ed allarmante disapplicazione delle norme del codice degli appalti". Per l'Autorità "il continuo riproporsi dell'emergenza" fa cadere i requisiti di eccezionalità e imprevedibilità, che giustificherebbero poteri straordinari e ordinanze in deroga alle regole su procedure di gara a affidamenti, e comporta "una dilatazione dei tempi dell'intervento straordinario oltre ogni riferimento logico e funzionale legato all'emergenza stessa".


Secondo l'Autority si è trattato in ogni caso di "situazioni prive dei requisiti di imprevedibilità e urgenza". Nella relazione annuale L'Authority ha preso in esame anno per anno, dal 2001, l'andamento degli appalti gestiti "in regime di emergenza" con ordinanze di protezione civile. Ed ha rilevato una "tendenza all'incremento" raggiungendo nel 2009 il picco più alto per numero (49 ordinanze) e spesa globale (3,94 miliardi). Picco che "si giustifica prevalentemente" con l'emergenza del terremoto in Abruzzo.


I tempi di pagamento da parte della pubblica amministrazione "oscillano in un range che va da un minimo di 92 giorni ad un massimo di 664". Lo indica l'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture che, nella relazione annuale al Parlamento, stima in "circa 37 miliardi di euro, pari al 2,4% del Pil" la "la presunta esposizione debitoria " della P.A. Di cui "una parte consistente deriverebbe dalla gestione del sistema sanitario e dalla raccolta dei rifiuti solidi urbani".
22 giugno 2010


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