Corte dei Conti, ok obiettivi risparmio, penalizzato il Sud

19 Gennaio 2015   16:51  

"Le manovre di contenimento della spesa e di stimolo alla crescita economica succedutesi nel periodo 2008-2013" hanno consentito "il raggiungimento degli obiettivi di risparmio previsti, con il contemporaneo determinarsi di consistenti tagli ai trasferimenti correnti, di un cospicuo avanzo di cassa e di una riduzione delle risorse destinate ai servizi essenziali".

E' quanto rileva la Corte dei Conti nella Relazione sulla gestione finanziaria per l'esercizio 2013 degli enti territoriali.

"Dalle manovre restrittive risultano maggiormente penalizzate le Regioni (i cui tagli alla spesa primaria hanno raggiunto il 16% nel triennio 2010-2012), nonche', a livello territoriale, le Amministrazioni del Mezzogiorno, con consistenti contrazioni di risorse soprattutto in conto capitale".

Nell'ambito della finanza locale, si legge nella Relazione della Corte dei Conti, le manovre di riequilibrio dei conti pubblici, avviate dal 2009, hanno fatto registrare, a consuntivo 2012, una incidenza sulla spesa primaria del 28,3% per le Province (corrispondente, in valore assoluto, ad un taglio di 2,9 miliardi) e del 14,5% per i Comuni (pari, in valore assoluto, a 8,4 miliardi).

Si e' determinato un correlato incremento della pressione fiscale con una contrazione rilevante degli investimenti (che ha raggiunto mediamente per Comuni e Province, il 60% delle economie di spesa) e con un forte incremento, nel 2013, rispetto al precedente esercizio, del ricorso alle anticipazioni di cassa.

La spesa per investimento dei Comuni nel 2013 diminuisce del 5,8%, proprio a causa dei vincoli imposti, mentre la spesa corrente si incrementa, in termini di impegni, del 5,5%, principalmente per le prestazioni di servizi (+4,9%); calano, invece, gli oneri per il personale (-2,2%) e quelli per l'acquisto di beni di consumo (-6,4%).

Per l'azionamento della leva fiscale nel 2013 gli accertamenti di competenza di tutte le entrate correnti crescono del 4,1%; in valore assoluto si passa da 53,07 miliardi del 2012 a 55,2 miliardi.

Per le Province, per il 2013 si registra una severa riduzione della spesa finale di oltre 1,3 miliardi, destinata ad assorbire tagli di risorse particolarmente incisivi, mentre gli accertamenti delle entrate correnti rispetto al 2012 cedono nella misura del 10,4%.

Si rileva una lieve flessione dell'indebitamento, con riguardo sia alle consistenze dei diversi strumenti di debito sia allo stock del debito medesimo, che ammonta a 9,2 miliardi, per piu' della meta' intestato ad enti dell'area del Nord e, comunque, in complessive condizioni di sostenibilita'.

Per i Comuni la consistenza del debito finanziario (43,2 miliardi) si presenta sostanzialmente stabile (-0,43%) rispetto all'anno precedente (43,4 miliardi).

Il fenomeno dei debiti fuori bilancio va oramai assumendo carattere strutturale, per la rilevanza degli importi e il numero degli enti coinvolti, con un aumento complessivo nel 2013 dell'80% nelle Province (da 72,2 a 130,3 milioni) e del 20,95% nei Comuni (da 576,9 a 697,8 milioni).

Per il comparto regionale i risultati dei conti patrimoniali evidenziano un complessivo miglioramento, con le Regioni a statuto ordinario del Nord che mostrano i maggiori segnali di sofferenza, mentre le Regioni a statuto speciale e le Province autonome sembrano consolidare in modo significativo i propri saldi patrimoniali.

La gestione di competenza 2013 registra un saldo complessivo pari a +5,2 miliardi, di contro ai risultati negativi del biennio precedente, ed anche la gestione di cassa risulta in avanzo (+3,7 miliardi).

Anche la gestione in conto capitale di competenza mostra saldo positivo. Criticita' si evidenziano nella gestione delle contabilita' speciali (partite di giro), in quanto, a fronte della teorica neutralita' di questo comparto sulla gestione effettiva, si registrano in varie Regioni disavanzi consistenti.

L'indebitamento con oneri a esclusivo carico delle Regioni passa da 46 miliardi del 2012 a 52,7 miliardi del 2013, registrando un incremento dell'11,48% rispetto al biennio 2011-2012. Una parte consistente e' coperta dagli strumenti di finanza derivata (14,84 miliardi, pari al 28,12% del debito a carico delle Regioni).

Quanto alla spesa risulta confermata la tendenza delle Regioni a presentare al Consiglio regionale, per l'approvazione, bilanci previsionali recanti valori lontani da quelli poi effettivamente gestiti. Per gli andamenti della gestione sanitaria, La Corte dei Conti rileva una contrazione della spesa nell'ultimo triennio.

Tra le principali componenti della spesa sanitaria corrente riducono il loro peso sulla spesa complessiva le spese di personale (dal 34,97% nel 2002 al 32,19% nel 2013) e la spesa farmaceutica convenzionata (dal 14,98% nel 2002 al 7,86% nel 2013).

Il sistema sanitario nel suo complesso, malgrado persistenti criticita' dei Servizi sanitari regionali in alcune Regioni sottoposte a piano di rientro, sta riassorbendo i disavanzi pregressi grazie agli efficaci meccanismi di monitoraggio.

Sulla base dei dati di rendiconto, gli impegni per spesa corrente sanitaria dell'intero comparto Regioni/Province autonome ammontano, nel 2013, a 117,8 miliardi di euro. Il peso della spesa sanitaria su quella corrente complessiva e' pari nel 2013 al 75,87%, contro il 76,50% del 2012.

In termini di cassa, l'incidenza della spesa sanitaria corrente sulla spesa corrente complessiva e' pari al 74,83%, in calo rispetto al 2012 (-2,37 %). In calo anche la massa debitoria degli enti del SSN specie per la parte relativa ai debiti commerciali, con una diminuzione di oltre 9,5 miliardi nel triennio 2011-2013 (importo che non ricomprende quello delle Regioni Toscana e Calabria, di cui non sono disponibili i dati del 2013).


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