C'è una tassa occulta che i cittadini pagano e che costa fra i 50 e i 60 miliardi l'anno: la corruzione. Parola del procuratore generale della Corte dei Conti, Furio Pasqualucci, che lo ha attestato nella relazione sul rendiconto generale dello Stato per il 2008. «Il fenomeno della corruzione all'interno della P.A. é talmente rilevante e gravido di conseguenze in tempi di crisi come quelli attuali da far più che ragionevolmente temere che il suo impatto sociale possa incidere sullo sviluppo economico del Paese anche oltre le stime effettuate dal servizio Anticorruzione e Trasparenza del ministero della Funzione pubblica, nella misura prossima a 50/60 miliardi di euro all'anno costituenti una vera e propria tassa immorale ed occulta pagata con i soldi prelevati dalle tasche dei cittadini».
Il recupero dell'evasione fiscale varrebbe 100 miliardi l'anno. Il
recupero dell'evasione fiscale darebbe un gettito di oltre 100 miliardi
di euro l'anno, ha ricordato il procuratore generale della Corte dei
Conti, Furio Pasqualucci «un vero e proprio tesoro che risolverebbe non
pochi problemi», ma «non può nascondersi un certo scetticismo, quanto
meno sulla rapidità con cui sarà possibile recuperare all'Erario l'area
dell'evasione». Secondo il procuratore generale, «mentre va auspicato
un forte impegno per ridurre l'evasione fiscale, non può ritenersi che
per questa via sia possibile acquisire con sollecitudine le risorse
necessarie per fare fronte alla crisi in atto».
Il debito pubblico lascia pochi spazi di manovra. «Il fattore di
rigidità rappresentato dal debito pubblico lascia spazi ridotti ad una
manovra anticiclica del Governo». Lo rileva nella relazione il
procuratore generale Furio Pasqualucci sul Rendiconto generale dello
Stato per il 2008. «Diviene particolarmente difficile - ha aggiunto
Pasqualucci - conservare in queste condizioni l'equilibrio fra esigenze
di sostegno del ciclo economico e mantenimento della sostenibilità
futura dei saldi di finanza pubblica». Da questo punto di vista, i
suggerimenti provenienti dagli economisti, che indicano nella lotta
all'evasione fiscale, nell'alienazione del patrimonio pubblico e nella
riforma delle pensioni gli strumenti con cui trovare nuove risorse
senza aumentare l'indebitamento, rappresentano «ipotesi più o meno
suggestive che vanno considerate con attenzione, ma anche con doveroso
realismo».
La crisi impone tagli di spesa. «Il ripiegamento del ciclo economico
dissolve ora la possibilità di utilizzare la leva fiscale come
strumento principale per la conservazione degli equilibri del bilancio
pubblico». Giorgio Paleologo ha sottolineato che data la crisi, «si
presenta la necessità di contenere la dinamica della spesa corrente, in
una misura assai più pronunciata di quanto non sia stato realizzato
negli anni passati». Da tale punto di vista «i risultati del 2008
confermano la portata ancora limitata degli interventi correttivi della
spesa corrente» e «ciò si traduce, oggi, in un limitato spazio di
manovra nella predisposizione di interventi anti-ciclici».
Indispensabile adeguare l'età pensionabile all'Europa. La parificazione
dell'età pensionabile tra uomini e donne nella pubblica
amministrazione, chiesta dalla sentenza della Corte di Giustizia
europea, «appare l'occasione propizia per un riesame della legislazione
in materia che adegui l'età effettiva di pensionamento in Italia
rispetto alla media europea». Lo ha sottolineato il Procuratore
generale della Corte dei Conti, Furio Pasqualucci, nella requisitoria
sul Rendiconto dello Stato per il 2008. «Gli effetti positivi -
sottolinea Pasqualucci - potrebbero cominciare ad evidenziarsi in tempi
relativamente brevi».
Cartolarizzazioni, opere incompiute. Nel corso del 2009 sono tornati
agli originari proprietari gli immobili ancora invenduti nell'ambito
delle due operazioni Scip 1 e Scip 2. «Non può sottacersi – ha
commentato il Procuratore generale della Corte dei Conti, Furio
Pasqualucci - che siamo in presenza della conclusione anticipata di un
ambizioso progetto rimasto incompiuto, che ha conseguito risultati più
che modesti». Pasqualucci ha ricordato che le recenti
cartolarizzazioni, a fronte di un portafogli di 129 miliardi, avevano
fruttato ricavi per 57,8 miliardi con un supporto ricavi/cessioni del
44,7 per cento. Per il P.G. della Corte, dunque, l'alienazione di beni
pubblici per dare fiato ai conti pubblici in presenza della crisi
economica risulta «di difficile utilizzazione e comunque poco
praticabile in tempi brevi».
I ritardi nell'azione amministrativa sono uno spreco di risorse
pubbliche. I ritardi nell'azione amministrativa, per il presidente
della Corte dei Conti, Tullio Lazzaro, «sono fonte, diretta e
indiretta, di spreco di risorse pubbliche e sono sintomo e conseguenza
del male, gravissimo, del non agire, del decidere di non decidere che
da tanto, da troppo tempo, affligge il Paese». A questo male per
Lazzaro é necessario porre rimedio anche «con riforme normative e con
assetti organizzativi innovatori di schemi e sistemi: é largamente
condivisa, infatti, tanto tra gli economisti quanto in sede politica,
la valutazione che l'efficienza della pubblica amministrazione
contribuisce, in misura significativa, all'incremento del Pil». Per
garantire un uso efficiente delle risorse pubbliche, ha sottolineato
Lazzaro, occorre garantire che la funzione di controllo esercitata
dalla Corte «abbia esiti diretti, immediati e visibili non rimessi
soltanto alla buona volontà dell'Amministrazione». È la constatazione
del raggiungimento di tali risultati, ha concluso il presidente della
magistratura contabile, «che fa aumentare la fiducia del cittadino
nelle istituzioni: al contrario la sfiducia nelle istituzioni, nelle
varie configurazioni di esse, é il rotolare del primo macigno di una
valanga capace di travolgere anche gli stessi organi della democrazia».
Rallentano gli accertamenti nelle amministrazioni locali. Il presidente
della sezione Relazioni al Parlamento della Corte dei Conti, Giorgio
Paleologo, nella relazione sul rendiconto generale dello Stato per il
2008 ha rilevato che sono in frenata gli accertamenti delle pubbliche
amministrazioni. «Se si guarda ai più recenti andamenti in conto
competenza delle amministrazioni locali, soprattutto per quelle
comunali, si evidenzia un forte rallentamento degli accertamenti, che
potrebbe costituire un segnale anticipatore di una prossima flessione
del gettito fiscale». Paleologo ha sottolineato che nel 2008 le uscite
complessive delle amministrazioni locali sono passate dal 15,1% al
15,6% del Pil, con un aumento dei consumi intermedi superiore al 5 per
cento. Contemporaneamente è aumentato in misura consistente il gettito
delle addizionali regionali (+10,6%) e comunali (+21,6%).
«Complessivamente, e nonostante il rallentamento economico - rileva
Paleologo - l'imposizione diretta nelle amministrazioni locali é
cresciuta di oltre il 10% nel 2008 a fronte di un aumento atteso di
appena l'1,5 per cento».
Introduzione del Presidente della Corte dei conti, dott. Tullio Lazzaro
di Nicoletta Cottone da: ilsole24ore.com