Così è se vi pare: opposti giudizi sul bilancio regionale 2012

Cronache dall'Emiciclo

30 Dicembre 2011   13:23  

Così è se vi pare. Ovvero per la maggioranza di centro destra il bilancio 2012 è una manovra a zero debiti e di rigore e che pone le premesse per lo sviluppo.

Per l'opposizione di centro sinistra si tratta invece dell'ennesimo assalto alla diligenza, un po' più sobria del solito solo perché di soldi effettivamente ce ne sono molti pochi. Questi i giudizi politici opposti a conclusione della maratona notturna del consiglio regionale che ha portato all'approvazione del bilancio 2012. Un bilancio che per l'assessore Carlo Masci certifica il dato che l'Abruzzo abbandona il primato di Regione più' tartassata e indebitata d'Italia e diventa anzi un esempio virtuoso e questo nonostante si sia dovuto far fronte ad una riduzione dei trasferimenti statali dell'80%.

Il presidente del consiglio regionale Nazario Pagano sottolinea poi l'ottimo lavoro di collaborazione instaurato tra le forze politiche di maggioranza e di opposizione. Sulla stessa linea anche l'assessore del Pdl Nicoletta Verì nell'intervista.

Ma torniamo all'opposizione. Antonio Menna dell'Udc afferma: ''Non si possono chiedere altri sacrifici ai cittadini abruzzesi per poi sperperare quei pochi soldi disponibili distribuendoli con il solo criterio della clientela. Grave per Franco Caramanico del Sel è stanziare ingentissime risorse ala faccia dei sacrifici per il funzionamento della già elefantiaca macchina regionale invece che per gli interventi contro il dissesto idrogeologico e non prevedere quasi nulla per ambiente ed aree protette. Per Gino Milano dell'Api manca un programma di alleggerimento del peso fiscale sul lavoro e sulle imprese per evitare la recessione e il collasso dell'economia regionale. Marinella Sclocco del Pd sottolinea infine la drammatica insufficienza delle risorse per il welfare.

REAZIONI E COMMENTI

Masci (Pdl): ''Un bilancio che guarda avanti''

Un bilancio che guarda avanti e che da' prospettive di crescita e di sviluppo per la regione". Lo ha detto l'assessore al Bilancio, Carlo Masci, nel suo intervento di apertura della seduta del Consiglio regionale dedicato all'approvazione del Dpefr, del bilancio e della Finanziaria regionale. Masci ha parlato di un "bilancio chiuso in maniera organica e complessiva ben sapendo che si andava ad affrontare una situazione oggettivamente difficile dalla quale stiamo uscendo". Ma soprattutto, ha aggiunto Masci, "questo bilancio certifica il dato che l'Abruzzo abbandona il primato di Regione piu' tartassata e indebitata d'Italia collocando le cifre del proprio bilancio tra quelle riscontrabili nelle Regioni piu' importanti del centro nord.

Questo significa che il lavoro che stiamo portando avanti sta dando i suoi frutti e ci permette di ragionare nella prospettiva di come disporre di quelle risorse che si stanno liberando proprio grazie agli effetti di quella politica virtuosa in campo sanitario e di risanamento di bilancio". Nel suo intervento, l'assessore Masci ha anche fornito cifre importanti presenti nel bilancio: "dai 400 milioni per le spese obbligatorie legate al funzionamento dell'ente regionale ai 98 milioni che l'Abruzzo paga ancora per le cartolarizzazioni campo sanitario".

Sul fronte delle recupero delle risorse, la verifica del governo sul gettito fiscale, che era stato stimato in diminuzione del 10%, e' stato invece solo del 4% e dunque lo Stato "ha ritrasferito alla Regione il restante 6% pari a 13 milioni di euro in tre anni".

Carlo Masci ha poi parlato delle criticita' principali che si sono dovute affrontare per redigere il bilancio. L'approvazione del bilancio in Giunta il 17 dicembre "e' perche' abbiamo dovuto affrontare il tavolo di monitoraggio della sanita'; abbiamo dovuto far fronte ad una forte riduzione dei trasferimenti statali che sfiora l'80% rispetto agli anni precedenti e abbiamo avuto solo qualche giorno fa contezza dei trasferimenti dello Stato in materia di trasporto pubblico locale. Infine, la caduta verticale dell'utilizzo delle economie vincolate che in questo bilancio figurano per 50 milioni di euro, la meta' rispetto a quelle utilizzate l'anno scorso".

Per i trasporti, il bilancio prevede "lo stanziamento di 80 milioni di euro a fronte dei 92 dell'anno scorso, ma in questo senso stiamo aspettando di integrare la somma in virtu' delle ultime decisioni del governo in materia di trasporto locale".

Ricciuti (Pdl): ''Ok a emendamento terremoto''

Il Consigliere Luca Ricciuti (Pdl) ha espresso soddisfazione per l'approvazione, all'interno della Legge Finanziaria regionale e della Legge di Bilancio 2012, di un emendamento da lui presentato e riguardante l'inserimento di un nuovo articolo (27-nonies) "Disposizioni finanziarie per l'area epicentrale del sisma del 6 aprile 2009". L'articolo prevede al primo comma l'esonero per i privati e per le imprese dal pagamento degli oneri di cui all'art. 15 della Legge regionale n. 28, per la realizzazione delle opere e degli interventi relativi all'attivita' di ricostruzione. Nel comma successivo e' prevista la riduzione al 40% degli oneri stessi per favorire l'insediamento di nuove attivita' commerciali, industriali e simili. "Ringrazio - ha dichiarato Ricciuti - i colleghi consiglieri della maggioranza e dell'opposizione per la sensibilita' dimostrata nell'approvare una norma importante che il mondo professionale del cratere si aspettava e che appare come una forma di giustizia nei confronti dei cittadini colpiti dal sisma".

Caramanico (Sel): ''Un assalto alla diligenza''

 "La prima premessa da fare a proposito del documento di programmazione economico e finanziaria è che la sua approvazione arriva con mesi di ritardo, visto che avrebbe dovuto essere licenziato a settembre. E invece come ogni anno, la giunta Chiodi manifesta enormi ritardi nella programmazione". Così, il consigliere regionale di Sel, Franco Caramanico, nel suo intervento sulla discussione al bilancio regionale in fase di approvazione all'Emiciclo. "La discussione che oggi ha interessato il consiglio regionale assomiglia a un vero e proprio assalto alla diligenza: abbiamo assistito alla presentazione di emendamenti da parte di assessori o a reiterati tentativi di bypassare disegni di legge con emendamenti ad hoc. Il dato più sconcertante che emerge dalla Finanziaria è la destinazione di 2 milioni di euro al funzionamento della giunta invece che agli interventi contro il dissesto idrogeologico. Così come restiamo allibiti di fronte al fatto che nei documenti non si parli mai dell'Abruzzo come regione dei parchi, un settore completamente dimenticato dall'esecutivo regionale.

Chiodi avrebbe dovuto preoccuparsi di aumentare le risorse, ad esempio aumentando i canoni idrolettrici, o intervenendo sul federalismo demaniale che trasferisce alle regioni la competenza sul demanio marittimo e su quello idrico. Ma la Giunta Chiodi, anziché agire su questi fronti, ha preferito incidere sull'aumento del bollo auto e delle accise sulla benzina, prelevando così maggiori oneri dalle tasche dei semplici cittadini. Quanto alla sanità, assistiamo al tentativo di modificare il Piano sanitario e la legge sull'accreditamento attraverso emendamenti.

Chiodi ha sbandierato ai quattro il risparmio che la chiusura dei piccoli ospedali avrebbe arrecato alle casse della Regione. E invece nei Documenti presentati in Consiglio non troviamo neppure un rigo su questo risparmio. La verità è che non solo i piccoli ospedali non erano causa di dissesto economico e finanziario ma anzi la loro chiusura ha prodotto un aumento della mobilità passiva".

Pagano (Pdl): ''Ottimo risultato''

"Esprimo soddisfazione per l'approvazione della Legge Finanziaria regionale e della Legge di Bilancio 2012, che, nonostante le note difficoltà economiche, consente alla Regione Abruzzo di mettere in campo tutti gli strumenti utili e necessari a fornire risposte concrete alle istanze che arrivano dal territorio abruzzese". Così, il Presidente del Consiglio regionale, Nazario Pagano, al termine della seduta consiliare che si è conclusa la scorsa notte alle 4.15. "L'approvazione della legge di programmazione finanziaria – osserva Pagano – ha messo in evidenza anche l'ottimo lavoro di collaborazione instaurato tra le forze politiche di maggioranza e di opposizione presenti in Consiglio regionale. Sono convinto – conclude Pagano – che solo seguendo la strada della coesione e della cooperazione istituzionale, questa classe dirigente riuscirà a ottenere risultati strategici per lo sviluppo e la crescita della comunità abruzzese".

D'Alessandro (Pd): ''Maggioranza spaccata per salvare qualche poltrona''

" Ha vinto - esordisce con soddisfazione il capogruppo del PD Camillo D'Alessandro - l'opposizione di governo, hanno perso i conservatori delle poltrone, degli sgabelli e dei voti clientelari. Ci siamo sostituiti ad una maggioranza inutile e divisa, incapace di garantire le riforme che servano alla nostra Regione" Il PdL e' spaccato, l'Assessore Morra minaccia le dimissione se l'emendamento non sarà approvato e sottoscrive l'emendamento del PD. Del resto i democratici hanno ripreso la proposta Morra costringendo la maggioranza ha votare a favore contro il suo assessore e la giunta stessa che l'ha approvata, per poi arenarsi in commissione. Alla fine l'emendamento e' approvato, per i dissidenti un contentino di consolazione: La legge fissa il termine per le fusioni: entro e non oltre sei mesi, i dissidenti pretendono si cancellino le parole " non oltre" cioè la perentorietà del termine. " Costoro - attacca D'Alessandro - sarebbero il nuovo che avanza ? Sono solo questuanti ed hanno rischiato di mandare la Regione in esercizio provvisorio per conservare qualche amico su qualche poltrona. Ora se pensano di giocare sulle date chiarisco sono da ora che a sei mesi ed un giorno,se le fusioni non si faranno, bloccheremo la Regione e mobiliteremo l'Abruzzo indignato che non sopporta più questo andazzo" " Chiodi - conclude D' Alessandro - anche nell'occasione del bilancio ha continuato a mentire agli abruzzesi. L' unica verità e' che ha bocciato la nostra proposta per destinare le risorse derivanti dal pareggio nella sanità alla riduzione delle tasse a cittadini ed imprese, ma ormai Chiodi veste i panni di un moderno Dracula, ma il sangue e' quello degli abruzzesi"

Di Pangrazio (Pd): ''Non c'è la priorità della ricostruzione''

Sono tre i punti principali su cui, il Consigliere regionale del PD Giuseppe Di Pangrazio, ha incentrato il suo intervento durante la discussione sul bilancio della Regione: ricostruzione, riorganizzazione enti strumentali, centrale a biomasse. "Per la ricostruzione - afferma Di Pangrazio - non esiste ancora una legge regionale per lo snellimento delle procedure. Noi del PD, insieme al Comune dell'Aquila, abbiamo proposto un articolo di legge per la ricostruzione, condiviso anche dal Consigliere De Matteis, che consente di dimezzare i tempi di approvazione dei piani di ricostruzione. Sottolineo poi la mancanza di riorganizzazione degli enti soppressi come Arssa, Aptr e Abruzzo Lavoro, i cui dipendenti non hanno ancora certezza definitiva del loro percorso lavorativo, ma solo misure provvisorie. Non possiamo tacere su cose così delicate dove è in gioco il lavoro e dunque il destino di numerose famiglie. Altro importante punto sul quale non abbasseremo l'attenzione, è la richiesta di un articolo di legge che regoli gli impianti delle centrali a biomasse , limitandoli a potenza non superiore a 4 megawatt".

Menna (Udc): ''E' una maggioranza clientelare''

"Dopo che per un anno abbiamo partecipato a Consigli regionali per discutere solo di interrogazioni, la maggioranza del Presidente Chiodi pretende, in soli tre giorni, di approvare la legge comunitaria, la legge sull'agricoltura, il documento di programmazione economico-finanziaria, il bilancio di previsione 2012 e la legge finanziaria regionale al cui interno hanno inserito riforme della Sanità, dei Trasporti, dell'Arssa, di alcune istituzioni musicali, del personale, dell'Aptr e hanno distribuito contributi a pioggia, una piccola omnibus per intenderci. Una maggioranza che annaspa, divisa e clientelare". E' quanto sostiene il Capogruppo dell'Udc Antonio Menna. "E' arrivato il momento – ha proseguito Menna - di adottare il linguaggio della chiarezza, è arrivato il momento della verità e della responsabilità. Non si possono chiedere altri sacrifici ai cittadini abruzzesi aumentando ulteriormente accise, bollo e addizionali, per poi sperperare quei soldi distribuendoli con il solo criterio della clientela. Basta con gli spot. L'Abruzzo – ha continuato Menna – vive una crisi gravissima dove emerge, in maniera preoccupante, il problema della coesione sociale. Si chiudono gli ospedali, i tribunali, le scuole, gli uffici postali e finanziari. Tra poco probabilmente chiuderanno le Province, ma i dati più preoccupanti sono quelli riferiti all'aumento delle famiglie sotto la soglia di povertà e l'aumento della disoccupazione giovanile e femminile. In questa Regione non arrivano i fondi Fas, quelli per il Master Plan, quelli per le infrastrutture, e forse non arriveranno mai. Aumenta la mobilità passiva, si allungano le liste d'attesa, la spesa sanitaria non diminuisce e i nuovi ospedali restano sulla carta. E il Presidente Chiodi – ha concluso Menna – che fa? Ci dà lezioni con degli spot e ci dice che tutto va bene. No caro Presidente, l'Abruzzo arretra e pare che solo lei non se ne sia accorto!".

Milano (Api): ''Tasse e sacrifici non per i soliti noti''

Il capogruppo di API, nel suo intervento, ha denunciato il mancato rispetto dei termini previsti per la predisposizione e deliberazione del DPEFR, della legge di bilancio e finanziaria da parte della Giunta, che non ne ha consentito la comprensione accurata riducendo il dibattito in aula ad una parvenza di confronto politico.

"Ci siamo trovati - evidenzia Milano - ad esaminare in modo concitato cifre e voci contabili, relative a dati economico-finanziari che incideranno sulla vita degli abruzzesi per i prossimi anni; costretti a discuterne in tempi strettissimi, con un tour de force che non rappresenta certo un esito scontato o ineluttabile ma che è semplicemente il frutto di reiterate inosservanze delle prescrizioni normative contenute nello Statuto.

Gli atti fondamentali della Regione, che ne determinano l'indirizzo politico ed economico-finanziario sono stati sottoposti al Consiglio con un ritardo tale da pregiudicarne una seria analisi e la stessa possibilità di una critica costruttiva ed efficace. Sul terreno più specifico della finanza regionale –  ha osservato il capogruppo  di API  - si sarebbe dovuto discutere e possibilmente concordare un programma di alleggerimento del peso fiscale sul lavoro e sulle imprese, condividere l'ambizioso obbiettivo ed escogitare strategie adeguate per puntare al pareggio dei conti senza l'ausilio della leva fiscale, che in Abruzzo è ai massimi consentiti.

Dire da subito quando e come si inizierà un processo di rientro dai massimali dell'addizionale regionale Irpef e dell'Irap, scattati a suo tempo a causa dell'extra-deficit sanitario. Vero è – ha proseguito l'esponente politico dell'API - che anche nella nostra Regione sale una domanda di giustizia sociale e di più equa distribuzione del reddito. Il bilancio regionale e la norma finanziaria confermano che non si è nemmeno tentata una via che mirasse a tutelare il ceto medio e quello meno abbiente, facendo pagare di più a chi più ha.

In particolare, sul tema della finanza, nel documento di programmazione non risulta definito: né l'anno in cui si prevede il pareggio dei conti regionali senza l'utilizzo della fiscalità aggiuntiva; né il conseguente processo di rientro dalle addizionali regionali Irap e Irpef; né la previsione di linee guida per gli enti locali in materia fiscale e tariffaria, e di uno schema regionale sulle tariffe; né il tema dello snellimento dei costi della Pubblica Amministrazione, con particolare riguardo alla sua efficacia/efficienza; né il tema della riduzione dei costi della politica, a tutti i livelli.

Abbiamo aumentato l'addizionale Irpef, introdotto il ticket sanitario, rincarato il bollo auto, aumentato l'accisa sulla benzina ma non abbiamo imposto "sacrifici" alla classe politica, tagliando, oltre al vitalizio, i privilegi ancora esistenti.

Le Regione Abruzzo è chiamata, allora, al termine dell'anno, a riflettere se stia percorrendo la strada delle riforme, da attuarsi attraverso un'attività di programmazione e di concertazione, mediante una organica delega di funzioni e attività amministrative ai livelli sub-regionali nonché per il tramite di una riforma della macchina amministrativa che tenda ad una maggiore snellezza e alleggerimento delle funzioni gestionali e burocratiche; o se piuttosto non stia viaggiando in direzione opposta, alimentando la burocrazia degli Assessorati, anche all'esito di una indiscriminata soppressione degli Enti strumentali, che ha finito per appesantire l'attività regionale, con il dilatamento delle funzioni amministrative a tutto discapito di quelle di programmazione. La vicenda della soppressione dell'ARSSA dimostra, infatti, che si è voluto creare un Superassessorato, accentrando funzioni e risorse, mentre un numero rilevante di lavoratori, cui era stato promesso la permanenza nelle sedi di servizio, che hanno acquisito competenze specifiche e sviluppato un patrimonio tecnico-organizzativo, viene ancora tenuto nell'incertezza e nella provvisorietà; tutto ciò a motivo della carenza di una pianificazione condivisa con tutte le forze in campo.

Si è realizzato, inoltre, a livello di politica regionale un ripiegamento autoreferenziale che ha indotto questa maggioranza, come conferma l'odierna sessione di bilancio, a non cogliere le occasioni offerte dal confronto democratico, mantenendosi distanti dalle istanze territoriali e dalle forze di opposizione senza mai ricercare scelte condivise e lungimiranti.

La politica regionale – ha concluso Milano - è a rischio commissariamento, se è vero come è vero che il ceto medio non ce la fa più e semi di tensione sociale crescono e si diffondono tra i poveri e tra chi ha troppo e chi vede togliersi via anche il poco che ha, minando la coesione sociale. Non è più il tempo dell'approssimazione. Dobbiamo lavorare tutti per recuperare per quanto possibile quella unitarietà della programmazione che è venuta drammaticamente meno e riconsegnare al Consiglio regionale il suo ruolo istituzionale.

 

montaggio di Marialaura Carducci


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