Dopo un rinvio di 24 ore è partito alle 9.54 ora italiana, dalla base spaziale europea di Kourou nella Guyana francese, il vettore Soyuz con a bordo il primo satellite Cosmo-SkyMed di Seconda Generazione (Csg), dell’Agenzia spaziale italiana e del ministero della Difesa. Il satellite Csg è dedicato all’Osservazione della Terra e segna un cambio di passo tecnologico significativo per il primo sistema satellitare interamente duale.
I satelliti Cosmo-SkyMed di Seconda Generazione, evidenzia l'Asi, "rappresentano lo stato dell’arte nel settore dei radar ad apertura sintetica, in grado di garantire alte prestazioni ed affidabilità uniche nel panorama internazionale". Il nuovo sistema di controllo d’assetto, la possibilità di acquisire i dati in quadrupla polarizzazione, il raddoppio dei moduli di trasmissione e ricezione, "sono solo alcuni esempi delle innovazioni introdotte dalla nuova generazione, sia dal punto di vista tecnologico sia dal punto di vista delle modalità operative" afferma l'Asi.
Con l’avvio della seconda generazione, l’Agenzia spaziale italiana ed il ministero della Difesa confermano "per il futuro il loro impegno a garantire alla comunità nazionale la continuità dei servizi già disponibili, oltre ad introdurne di nuovi, per la gestione del territorio e la prevenzione dei disastri, per la sicurezza nazionale, per la protezione dell’ambiente e del patrimonio archeologico, per la gestione delle infrastrutture, ed in generale per la cura del nostro pianeta". Una volta rilasciato il satellite Cosmo SkyMed di seconda generazione, l’ultimo stadio Fregat del Soyuz porterà la sonda europea dell'Esa Cheops (Characterising ExoPlanet Satellite) nella sua orbita eliosincrona alla quota di circa 700 chilometri.
Cheops è un osservatorio dell’Agenzia spaziale europea dedicato alla caratterizzazione di pianeti potenzialmente simili alla Terra - già precedentemente individuati - ed orbitanti attorno a stelle della nostra galassia. Attraverso la misura delle deboli variazioni di luminosità delle stelle dovute al passaggio dei propri pianeti, Cheops sarà così in grado di rilevare le dimensioni dei pianeti stessi, consentendo, anche sulla base della loro massa, di caratterizzarne la natura gassosa oppure rocciosa. La missione Cheops è una partnership tra la Svizzera e il programma scientifico dell'Esa, con importanti contributi da Italia, Austria, Belgio, Francia, Germania, Ungheria, Portogallo, Spagna, Svezia e Regno Unito.
Il telescopio di Cheops, progettato dai ricercatori dell’Inaf di Padova e Catania e realizzato, grazie al supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana, da Leonardo, Media Lario e Thales Alenia Space Italia - è basato su di un riflettore molto compatto ed ottimizzato per misure fotometriche ad altissima precisione. L’Italia ha un ruolo anche nel team scientifico internazionale, con la partecipazione dei ricercatori degli Osservatori Inaf di Catania e Padova, e dell’Università di Padova.