Costa Concordia, esami tossicologici sul comandante Schettino

17 Gennaio 2012   17:31  

È terminata a Grosseto l'udienza del comandante della nave Costa Concordia, Francesco Schettino, davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Grosseto, Valeria Montesarchio. 
Nella conferenza stampa successiva all'incontro il procuratore capo di Grosseto Francesco Verusio ha spiegato che «la ricostruzione fornita dal comandante della Costa Concordia Francesco Schettino non ha modificato l'impianto accusatorio» e che è stata chiesta la conferma delle misure cautelari per il graduato. Il gip si è riservato di decidere.

CELLULARE - Poco dopo le 16.30 Schettino ha lasciato il tribunale di Grosseto a bordo di un cellulare della polizia penitenziaria per tornare in carcere, dove attenderà la decisione del giudice. Secondo quanto riporta l'agenzia Ansa, che cita fonti qualificate vicine all'inchiesta, sarà sottoposto a esami tossicologici che serviranno per verificare l'eventuale assunzione di sostanze stupefacenti da parte del comandante la notte del naufragio.

 

UDIENZA - L'udienza serviva per l'eventuale convalida del fermo disposto a carico di Schettino con le accuse di omicidio plurimo colposo, naufragio e abbandono di nave. Quattro i pm presenti. Fuori dall'aula anche la moglie, il fratello e un cugino del comandante Francesco Schettino in attesa dell'esito dell'udienza. Poi, una folla di curiosi si è radunata intorno al Tribunale già dalle prime ore della mattinata. Numerosi anche i giornalisti italiani e stranieri. Il comandante Schettino lunedì al suo avvocato ha manifestato il proposito di rispondere alle domande che gli saranno formulate dal giudice di Grosseto per chiarire la propria posizione. Secondo il procuratore capo del capoluogo, Francesco Verusio, parlando al Gr1 ha fatto sapere che l'ufficiale rischia fino a «15 anni di reclusione».

COMANDO - Schettino ha risposto per circa tre ore alle domande del gip, e ha assicurato di essere stato al comando della Concordia al momento dell'impatto, e di non essere successivamente fuggito, ma caduto in mare e che «la nave dopo l'urto con lo scogli ha avuto uno sbandamento di 90 gradi. Non potevo risalire sopra». «La sua descrizione dei fatti non ha modificato l'impianto accusatorio dell'ufficio della procura che ha chiesto la convalida dell'arresto come misura cautelare e il gip si è riservato di decidere», ha spiegato Verusio ai giornalisti. L'avvo0cato Bruno Leporatti, che difende il comandante della Concordia, ha sottolineato che il suo assistito ha ribadito di «non aver abbandonato la nave» e «ha rivendicato il suo ruolo nella direzione della manovra dopo l'urto, che ha prodotto il risultato di salvare migliaia di vite umane».

LE COMUNICAZIONI VIA RADIO E TELEFONO - Nel frattempo la Capitaneria di Porto di Livorno sta valutando i tracciati della Costa Concordia, non solo quelli prima del naufragio, per capire la rotta disgraziata che ha avvicinato il gigante fragile così tanto alla costa dell'Isola del Giglio, ma anche quelli dopo l'incaglio sugli scogli de le Scole. I dati saranno acquisiti dalla procura di Grosseto, per capire cosa sia successo dopo lo scontro e lo squarcio. Non solo, sono state acquisite anche le comunicazioni via radio e telefono degli ufficiali della capitaneria di Porto di Livorno con la plancia di comando della Concordia e con il comandante Francesco Schettino, sono stati ascoltati ufficiali e equipaggio per capire quali ordini siano stati dati prima e dopo l'incaglio, per ricostruire la linea di comando. Tra le ipotesi da accertare infatti, si spiega dalla stessa capitaneria, che la nave fosse alla deriva e arrivata per questo sulla secca davanti al porto del Giglio, dove si trova ora appoggiata sul fianco, e non per effetto di una manovra di avvicinamento al porto, guidata dal comandante. L'ipotesi che la nave fosse ingovernabile e a se stessa è pesante, ma «va verificata», precisano fonti della capitaneria, perché il comandante, pur senza motori, potrebbe aver calcolato la deriva e diretto consapevolmente la nave verso il porto.

da corriere.it


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