Costantini: ''La sanità abruzzese quasi la peggiore per mobilità passiva''

25 Novembre 2011   12:49  

Riceviamo e pubblichiamo dal consligere regionale dell'Idv Carlo Costantini: 

''L’intervento della struttura di Chiodi sulla mia accusa di scarsa trasparenza ed obiettivita’ nella comunicazione istituzionale, oltre a confermare la situazione (tra le varie omissioni, segnalo quella di non aver riferito esplicitamente che il dato della mobilita’ passiva che sarebbe stato calcolato per il 2010 e’ in realta’ quello del 2009) mi ha dato anche modo di verificare dal confronto delle tabelle di tutte le Regioni che l’Abruzzo di Chiodi e’, dopo la Calabria,  la peggiore d’Italia  in termini di mobilita’ passiva.

In buona sostanza è tra le ultime Regioni in Italia, in rapporto alla propria popolazione, che riesce a garantire sul proprio territorio prestazioni sanitarie e cure. Con un danno doppio, ai cittadini ed alla economia regionale.

Ai cittadini perche’ sono costretti ad emigrare in altre Regioni, per trovare risposte ai loro bisogni di salute.All’economia regionale, perche’ i 94 miliardi di fatturato del settore (dati ufficiali Piano Operativo 2011/2012, pagati con il sacrificio dei cittadini e delle imprese abruzzesi) che regaleremo anche nel 2012 ad altre regioni, equivalgono ad almeno 2.000 posti di lavoro sottratti al nostro sistema economico, soprattutto ai giovani ed alle donne abruzzesi.

Non c’e’ traccia di tutto cio’ nella comunicazione istituzionale, che pure gli abruzzesi pagano a Chiodi per sapere cosa combina con le loro tasse; e neppure mi gratifica constatare che quello che sostengo da anni – ovvero che per ridurre la spesa occorreva fare investimenti di medio lungo periodo e non azioni depressive, come tagli orizzontali indiscriminati – si e’ rivelato vero.

Mi aspetto, pero’, che il dibattito politico la smetta di inseguire Chiodi e le sue pagliuzze e metta al centro di azioni e riflessioni questa trave, che ha messo nell’occhio degli abruzzesi e che pesa come un macigno sull’economia della nostra Regione.

Questi 100 milioni di fatturato devono tornare ad essere prodotti in Abruzzo, da lavoratori abruzzesi.Il resto, dal mio modestissimo punto di vista e da chiunque provenga, filosofi e cattedratici inclusi, e’ puro “depistaggio”, a vantaggio esclusivo di chi oggi “fattura” al nostro posto.''


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