Costantini (MOV139) ''L'euro è una trappola che ci porterà al tracollo''

18 Settembre 2013   09:55  

''L'Euro immesso nei mercati non ha nulla a che vedere con l’Euro dei Trattati e sta distruggendo l'economia dei paesi membri, cominciare dall'Italia''.

Lo afferma nella nostra intervista il consigliere regionale del Movimento 139 Carlo Costantini, facendo costante riferimento all'intervento del professor emerito Giuseppe Guarino, giurista di spessore internazionale, nel corso dell'incontro “L’Europa alla resa dei conti”, organizzato presso la Camera dei Deputati il 12 settembre.

Guarino nella sua analisi impietosa parte da un dato di fatto: prima dell'euro nessun paese ora stato membro era tra la black-list dei paesi con la peggiore situazione economica. Dopo l'ingresso nell'euro, a ventani di distanza ce sono ben 13 su 17. Compresa ovviamente l'Italia.

E mentre l'economia dell'area euro tracolla, la cosa incredibile è che nel resto del mondo si registra una crescita media del 5%.

E la colpa di tutto ciò è dell'euro, una moneta diversa da tutte le altre che, rivela Guarino,  non ha nulla a che vedere con quella che era stata prevista e normata dal Trattato istitutivo della Comunità europea. Dove all'articolo 2 si legge: ''compito della Comunità è quello di promuovere … uno sviluppo armonioso ed equilibrato delle attività economiche … una crescita sostenibile e non inflazionistica … un elevato livello di occupazione e di protezione sociale … la solidarietà degli stati membri …”.

L'Europa insomma avrebbe dovuto farsi carico di una comune politica economica, facendo seguire all'Unione monetaria anche una vera unione politica.

E invece con ulteriori regolamenti, sottoscritti anche dal nostro Mario Monti, L'Europa ha scaricato tutte le responsabilità dello sviluppo alle politiche economiche di ciascuno Stato.

Una follia perché, prosegue Guarino, gli stati europei hanno perso la sovranità monetaria. E dunque non possono fare manovre sui cambi, stampare moneta, usare la leva dell'inflazione controllata, aiutare le proprie imprese. Non possono indebitarsi per creare occupazione, superare le fasi acute dell'emergenza sociale. Ricostruire, perchè no, una città terremotata.

Un paradosso, perchè nei trattati in realtà l'unico strumento di politica economica lasciato agli stati era proprio quello dell'indebitamento

Ma poi anche questo unico strumento di leva finanziaria è stato di fatto cancellato dai successivi regolamenti che rendono asfissiante il dogma vetero-liberista del pareggio di bilancio e dell'austerity, del'obbligo direstare entro i limiti del 3% rispetto al debito annuo, del 60% rispetto al debito complessivo.

''Nei prossimi mesi – incalza Costantini - l'Italia dovrà trovare oltre 100 miliardi di euro. E questo perché deve rispettare gli impegni che abbiamo sottoscritto come stato membro dell'Eu, a cominciare dal fiscal compact.

Dobbiamo pagare gli enormi interessi sul debito che abbiamo accumulato in pochi anni, perchè l'assurdo meccanismo che sta sotto l'euro ha fatto si che uno stato diventa come un imprenditore qualunque che se ha bisogno di soldi deve farseli prestare dalle banche, e dai detentori di capitale privato, entrando così in una aspirale debitoria. Tutto ciò, gli italiani lo devono sapere- conclude Costantini - ci porterà al tracollo.

Ma del resto gli italiani non sanno nemmeno che per aiutare i paesi in difficoltà nell'eurozona l'Italia fino ad oggi ha sborsato 51,3 miliardi di euro, ovvero circa 13 volte l'introito dell'IMU sulle prime case e circa 17 volte quanto si incasserebbe con un punto di IVA.''

di Filippo Tronca
montaggio di Marialaura Carducci

 


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