Costi della politica...e costi dei calciatori

Nell'era dell'antipolitica e della sfilata dei dissociati, è il caso di un deputato "pentito" in "udienza" da Mentana a Matrix, andiamo a fare un pò i conti in tasca ai nostri rappresentanti nelle istituzioni, con un'occhiata anche agli altri paperoni italiani.
Il parlamentare più ricco della regione risulta essere l'instancabile Andrea Pastore, che ad onor del vero, però, mantiene super attivi i suoi studi notarili e si difende, infatti, affermando di essere un gran lavoratore.
Con un reddito di 394.667 euro, Pastore è seguito niente meno che dal presidente del Senato Marini, ultimo nella lista il "povero" deputato arcobaleno Maurizio Acerbo, con appena 29.987 euro, numeri quasi da impiegato, comunque un bel salto di qualità dal momento che quando nel 2006 si apprestava ad essere eletto in Parlamento, dichiarava che viveva della sua indennità da consigliere comunale di Pescara. Umile anche la dichiarazione di Zizzetto Lolli, il Sottosegretario aquilano allo Sport, che pur essendo uomo di Governo e ricco proprietario immobiliare si ferma a 151.650 euro.
Mentre c'è chi, come il presidente del Consiglio comunale di Chieti Raimondi, richiama all'ordine i consiglieri ricordando loro che l'assise civica "non è un ammortizzatore sociale indiretto".

Bisogna, però, spezzare una lancia a favore dei nostri amministratori, gli assessori al Comune dell'Aquila, infatti, hanno un sistema di indennità degno di attenzione, tanto da poterli assolvere dalle ripetute accuse.
La prima differenziazione che va fatta, è tra assessori che sono liberi professionisti ed assessori che accettano l'incarico da lavoratori dipendenti; i primi, infatti, non avendo alcun vincolo lavorativo, percepiscono, a prescindere dalla loro presenza in Comune o dalle ore di lavoro svolte come assessori, circa 1800 euro mensili, che chiaramente si sommano al guadagno derivante dalla loro professione.
Chi accetta l'incarico assessorile da dipendente pubblico, ad esempio, si trova invece di fronte ad un bivio, con la possibilità di scegliere fra due opzioni, andare in aspettativa dal lavoro, percependo quindi l'intero importo dello stipendio comunale e zero dal proprio impiego di provenienza, oppure mantenere il proprio lavoro con stipendio intero, al quale in questo caso si aggiungerebbe solamente la metà del compenso da assessore, cioè circa 900 euro mensili. C'è da dire che per chi sceglie di restare a lavoro, ci sono una serie di benefici, come 24 ore mensili di permesso pagate senza giustificazione, permessi per ogni convocazione di Giunta, Consiglio e Commissioni ai quali si aggiungono ulteriori 24 ore non retribuite sempre senza giustificazione.
È lampante a questo punto come per qualunque lavoratore dipendente sia conveniente mantenere contemporaneamente il posto di lavoro di provenienza; lo stipendio di un impiegato medio, infatti, supera di certo i novecento euro, senza considerare il disagio che troverebbe in ufficio al suo ritorno, una volta finito il mandato da assessore.
Il tutto, insomma, sta a come si decide di voler assolvere all'incarico dato dal Sindaco. Nell'esempio del comune dell'Aquila, ci sono amministratori che oggettivamente per fare gli assessori ci stanno rimettendo del loro, avendo scelto di adempiere all'incarico in modo opportuno ed a tempo pieno, cosi come ce ne sono altri che percepiscono i 1800 euro ogni mese senza farsi molto vedere in comune, ed è il caso, molto spesso, dei liberi professionisti.
E ad analizzare la somma mensile dei gettoni dei consiglieri, due sono le cose, o guadagnano poco gli assessori, lettura molto plausibile, o percepiscono troppo i consiglieri comunali.
Un ultima frecciata vogliamo lanciarla contro tutte le caste del nostro Paese, che si riconoscono nei dirigenti statali e locali, nei magistrati e quant altro; oggi è il caso dei calciatori. La Gazzetta dello Sport pubblica la busta paga dei giocatori, che si avvicina, mensilmente, a quanto percepito da un deputato annualmente, di cui però nessuno si meraviglia.
(MS)