Crac Villa Pini, l'accusa insiste: "Angelini ha tesoro nelle Antille Olandesi"

L'imputato nega: "Se avessi quei soldi non sarei qui"

08 Maggio 2014   12:15  

Dopo numerosi rinvii, è ripreso presso il tribunale di Chieti il processo a carico dell'imprenditore Vincenzo Angelini per il presunto crac da oltre 200 milioni di euro della suo ex impero, facente capo alla casa di cura Villa Pini.

Nel corso dell'udienza di ieri il dibattimento è stato incentrato quasi esclusivamente sul tesoro da circa 100 milioni di euro che, secondo l'accusa, l'ex re della sanità privata abruzzese avrebbe nascosto nel paradiso fiscale delle Antille Olandesi. A tal riguardo, il pm Giuseppe Falasca ha chiesto alla giuria di ammettere tra i testimoni uno dei nuovi indagati, il commercialista di Francavilla Marco Rovella, colui che, secondo la Procura, avrebbe provveduto ad esportare illegalmente i 100 milioni nei Caraibi.

In base alla ricostruzione effettuata dal consulente della Procura Sergio  Cosentino, la holding Novafin sarebbe stata una sorta di tesoreria ove la proprietà di Villa Pini avrebbe versato i soldi delle prestazioni sanitarie, che però in realtà sarebbero andati a finire nei conti privati di Angelini.

In attesa della decisione della corte in merito alla richiesta di ammettere a testimoniare Rovella, Angelini dal canto suo si è difeso negando l'esistenza del tesoro. "Il solo rapporto che ho con le Antille Olandesi risale  all'immatricolazione di una barca sotto quella bandiera nel 1991, poiché era allora consentito dalla legge. L'unico rapporto  economico con quel Paese" - ha dichiarato l'imprenditore - "risiedeva in un versamento annuale di 2.400 dollari all'ufficio che si occupava di tenere i registri contabili del natante".

"Sfido la Procura a trovare una pista tracciabile del trasferimento di tale somma" - ha concluso Angelini - "e secondo voi, se avessi quei soldi sarei qui?".


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