Crescono depositi e risparmi, ma fermo il credito alle imprese

18 Novembre 2016   12:08  

Diminuisce senza soluzione di continuita' il credito erogato in Abruzzo alle imprese, indipendentemente dalla loro dimensione o natura giuridica.

Mentre a dispetto di cio' crescono depositi e risparmi postali, e pure a ritmo doppio della media Italia.

Lo attesta lo studio messo a punto per la Cna regionale da Aldo Ronci su dati di Bankitalia, secondo il quale tra aprile e giugno di quest'anno si e' registrata una ulteriore caduta di impieghi verso i comparti produttivi di ben 69 milioni di euro rispetto al trimestre precedente.

Un dato che pone l'Abruzzo in netta, negativa controtendenza, rispetto alla media Italia: -0,47% a fronte di un incremento dello 0,20% nazionale. A pagare il prezzo piu' alto della chiusura a doppia mandata delle casseforti, tra i territori abruzzesi - fa eccezione solo l'Aquilano, con +37 milioni di euro - sono state tutte e tre le altre province: un po' il Teramano (-9), assai piu' pesantemente tanto il Pescarese (-42) che soprattutto il Chietino (-55).

A fare le spese della chiusura dei cordoni della borsa da parte del sistema bancario - ma la contrazione che non riguarda le famiglie, cui e' andato un aumento di 75 milioni - sono state le imprese: non importa di quali dimensioni o natura: "Perche' tra aprile e giugno - spiega il curatore dell'indagine dati alla mano - il decremento del credito alle imprese fino a 5 addetti, dimensione dell'artigianato e della micro-impresa e' stato di 8 milioni di euro, cui vanno aggiunti i 61 delle societa' 'non finanziarie': per un totale di 69 milioni".

Quanti ai settori produttivi, nessuno si e' salvato dai tagli.

L'attivita' economica che in Abruzzo ha subito il decremento piu' consistente e' quella manifatturiera con 84 milioni in meno; mentre hanno registrato decrementi meno importanti le costruzioni (-30), e i servizi alle imprese (-24). Unica attivita' che e' riuscita a segnare un incremento apprezzabile, il settore immobiliare (+58).

Il quadro a tinte fosche sul credito stride visibilmente con i dati relativi a depositi e risparmio postale. Perche' nella "pancia" degli istituti bancari abruzzesi e delle Poste, nel secondo trimestre dell'anno gli abruzzesi hanno depositato 129 milioni di euro in piu', con un valore percentuale doppio rispetto alla media Italia: 0,51% contro 0,25.

L'incremento delle "sofferenze", ovvero dei crediti divenuti inesigibili da parte delle banche e' stato di 77 milioni di euro, con una crescita percentuale dell'1,83% (media Italia 0,99%).

Quota tanto elevata da generare una impennata tanto nel rapporto con il credito erogato (17,19%, a fronte dell' 11,90% nazionale con un differenziale di 5,29 punti percentuali) che sui tassi d'interesse praticati nei confronti della clientela: 8,03% con uno spread di 2,82 punti percentuali rispetto alla media Italia.

Ultima considerazione, stavolta sul trimestre precedente: con la cessione dei propri crediti in sofferenza da parte delle quattro banche in amministrazione straordinaria (Banca delle Marche, Banca dell'Etruria, Cariferrara e, in Abruzzo, Carichieti) si e' determinata nelle regioni di riferimento un crollo degli impieghi. Crollo che per l'Abruzzo si e' tradotto in una flessione di ben 696 milioni di euro, pari a un decremento percentuale del 2,88%: secondo peggior risultato tra le regioni italiane dopo le sole Marche


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