Crisi E-Care, Coalizione Sociale: "No ad altri licenziamenti, innalzare la qualità del lavoro"

10 Novembre 2017   10:43  

In un territorio dove "piovono" milioni di euro l'anno, la crisi occupazionale è sempre più grave, come dimostrano numerosi rapporti anche di recente pubblicazione. Ne è un esempio lampante la crisi del call center E-Care di Monticchio, dove ben 200 persone sono giudicate dall'azienda in esubero e quindi rischiano di perdere a breve il lavoro, che in molti casi rappresenta l'unica entrata in famiglia.

Sindacati, Regione e anche il Sindaco (allora candidato in campagna elettorale) chiesero in estate l'apertura del tavolo ministeriale. Oggi questo è stato aperto ma finora è servito solo a prendere atto dello strappo dell'azienda, che senza colpo ferire sostiene neanche tanto velatamente la volontà di andare via da L'Aquila. Dalla stessa città, è doveroso ricordarlo, dove era arrivata all'indomani del terremoto nel 2009, attratta dal profumo degli incentivi pubblici.

Esprimiamo piena solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici di E-Care e ci mettiamo a disposizione per contribuire alla risoluzione del problema. Siamo inoltre consapevoli che, a differenza di quanto sostenuto da alcuni e annunciato dalla destra in campagna elettorale, è oggi velleitario considerare quello dei contact center "settore strategico per il futuro della città". E la vicenda E-Care, come quella di altre aziende presenti a L'Aquila, ne è la dimostrazione: per ridurre sempre più il costo del lavoro, il settore continua ad essere caratterizzato da una folle corsa al “massimo ribasso”, provocando così continue delocalizzazioni. Inoltre, in assenza di concreti investimenti, in futuro sarà uno dei primi a subire gli effetti dell'automazione tecnologica.

Occorre invece impostare finalmente una visione d'insieme sul futuro dell'economia cittadina, basata innanzitutto sull'innalzamento della qualità e delle condizioni di lavoro, senza perdere di vista l'obiettivo prioritario: evitare di perdere da subito altri posti di lavoro. La città, già fortemente sofferente, non potrebbe reggerlo.


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