Crisi di Governo, Di Maio alza la posta, 'Programma M5s o voto'. Pd, ultimatum irricevibile

30 Agosto 2019   20:25  

"Domani mattina si terrà una riunione per lavorare al programma di governo, coordinata dal Presidente Conte". Lo rende noto Palazzo Chigi. "Dopo aver concluso le consultazioni con tutti i gruppi parlamentari di Camera e Senato il Presidente del Consiglio incaricato Giuseppe Conte ha incontrato una delegazione del Movimento 5 Stelle, composta da Francesco D'Uva e Stefano Patuanelli e una delegazione del Pd composta da Dario Franceschini e Andrea Orlando. Nell'incontro si è delineato un percorso di lavoro per consentire al Presidente incaricato di elaborare un programma condiviso da entrambe le forze politiche sulla base delle prime linee programmatiche che gli sono pervenute". "Lunedì il Presidente incaricato continuerà le consultazioni incontrando una delegazione di rappresentanti delle popolazioni terremotate e una delegazione di rappresentanti delle associazioni dei disabili."

Di Maio alza la posta per il governo dopo il colloquio con Conte nelle consultazioni per la formazione del nuovo governo. 'Se entreranno i punti M5s nel programma di governo si parte, altrimenti meglio il voto', ha detto dopo aver consegnato al premier incaricato una lista di 20 punti. Ma non la modifica dei decreti-Salvini sulla sicurezza secondo le osservazioni del Quirinale. 'Non rinneghiamo questi 14 mesi di governo', afferma Di Maio. E' scontro con tutto il Pd che respinge l'aut-aut.

Riunione a Palazzo Chigi, a quanto si apprende, tra il premier Giuseppe Conte, una delegazione Pd formata da Dario Franceschini e Andrea Orlando e i capigruppo M5S Francesco D'Uva e Stefano Patuanelli. La riunione, si apprende ancora, era pianificata da giorni. In un tweet il segretario del Pd Nicola Zingaretti precisa: 'Zingaretti, stop ultimatum o non si va da nessuna parte'.

"Luigi Di Maio ancora una volta ha ribadito che per il MoVimento 5 Stelle i temi sono al centro di qualsiasi azione politica. Non comprendiamo lo stupore di alcuni. Per noi conta il programma, contano le soluzioni ai problemi degli italiani, non le poltrone. E ci auguriamo che sia così per tutti". Precisa M5S in una nota."E' stato così con l'elezione del presidente della Repubblica - viene puntualizzato -, è stato così quando si è trattato, poco più di un anno fa, di approvare il contratto di governo per la nascita dell'esecutivo uscente e sarà così quando, tra qualche giorno, si tratterà di votare in relazione al prossimo eventuale governo". 

"Il voto degli iscritti del Movimento 5 Stelle sulla piattaforma Rousseau conta". Si legge sul Blog delle Stelle. "Non e' un vezzo, ma uno strumento che la nostra comunità politica si e' dato per far arrivare nelle istituzioni la voce dei cittadini - si sottolinea - Ricordiamo a chi critica questo strumento che ogni eletto del Movimento, dai Comuni all'Europarlamento passando per Regioni e Camere, e' un portavoce di queste istanze. Rousseau conta perche' e' parte integrante dei nostri processi decisionali".

"I gruppi parlamentari del Movimento 5 stelle hanno un ruolo importante e stanno lavorando intensamente in questi giorni per definire un possibile programma di governo, nell'esclusivo interesse degli italiani, poi la parola passerà agli iscritti certificati della piattaforma Rousseau e ci atterremo, com'e' ovvio, alla loro decisione". E' quanto si legge sul Blog delle Stelle.

Ma il Pd non ci sta e accusa i pentastellati di aver cambiato idea. 'Gli ultimatum di Di Maio sono inaccettabili' precisano Del Rio, Boschi, De Micheli, Orlando.

Cambio idea? Parlare di ambiente e chiedere un governo pro impresa significa aver cambiato ideaChiedere di abbassare le tasse significa cambiare idea? Ribadiamo: contano le soluzioni, non le poltrone. E qui il punto è un altro: noi vogliamo cambiare veramente il Paese". Così fonti M5S replicano alle accuse del Pd. Getta acqua sul fuoco anche il capogruppo al Senato Patuanelli. "Non c'è da preoccuparsi di niente". Lo ha detto lasciando Montecitorio per dirigersi a palazzo Chigi a chi gli chiedeva come interpretare le dure parole pronunciate da Luigi Di Maio dopo l'incontro con il premier incaricato. Il senatore ha inoltre risposto affermativamente alla richiesta se la trattativa per il governo continui ad andare avanti. 

Uno dei nodi resta comunque il decreto sicurezza. Il capo politico del Movimento si è detto contrario a modifiche: 'Non rinnego il lavoro fatto'. "Chiediamo il recepimento delle richieste di Mattarella, e' una indicazione in accordo con i Cinque Stelle". Lo ha detto la vicesegretaria del Pd, Paola De Micheli, parlando della revisione del decreto sicurezza, davanti al Nazareno. 


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