Crolli. Lo studio di Abruzzo Engineering, pm indaga

L'inchiesta sulle morti annunciate

24 Aprile 2009   12:45  
Un allarme vecchio di tre anni. Uno studio dapprima commissionato, poi eluso. Un capitolo oscuro narra le premesse di una tragedia annunciata, ma la Regione sembra ignorarlo. Passa il tempo e una tranquilla notte di primavera la terra trema, sussulta, si torce, si spacca. Quasi 300 le vittime del disastro sismico. Quali e quante di queste potevano scampare alla morte? E' ciò che intende appurare la Magistratura aquilana, in questi giorni intenta ad indagare tra i molteplici atti, esposti, rapporti e studi commissionati da enti pubblici e privati in merito all'agibilità degli edifici aquilani.

Circa tre anni fa ad esempio, uno studio sulla precarietà di costruzioni come la Casa dello studente, l'ospedale San Salvatore, e la Prefettura dell'Aquila aveva raggiunto la Regione. Un rapporto firmato nero su bianco e pagato dai contribuenti era stato elaborato dalla società mista Abruzzo Engineering, ex Collabora Engineering, che su commissione della Protezione Civile aveva accettato il compito di esaminare la staticità di alcuni edifici pubblici del Capoluogo aquilano. Dapprima guidata dall'ex segretario di Del Turco, Lamberto Quarta, e poi passata alla conduzione di Raffaele Marola, la società aveva inviato al Palazzo della Regione una lista dettagliata di circa 70 edifici in stato di  "criticità", indicando espressamente operazioni e costi necessari per renderli sicuri.

Le strutture definite "ad alto rischio" presenti nell'elenco erano quattro. Prefettura, Ospedale, Casa dello studente e un edificio scolastico erano stati segnalati come insicuri. Per risolvere le criticità strutturali dell'edificio che ha seppellito parte del nostro futuro ad esempio, l'Abruzzo Engineering aveva preventivato una spesa di circa 1,4 milioni di euro. Ora questo studio è nelle mani della Procura dell'Aquila. Ma perchè, una volta iniziato lo sciame, Protezione Civile e Regione non hanno provveduto a sfollare tali strutture? Ammesso che i fondi per la messa in sicurezza degli edifici segnalati non fossero ancora disponibili, possibile che nessuno abbia paventato la possibilità di scosse più forti e pertanto mortali per le persone presenti in tali precari stabili? Con il senno di poi è facile, questo lo sappiamo. Sta alla solerzia dei magistrati abruzzesi scoprire quanto effettivamente potesse essere evitato. Qualcuno sostiene sia “esagerato” affermare che alcune delle morti avvenute tramite il sisma fossero annunciate. Ma un'esagerazione, si sa, è soltanto una verità che ha perduto la calma.


gdc 

 

 


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