L'adesione allo sciopero di due ore, proclamato dalla Cgil e dalla Uil nei settori metalmeccanico ed edile dopo l'incidente nel cantiere di Esselunga a Firenze, ha raggiunto il 60% in Abruzzo. Questo emerge dai dati resi noti dai due sindacati, che sottolineano la gravità della situazione, definendo l'Abruzzo come "la regione italiana con la più alta incidenza di morti sul lavoro rispetto alla popolazione attiva".
La protesta è stata accompagnata da un presidio regionale a Teramo, davanti alla Prefettura, con la partecipazione del presidente dell'Anci Abruzzo e sindaco di Teramo, Gianguido D'Alberto, e del candidato presidente della Regione Abruzzo per la coalizione di centrosinistra, Luciano D'Amico. La delegazione sindacale è stata ricevuta dal prefetto, il quale si è impegnato a trasmettere le richieste al governo nazionale.
I segretari generali della Cgil Abruzzo Molise, Carmine Ranieri, e della Uil Abruzzo, Michele Lombardo, hanno sottolineato la necessità di un "radicale cambiamento nelle politiche di tutela dei lavoratori", con richieste che includono un allargamento della tutela negli appalti, maggiori controlli nelle filiere e l'eliminazione dei subappalti a cascata.
Nonostante una diminuzione degli infortuni, il numero di morti sul lavoro in Abruzzo nel 2023 è aumentato del 71% rispetto all'anno precedente, con un totale di 36 vittime. I sindacati esprimono forte preoccupazione per questa situazione, attribuendo le cause a fattori come il subappalto a cascata, la mancanza di controlli ispettivi e l'inapplicazione dei contratti nazionali del settore.
Di fronte all'apparente inerzia del governo nazionale nel gestire il problema della sicurezza sul lavoro, la Cgil e la Uil alzano la voce, accusando l'esecutivo di non fare abbastanza per prevenire tali tragedie. Resta quindi evidente la necessità di una revisione delle leggi sul lavoro e del sistema degli appalti, oltre a un maggiore impegno nel garantire il rispetto delle norme sulla sicurezza attraverso controlli più efficaci sulle imprese.