Cuba, agli arresti domiciliari l´italiano Alfio Bosio. Determina

05 Settembre 2006   10:35  
Sono stati concessi gli arresti domiciliari ad Alfio Bosio, il bresciano residente a Cuba, arrestato sabato 26 agosto per immigrazione illegale. Il centro di accoglienza dell´ufficio immigrazione dell´Avana non è un carcere ma poco ci manca fa sapere Bosio "perchè ho condiviso la detenzione con persone accusate anche di traffico e spaccio droga: italiani, cubani, colombiani, argentini". Bosio è sposato e padre di una bambina di cinque anni che proprio ieri mattina ha iniziato la prima classe della scuola primaria. Per poche ore il bresciano 57enne non ha potuto accompagnare il classe la bambina, che non sapeva nulla di dove fosse il padre e chiedeva continuamente alla mamma perchè suo papà fosse sparito proprio ora che lei doveva cominciare la scuola. "Le ho raccontato che sono partito per lavoro", prosegue il disoccupato ex dirigente commerciale di una multinazionale canadese del settore internet con sede anche a L´Avana, che ha lasciato Cuba dopo che il governo ha chiuso la Zona franca della Capitale a diverse società straniere. Proprio il licenziamento è stato la causa dell´impossibilità a rinnovare la residenza "temporal" che a Cuba è necessaria pure se si ha famiglia e figli minori. "Se sono stato liberato così presto è grazie all´ambasciatore Domenico Vecchioni (nella foto, a Pescara con Gianni Melilla, ndr) - rivela Bosio - che mi è venuto a trovare. Forse ora otterrò la residenza permanente". "Il colloquo con Vecchioni è stato fatto alla presenza di due ufficiali dell´immigrazione - prosegue Bosio - però, dall´epilogo così rapido per Cuba ho capito che è stato determinante. E pensare - prosegue il bresciano residente a Cuba da 10 anni circa - che avevo pagato anche 60 pesos convertibili (60 dollari Usa) per la richiesta di proroga in base alla possibilità di continuare la negoziazione con le autorità cubane sulla base di un incarico di responsabile in Cuba del progetto di cooperazione internazionale con l´Italia. Chissà se, con la concessione della residenza permanente, potrò continuare a lavorare". Quindi, per Bosio si allontana l´ipotesi di espulsione e rimpatrio coatto in Italia. L´Ambasciata sta anche lavorando all´istanza che l´italiano ha fatto a inizio luglio scorso per chiedere aiuto sia economicamente sia per risolvere la vertenza in corso con la sua ex impresa, di cui era anche socio, che non l´ha ancora né rimborsato della quota sociale né liquidato. Ma anche la possibilità per poter andare in pensione, visto che il 22 agosto scorso Bosio ha compiuto 57 anni e 35 anni di contributi fra Italia e Canada. A differenza delle altre, l´Ambasciata d´Italia a Cuba, nonostante i duemila italiani residenti sull´isola, non è ancora provvista di terminale Inps per poter accettare le domande di pensione.

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