"Un altro sfregio si sta consumando senza colpo ferire, la chiusura del Ciapi e' alle porte".
Lo denuncia il Capogruppo del PD in Consiglio Regionale Camillo D'Alessandro .
"Stamane ho incontrato i lavoratori e le rappresentanze sindacali del Ciapi e mi pare che non esista alcun progetto da parte della Regione, ancora una volta si paventa un atteggiamento 'pilatesco' dove si evita di entrare nel merito". "Non si tratta di difendere - spiega il Capogruppo del PD - l'esistente a tutti i costi, bensi' di capire perche' si e' arrivati ad una Fondazione Ciapi indebitata e l'associazione Ciapi il cui debito sfiora i 3 milioni di euro.
Non io, ma l'Assessore Gatti il 9 luglio del 2010 sottoscrisse un verbale con le rappresentanze sindacali nel quale annuncio' l'impegno di estinguere la Fondazione facendo transitare tutti i lavoratori nell'associazione, porre in liquidazione l'Associazione Ciapi, istituire un nuovo soggetto che abbia il compito di assorbire tutti i lavoratori dell'Associazione Ciapi."
"Dal 2010 - prosegue D'Alessandro - il nulla, anzi si e' arrivati all'orlo del precipizio, forse perche il Ciapi non ha sede nella provincia dell'Assessore Gatti, ma solo in quella di Febbo".
"In Abruzzo serve o non serve la formazione? Quale tipo di formazione? La formazione deve garantirla il privato e basta? Quale possibilita' di integrazione? Quanto del lavoro del Ciapi puo' essere salvaguardato ed utile all'Abruzzo?
Infine - conclude D'Alessandro -la Regione e' totalmente inadempiente rispetto ai suoi precisi obblighi : inadempiente nel versamento delle proprie quote associative, inadempiente nel trasferimento dei beni immobili, inadempiente nel pagamento di quanto dovuto per il personale Ciapi trasferito alla Regione".