E' ancora fumata nera in commissione giustizia del Senato sul ddl diffamazione.
Nessun voto sul testo e' stato espresso e la seduta e' stata aggiornata alle 14,30, per affrontare il nodo dell'interdizione dalla professione giornalistica a seguito di condanna.
Sulla norma - che e' stata riformulata per la quinta volta e messa nero su bianco, prevedendo la possibilita' di comminare anche l'interdizione dalla professione per un periodo che va da uno a tre mesi, da uno a sei mesi, o in caso di ulteriore recidiva da un mese ad un anno - si preannuncia gia' l'astensione dell'Idv e la contrarieta' dei senatori del Pd Vita e Casson.
Non solo, la capogruppo in commissione giustizia (e relatrice del provvedimento insieme al presidente Berselli), Silvia della Monica, nell'annunciare la fumata nera sul ddl, rilancia sull'impossibilita' di andare avanti sul testo.
"La ripresa dei lavori in Commissione giustizia del Senato sul ddl diffamazione dimostra la difficolta' o meglio l'impossibilita' di concludere l'iter del provvedimento - osserva la senatrice - Le problematiche sono cosi' complesse da impedire perfino un accordo tecnico sui singoli emendamenti.
Sarebbe opportuno che l'esame di una legge cosi' importante potesse proseguire per tutto il tempo necessario per gli opportuni approfondimenti e, dunque, libero da condizionamenti dell'emergenza.
D'altronde - conclude Della Monica - il caso specifico su cui una legge potrebbe intervenire ha altre soluzioni istituzionali".
Luigi Li Gotti per l'Idv spiega la sua astensione (che in Senato vale come voto contrario) sull'emendamento che riguarda l'interdizione con il fatto che esso presenta delle incongruenze: se il giudice non stabilisce la sospensione nei primi due casi perche' il fatto era magari banale non si vede perche' possa essere messo nelle condizioni di farlo di fronte ad un' ulteriore recidiva, stabilendo in questo caso uno stop dalla professione che puo' durare un anno.
Perentori anche Vita e Casson del Pd che annunciano voto contrario.
"Il ddl e' diventato un pastrocchio giuridico, meglio abbandonarlo, tanto piu' visto che l'accordo politico che era stato raggiunto e' gia' saltato in aula", osserva Casson.
Sull'emendamento bisognera' anche vedere quale sara' il parere dei relatori che ancora non lo hanno formalizzato.