Da Chiodi e Cialente non una parola sulle case popolari

Ricostruzione

03 Febbraio 2010   18:44  

Scrive Pio Rapagnà, coordinatore del movimento "Mia Casa d'Abruzzo":

Il Presidente della Regione Abruzzo ed il Sindaco dell'Aquila, in qualità di nuovi Commissario e Vice-Commissario alla ricostruzione, per tutto il corso della lunga e dettagliata conferenza stampa tenuta a L'Aquila per la presentazione del “loro” programma di attività, non hanno “mai” citato la problematica inerente la Edilizia Residenziale Pubblica la cui proprietà, attraverso i rispettivi Assessorati ed “enti strumentali” fa capo sia alla Regione che ai Comuni.

Sia il Dott. Gianni Chiodi che il Dott. Massimo Cialente, pur responsabili “in solido” della ricostruzione, non hanno detto una parola per “giustificare” i motivi per i quali dopo 10 mesi dal terremoto molte famiglie di Inquilini e Assegnatari ATER e dei Comuni del cratere non possono ancora rientrare negli alloggi pubblici (non dei privati) classificati A, B e C, nel mentre non hanno detto “nulla di nulla” in merito alla riparazione, ricostruzione o abbattimento e messa in sicurezza degli alloggi classificati E ed F, per i quali la Ordinanza di Ferragosto, firmata dal Presidente del Consiglio dei Ministri, si stabiliva un finanziamento di 150 milioni di euro, nessuno dei quali ancora utilizzati..

Eppure, sia Il Presidente Chiodi che il Sindaco Cialente sanno benissimo che fino ad aggi, purtroppo, non è stato aperto alcun “cantiere” da parte dei “soggetti attuatori” e non è stato effettuato nessun intervento di “ricostruzione leggera” degli alloggi pubblici classificati A, B e C, mentre per la “ricostruzione pesante” degli alloggi classificati E ed F nessuno ha ancora provveduto a predisporre l'apposito piano così come richiesto dal Comma 3, art. 2 dell'Ordinanza n. 3803 del 15 agosto 2009.

Il Mia Casa prende atto con “grande rammarico e delusione” che, di fronte alla gravità della situazione della Edilizia Residenziale Pubblica e delle rispettive famiglie di Inquilini e Assegnatari, nemmeno i “Commissari abruzzesi” del Governo e della Protezione Civile sentano il dovere “istituzionale e morale” di dare un segnale di “sensibilità ed attenzione” a migliaia di famiglie forse considerate di serie B (ma questo sarebbe una vera e propria forma di discriminazione e di incoffessabile razzismo “di èlite”). Ad ogni buon fine, hanno tutto il tempo, se voglione e se possono, per recuperare sia le idee che il tempo perduto.


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