Denis Cavatassi: collette in Abruzzo per tirarlo fuori dal carcere thailandese

04 Aprile 2011   11:30  

Ci si mobilita per Denis Cavatassi il 45enne imprenditore di Tortoreto arrestato  in Thailandia con l’accusa di essere il mandante dell’omicidio  del ristoratore Luciano Butti.

A Rosto infatti si è organizzano collette come quella che si è tenuta al Circolo culturale Chaikhana. E' stato possibile devolvere un contributo, girato alla famiglia, per la causa “Denis Libero“.

L’imprenditore doveva essere rilasciato su cauzione ma il Tribunale di Phuket, cui è pervenuta tutta la documentazione necessaria, fideiussione bancaria compresa, non si è ancora espresso. Cavatassi e Butti gestivano insieme un ristorante sull’isola di Phi Phi, dove la vittima viveva dal ’91. 

Cavatassi è stato arrestato  insieme ad altre tre persone (una di queste è il manager di uno dei ristoranti di Butti). Secondo gli inquirenti, e in base anche alla confessione di uno degli arrestati, pare che Butti avesse un debito nei confronti di Cavatassi di oltre sette milioni di Baht, ovvero circa 200 mila euro.

Di questioni burocratiche che allontanano la scarcerazione parla la sorella di Cavatassi:

“La burocrazia qui ha ulteriormente allungato i tempi – scrive la sorella Romina in un aggiornamento su Facebook – e quest’attesa comincia ad essere estenuante. Vi prego di aiutarci mantenendo viva l’ attenzione e stimolando il più possibile media e tam tam virtuale.

Sono arrivata in Thailandia il 19 marzo per una vacanza da sogno che purtroppo si è trasformata in un incubo. Chiunque conosca Denis non ha avuto e non ha il minimo dubbio sulla sua innocenza e sul fatto che sia stato incastrato in una bruttissima vicenda.

Denis è molto scioccato ma sta fisicamente bene. Le prove sono praticamente inesistenti per non dire assurde e per quanto uno si possa sforzare di pensare non esiste nessun movente plausibile”


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