Derby, L’Aquila vince a Chieti 2 a 1

I rossoblu raggiungono in zona play off i teatini

19 Dicembre 2010   21:03  

CHIETI - Dopo undici anni di astinenza, L’Aquila rompe l’ incantesimo dell’ Angelini e torna a vincere a Chieti, regalando ai propri tifosi il derby d’ Abruzzo. Partita vibrante ed equilibrata, il risultato più giusto, lo diciamo subito, sarebbe dovuto essere il pareggio. Con il predominio territoriale equamente diviso tra le due compagini nei diversi frangenti dell’ incontro, ed il Chieti più pungente in un paio di occasionissime sventate da un super Testa.

Ma a gongolare, in conclusione, sono i rossoblu, che colgono tre punti d’ oro perché giunti in un derby ed in trasferta, dove L’Aquila non vinceva da San Giovanni Valdarno, e che consentono loro di piazzarsi in piena zona play off, proprio in compagnia del Chieti ed in attesa dei recuperi di Giacomense e Poggibonsi. Sopra le righe le prestazioni di Testa, sempre più autentico capitale sociale, e dei rilanciati Leccese e Pietrella. Due che oggi hanno lanciato più di un segnale a Bitetto. Tecnica, corsa e cuore la prova dell’ argentino, a cui è mancata solo la rete, finalmente decisivo Pietrella (nella foto), perfetto esterno da 4-4-2 e marcatore di giornata.  

Resta invece tanto rammarico al Chieti di Vivarini, per una sconfitta giunta in rimonta, quasi allo scadere ed in seguito alla sfortunata autorete di Bigoni. Con tanto di tourbillon di polemiche sulla conduzione arbitrale. Ma il ben fatto del 2010 resta, così come le prestazioni incoraggianti di Amadio, Fiore e del buon Serpico.  

Caro, vecchio calcio. Varchi e doppi varchi, zone di prefiltraggio, biglietti nominali e documenti di riconoscimento, file interminabili e stadi sempre più vuoti. All’ arrivo a Chieti, chi frequenta l’ Angelini una o due volte l’ anno si accorge subito che un parcheggio non c’ è più: adesso è occupato dalla cosiddetta zona di prefiltraggio. Che però non apre fino alle 14:05, perché un carroattrezzi è impegnato a liberarla da alcune macchine parcheggiate lì dalla sera precedente. Poco male direte voi, nel frattempo si va al botteghino a fare il biglietto. No, perché i botteghini sono all’ interno della zona di prefiltraggio, dove non si accede senza biglietto, quindi tutti coloro di tagliando sguarniti (chietini e aquilani) si recano, spaesati, in una ricevitoria a 300 metri dalla stadio dove una ragazza con un solo terminale è addetta a smaltire la coda impaziente. Un sistema sicuro, per carità, ma efficiente per una partita di prima categoria, non per un derby di Seconda Divisione. Risultato? Un centinaio di persone entreranno a ripresa iniziata, la restante parte rinuncerà tornando a casa o riprendendo l’ autostrada. L’ interrogativo, retorico, sorge spontaneo: in questa maniera si corregge o si affossa il sistema calcio? Metteteci questo, metteteci una crisi economica che fa rimpiangere il livello della vecchia C2, metteteci le pay tv, allo stadio si conteranno a fatica un migliaio di spettatori, duecento aquilani compresi.     

La conduzione arbitrale. Mediocre, da ambo le parti. Macchiata da un metro di giudizio eccessivamente all’ inglese e che troppo ha tollerato fin dall’ inizio. Una condotta forse non all’ altezza di un derby e che alla fine ha surriscaldato decisamente gli animi. Con la differenza che il Chieti ha sofferto di più il metro di giudizio di Vallesi di Ascoli, vedendo spesso vanificata la conduzione del gioco dai tignosi contrasti dei mediani rossoblu, mentre L’Aquila ha sfruttato la situazione giocando ad interdire e ripartire. E con l’ umana conseguenza che se per i vincitori tutto passa in secondo piano, così non è per chi perde immeritatamente. Ma, obiettivamente ed a giustificazione dell’ arbitro, nessuna decisione della terna ha influito sui gol o sugli episodi decisivi, dove solo imprecisione, bravura e fortuna hanno fatto la differenza. 

La partita. Assente Mucciante, Vivarini rimpiazza il capitano con il giovane Serpico; a centrocampo invece Berardino prende il posto di Sabbatini, per il resto stesso 4-4-2 vincente di domenica scorsa.

Bitetto invece deve fare a meno di Ruggiero appiedato e di Ruscitti, Falconieri e Cavasinni infortunati. Nel solito 4-3-3 spazio quindi a Di Francia e Cutrupi in difesa, mediana inedita formata da Onesti, Perfetti e Pietrella, trio d’ attacco composto da Potenza, Galli e Leccese.

Rossoblu ordinati fin da subito, i primi venti minuti sono loro appannaggio. La fase di non possesso funziona e le ripartenze sono affidate ai tre là davanti. Così al 7’ Leccese se ne va a destra, salta Pepe e crossa in mezzo, Galli è solo nell’ incornare ma schiaccia troppo smorzando la potenza della conclusione, facile preda di Bifulco. Ma il Chieti prende le misure all’ avversario ed alza il baricentro, creando la superiorità sulle corsie laterali. Ed al 25’ per poco non trova il vantaggio: Bigoni dalla destra centra per la testa di Buttazzoni, Testa si allunga a terra e sventa, la palla rimane sulla linea ma l’ estremo aquilano è bravo nel bloccare la sfera. Per i rossoblu ancora pericoli dalle fasce: prima è pericoloso Berardino che al 30’  scende sulla sinistra, supera Cutrupi e crossa in mezzo, Di Francia sventa, poi due minuti più tardi dalla destra Fiore imbecca per la testa di Rosa, a lato di poco.

Nella ripresa Bitetto cambia le carte in tavola e passa al 4-4-2: Potenza arretra a centrocampo, Pietrella si allarga sulla sinistra. E’ la chiave tattica della partita perché, episodi a parte, L’Aquila non soffrirà più le folate esterne e Leccese, accentrandosi, avrà più spazio per impensierire la difesa neroverde. Anche Vivarini cerca lo scossone ed al 14’ inserisce Sabbatini per Buttazzoni. Mossa azzeccatissima perché dopo neanche un minuto Sabbatini scappa a sinistra, Prete con la sua deviazione favorisce Fiore che in mezza girata fulmina Testa di sinistro. Ma la reazione aquilana è presto servita ed al 18’ Potenza dalla destra mette in mezzo all’ altezza del limite, velo di Galli per Pietrella che stoppa di petto e di destro spedisce all’ angolino. Fase di stallo, la mischia si accende a centrocampo, poi al 37’ il Chieti ha l’ occasione per riportarsi in vantaggio: Esposito dalla destra pesca Rosa in area, questi controlla e tira, Testa è strepitoso nel parare a terra, la difesa spazza. Gol mangiato gol subito, è proprio il caso di dirlo, perché al 38’ Leccese si destreggia in mezzo a due, protegge palla ed appoggia per Perfetti che dalla sinistra crossa in mezzo, Bigoni in area ci mette il piede nel tentativo d’ intercettare e devia sfortunatamente in rete, coadiuvato dal palo. I neroverdi perdono le staffe e Ferretti ne fa le spese al '43, rimediando per proteste il rosso diretto. Chieti comunque in avanti alla ricerca del pareggio, L’Aquila per poco non ne approfitta: in pieno recupero Compierchio orchestra il contropiede, Piccioni si invola verso Bifulco ma sciupa tutto regalando al portiere con un tocco morbido.

CHIETI – L’AQUILA    1 a 2

MARCATORI Fiore 15’ s.t., Pietrella 18’ s.t., autorete di Bigoni 38’ s.t.

CHIETI (4-4-2)  Bifulco; Bigoni, Serpico, Pepe, Ferretti; Fiore (dal 26’ s.t. Esposito), Vitone, Amadio, Berardino (dal 36’ s.t. D’ Ancona); Rosa, Buttazzoni (dal 14’ s.t. Sabbatini). (D’ Ettorre, Safon, Gialloreto, Cardinali) All. Vivarini

L'AQUILA (4-3-3) Testa; Cutrupi, Garaffoni, Di Francia, Prete; Pietrella (dal 28’ s.t. Giraldi), Onesti, Perfetti; Potenza (dal 46’ s.t. Compierchio), Galli (dal 46 s.t. Piccioni), Leccese. (Modesti, Natalucci, Blaiotta, Cecchetti) All. Bitetto
ARBITRO Vallesi di Ascoli Piceno.
NOTE spettatori 1000 circa con 200 aquilani al seguito. Espulso Ferretti al 43’ s.t., allontanato Vivarini al 34’ s.t.; ammoniti Garaffoni, Sabbatini, Pietrella, Esposito, Cutrupi, Giraldi. Angoli 4 a 3. In curva ‘Volpi’ esposto lo striscione “Ciao Antonello”, in ricordo del giovane Proietto, scomparso tragicamente in settimana.

Alessandro Fallocco


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