Di Orio dà forfait, e Brunetta s'infuria: ora venga lui a Roma

Confindustria: imbarazzo e sconcerto

17 Gennaio 2011   18:52  

Una incomprensione, o meglio, un vero e proprio difetto di comunicazione ha scatenato un incidente diplomatico a L'Aquila, dove il rettore Ferdinando Di Orio ha dato forfait all'incontro inaugurale della collaborazione fra la Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione e l'Ateneo federiciano.
Per l'occasione, oggi pomeriggio nel capoluogo era arrivato il ministro Renato Brunetta, che col rettore avrebbe dovuto sottoscrivere il primo progetto di ricerca previsto nel programma didattico su digitalizzazione e innovazione tecnologica fra le pubbliche amministrazioni che dovrebbe vedere l'Università dell'Aquila in prima fila in campo nazionale.
Così, tutto rimandato, magari a Roma. E mentre il direttore amministrativo dell'Ateneo assieme al prorettore Volpe assicurano che una febbre alta (di cui si sapeva dalle 9 di stamattina quando il rettore ha fatto una breve visita in ufficio) ha costretto Di Orio a disertare l'incontro, si rincorrono le più maliziose interpretazioni che parlano di un gesto voluto, che farebbe seguito all'ultimo scontro fra il rettore e il ministero dell'Istruzione su alcuni fondi destinati all'Ateneo aquilano, tagliati e poi ripristinati dalla stessa Gelmini.

servizio Marco Signori
riprese Diego Lepiscopo

 

CONFINDUSTRIA: SCONCERTO E INCREDULITA'

"Sconcerto e incredulità" è la reazione alla mancata presenza del rettore, del Presidente di Confindustria L’Aquila, Fabio Spinosa Pingue.
"Sono questi - spiega - gli episodi che trasformano dichiarazioni da bullo, come quella di Borghezio, in argomento mediatico. Un semplice rumore di fondo, quali sono le varie prese di posizioni contro il Meridione, rischiano invece di entrare nella dialettica politica quando personaggi di grande responsabilità istituzionale confondono il personaggio con l’Istituzione che rappresentano.
E’ di fronte a tanta confusione e scarso senso di responsabilità che parole furbescamente infarcite con qualche demagogico concetto condiviso da molti, rischiano invece di assurgere a verità. Sarebbe facile, adesso, puntare di nuovo il dito contro l’Abruzzo e accusarlo di dimostrare scarso attaccamento al territorio, scarsa capacità di gestione e valorizzazione: se Borghezio o chi per lui parlasse ora cosa potremmo rispondere?
E’ dai fatti che si deducono verità e sostanza, e non dalle chiacchiere, spesso solo manipolative.
Il comportamento del Rettore non si presta a nessuna giustificazione. Crea addirittura disagio da parte di quanti tutti i giorni combattono le posizioni di privilegio e di rendita in favore di uno sviluppo sano e meritocratico. Ricordo, infatti, - conclude Pingue - che l’Università dell’Aquila si trova a competere con quelle del resto d’Italia: cosa ci dobbiamo aspettare? Sicuramente che il rettorato non sia ad vitam come quello papale".


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