Di Orio scrive a Brunetta e si giustifica. Pdl: si curi le amnesie

18 Gennaio 2011   12:59  

Scia di polemiche dopo l'assenza del rettore Di Orio all'incontro di ieri che ha provocato l'ira del ministro Brunetta.
Di Orio oggi si dice stupito dal polverone che si è alzato e scrive una lettera al titolare della Funzione pubblica.
"Caro Ministro, - scrive il rettore - con molta amarezza ho letto il resoconto giornalistico dell'episodio scaturito dalla mia assenza all’inaugurazione dei corsi istituiti sulla base della Convenzione stipulata tra l'Università degli Studi dell'Aquila e la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione.
Un'amarezza che deriva soprattutto dal fatto che tale convenzione, come tutte le iniziative ad essa connesse, sono state da me fortemente volute fin dall’ottobre 2009, quando ne parlai con il Capo di Gabinetto del Suo Ministero, dott. Carlo Deodato, in occasione di un Salone dell’Innovazione.
In tutti questi anni non sono mai venuto meno, nell’esercizio delle mie funzioni di rettore, al dovuto rispetto nei confronti dell’istituzione che Lei rappresenta e, in particolare, della Sua persona, a cui ho riconosciuto in numerose occasioni pubbliche non comuni doti di concretezza e capacità operativa.
La mia assenza è stata dovuta ad una sindrome influenzale con picchi febbrili di 39.5°C ed altri sintomi correlati, che mi hanno reso impossibile partecipare, con mio grande rammarico, ad un’iniziativa – ripeto - da me fortemente voluta.
Come molti sanno, a causa di una cronica carenza di globuli bianchi, sono particolarmente esposto ad episodi infettivi virali che purtroppo presentano spesso un difficile decorso clinico.
A ciò si aggiungono - spiega ancora Di Orio nella lettera inviata a Brunetta - le precarie condizioni di salute conseguenti all’incidente occorsomi proprio mentre mi recavo ad un appuntamento presso il Suo Ministero, a causa del quale mi è stata riconosciuta dagli enti competenti una sospensione dell’attività lavorativa che non mi ha tuttavia impedito, a prezzo di enormi sacrifici personali, di continuare a svolgere il mio dovere al servizio dell’Università dell’Aquila.
La Sua reazione alla mia assenza ha, forse, sopravvalutato il ruolo di rettore che, nella mia interpretazione, svolge semplicemente un servizio funzionale all’Ateneo di cui è espressione e non ne esaurisce, certo, la rappresentatività o la legittimità.
Ciò a maggior ragione, dal momento che l’Università dell’Aquila era formalmente e pienamente rappresentata dal suo Prorettore, prof. Roberto Volpe, e da tanti docenti, personale, studenti che, con la loro presenza, non solo legittimavano l’iniziativa ma le conferivano anche il significato più autentico.
La mia presenza, in tal senso, nulla avrebbe aggiunto di più…
Alla luce di ciò, è davvero incomprensibile e ingiustificabile interpretare la mia assenza alla manifestazione di ieri - come purtroppo ha fatto il Presidente di Confindustria Fabio Spinosa Pingue - con categorie sociopolitiche e culturali che nascondono forse solo un pregiudizio nei miei confronti.
Una interpretazione che sottende una strana concezione del rapporto lavoro-malattia, caratterizzata dal paradigma culturale – peraltro oggi in voga - per cui l’assenza per malattia rappresenta sempre il pretesto, l’alibi o la scusa per coprire altre motivazioni o esigenze diverse.
E’ questo un paradigma, in tutta sincerità, del tutto estraneo alla mia visione del mondo e al mio vissuto esperienziale.
Ad ogni modo, tutto avrei voluto tranne che il contrattempo determinasse polemiche inutili e controproducenti ai fruttuosi rapporti intrapresi con il Ministero per la Pubblica Amministrazione e, pur non ravvedendo alcuna mia specifica responsabilità, mi scuso con Lei e con quanti erano convenuti per assistere alla manifestazione.
Sinceramente auspicando che i progetti legati alla Convenzione stipulata tra l'Università degli Studi dell'Aquila e la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione possano andare avanti nell’interesse di tutti, colgo l’occasione per salutarLa con viva cordialità".

Fin qui il rettore, nella sua lettera indirizzata al ministro Brunetta.

Diversa la posizione del centrodestra.

"Il rettore Di Orio c'è ricascato. Qualche giorno fa ha dimenticato di leggere la posta elettronica contenente una importante comunicazione del MIUR che confermava il trasferimento concordato subito dopo il sisma, oggi, dimentica di comunicare a Brunetta la sua indisponibilità a firmare il progetto di ricerca per la collaborazione tra SSPA (Scuola Superiore Pubblica Amministrazione) e l'Università dell'Aquila.
Risultato: ennesima, magra figura per l'ateneo aquilano" dice Alfonso Magliocco del Pdl.
"La scarsa presenza di docenti e studenti all'evento, poi rinviato, fa sorgere seri dubbi sulla volontà da parte dell'amministrazione dell'ateneo di proseguire il percorso cominciato con il Ministro per la Funzione Pubblica e che ha offerto al nostro 'Magnifico' una passerella importante.
Se la motivazione addotta, problemi di salute, è vera, consigliamo al rettore di farsi prescrivere una cura per le amnesie che ultimamente lo colpiscono in modo da tutelare l'Università e la città dell'Aquila da future figuracce.
Se, diversamente, - conclude Magliocco - è stato un pretesto per boicottare il progetto, consigliamo al rettore di sparire
più spesso per il bene di tutti".


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