Discarica Bussi, WWF: “Siamo sereni, abbiamo fiducia nella Giustizia"

 Su istanza di rimessione presentata dalla difesa, sottoscritta da 13 dei 19 imputati e motivata con una sorta di “incompatibilità ambientale” legata al rilievo mediatico, la Corte d’Assise di Chieti ha deliberato la sospensione del cosiddetto “processo di Bussi” in attesa della decisione della Cassazione che dovrà stabilire se si potrà continuare a Chieti o se il dibattimento dovrà essere spostato a Campobasso.
Dichiara l’avv. del WWF Tommaso Navarra “Seguiamo i fatti di Bussi dall’anno 2006, siamo nel processo prima come persona offesa e dal 2009 come parte civile, avevamo così già maturato sino ad oggi alcune radicali certezze e, per dirla con Pasolini:
1) noi sappiamo che fare GIUSTIZIA, come ha detto il Presidente Spiniello, è un fatto rivoluzionario che allarma;
2) noi sappiamo che fare GIUSTIZIA nel nostro Paese vuol dire salire tutti gli infiniti gradini del Golgota del nostro diritto processuale penale, 5 anni di processo, 51 udienze, 18 giudici tra GUP, Tribunale, Corte di Assise, Corte di Cassazione, 22 Ordinanze, nessuna sentenza);
3) noi sappiamo che cercare di accertare processualmente fatti gravissimi contestati a imputati eccellenti è una impervia scelta della volontà prima ancora che della ragione. A queste certezze, ne vogliamo aggiungere oggi delle altre per gli altri:
4) l’accertamento processuale dei fatti è ineludibile per chiunque: il processo comunque si dovrà celebrare e sarà celebrato sino alla decisione;
5) hic manebimus optime, nel processo, qualunque sarà la durata e qualunque ne sarà il luogo di celebrazione, siamo e saremo sempre presenti con la serena fiducia che nasce dalla forza delle proprie ragioni”.
Il Presidente del WWF Abruzzo Luciano Di Tizio aggiunge: “È significativo che nell’istanza di rimessione della difesa si citi il presidente Chiodi per i suoi interventi prima di non conoscenza, poi di minimizzazione: “Nessuno mi ha avvertito di rischi connessi alla salute; “Questa non è la terra dei fuochi”. Negando i fatti o dilazionando i tempi del giudizio non si fanno gli interessi né dei cittadini né della giustizia”.