Discarica veleni di Bussi: ambientalisti contro l'archiviazione per il commissario Goio

21 Febbraio 2012   13:28  

Le associazioni ambientaliste unite nel coordinamento ''Bussi ci riguarda'' si oppongono alla richiesta di archiviazione dell'esposto, da loro stesse inoltrato, contro il commissario Adriano Goio, a seguito dei lavori di messa di sicurezza - o presunti tali - della discarica dei veleni di Bussi.

E oggi al tribunale dell'Aquila il gip Giuseppe Romano Gargarella ha deciso di approfondire la questione e di prolungare i tempi della decisione prima di un eventuale archiviazione, ma anche di una richiesta alla Procura della formulazione di un capo di imputazione anche per il commissario Goio.

Al centro della vicenda giudiziaria c'è il famigerato capping, ovvero la copertura della discarica fatta realizzare nello novembre 2010 dal Commissario Goio per evitare che i veleni, in attesa della definitiva bonifica, inquinassero il vicino fiume Pescara.

Quel capping serve a ben poco, asseriscono però le asssociazioni ambientaliste, perchè dalle perizie dell'Arta risulta che la massa di veleni è in costante contatto con la falda acquifera, e dunque i pericilissimi veli

La difesa davanti al gip ha invece ribadito che il capping era l'unico intervento che poteva ed doveva essere fatto, anche in base ai fondi a disposizione del commissario. Dalla parte di Goio c'è anche una perizia commissionata dalla Procura, che esclude che la massa dei veleni sia in ''ammollo'' nella falda acquifera.

Al nostro microfono l'avvocato dell'accusa Pierluigi Tosone

Nota stampa della rete ''Bussiciriguarda''

''La nostra diffida di tre anni fa la facemmo perché egli si decidesse a operare, mettendo in sicurezza il nostro territorio dagli effetti ulteriori di tonnellate di rifiuti chimici , avendo ricevuto questo precipuo mandato da uno specifico decreto del Presidente del Consiglio, nel dicembre 2007.

Era un secondo decreto, che si sommava a quello ricevuto l’anno prima per “fronteggiare la crisi di natura socio-economica-ambientale determinatasi nell’asta fluviale del bacino del fiume Aterno”

Sia con la diffida che con l’esposto successivo, il nostro obiettivo è di ottenere il risanamento del territorio – suolo, falde, fiume, mare – a cominciare dalla Messa in Sicurezza d’Emergenza, come legge prescrive ( DLgs. 152/06) e come ha prescritto anche il Ministero dell’Ambiente nei 18 punti elencati nel Verbale della Conferenza dei Servizi dell’11 febbraio 2010, dato l’obbligo della “MISE” per la discarica “Tremonti” di Bussi. Punti ed interventi, ad oggi, assolutamente disattesi nella realizzazione del “capping” sul sito inquinato, attuato ( noi riteniamo anche per il pungolo della nostra diffida) solo a partire dal 24 novembre 2010, dopo ben 3 anni dal decreto d’urgenza del Governo.

Goio ha inizialmente giustificato il suo”capping” col negare l’esistenza di una falda che interessa la massa dei rifiuti. Cosa che, oggi, non può più sostenere, dopo quanto scritto nella sentenza del G.u.p. di Pescara. De Ninis, nel rinvio a giudizio nel processo per Bussi: i rifiuti si trovano letteralmente “in ammollo”! E’ stato per questo motivo che abbiamo fatto seguire, alla diffida, l’esposto, per chiedere ancora una volta l’applicazione di quanto richiesto dal DLgs. 152/06. ''


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