Disoccupazione giovanile: il vero dramma in un Paese per vecchi

Il 28 per cento senza lavoro

08 Gennaio 2011   08:49  

Si fa sempre più acuta la questione della disoccupazione giovanile. Sulla base dei dati mensili comunicati ieri dall'Istat, mentre nel complesso a novembre il tasso dei senza lavoro è rimasto sostanzialmente stabile rispetto a ottobre (-0,1% sul mese precente, +0,4% rispetto a novembre 2009) collocandosi all'8,7%, la percentuale di persone disoccupate in età compresa fra 15 e 24 anni continua a salire, e ha raggiunto quota 28,9%, con un aumento che sfiora l'uno per cento rispetto al mese precedente. Si tratta dei tassi i più alti dall'inizio delle serie storiche mensili dell'Istat, ovvero dal gennaio del 2004.

Ma, allo stesso tempo, qualche spiraglio inizia ad aprirsi, con il primo, lievissimo aumento del numero degli occupati su base annua: per l'esattezza si tratta di un incremento dello 0,1% sui dodici mesi e dello 0,2% cento rispetto al mese precedente.
Peraltro, il tasso di occupazione, che in Italia è strutturalmente basso ed è al 56,8% risulta ancora in flessione (-0,2 per cento rispetto al novembre 2009).

La ripresa economica, insomma, stenta davvero a produrre nuovi posti di lavoro e non solo in Italia: basti pensare al magro risultato in termini di nuovi posti registrato ieri negli Stati Uniti, dove è emerso che in dicembre gli occupati sono aumentati di 100mila unità contro le attese che parlavano di un incremento intorno ai 175mila nuovi posti. Anche in Eurolandia il tasso di disoccupazione rimane inchiodato al 10,1%, e le difficoltà maggiori sono segnalate dal dato spagnolo (20,6%), mentre le cose vanno meglio in Germania (6,7%) e in Olanda (4,4%). (Si veda la pagina precedente).

Tornando ai 2 milioni e 175 mila italiani che sono alla ricerca di un posto, i più colpiti sono i minori di 25 anni, con un tasso di disoccupazione che nel giro degli ultimi dodici mesi è cresciuto di ben 2,4 punti percentuali.

Quanto al mercato del lavoro femminile, in questo caso aumenta tanto la disoccupazione che l'occupazione: il numero di donne disoccupate è infatti cresciuto dell'1,5% rispetto al mese di ottobre 2010 e del 5% rispetto al mese di novembre 2009: in termini percentuali il tasso di disoccupazione femminile è ora al 10% con un aumento dello 0,3 su base annua, mentre per gli uomini il tasso di disoccupazione si ferma al 7,8 per cento.

Aumentano tuttavia anche le donne occupate. Così il tasso di occupazione femminile, seppure ancora molto basso (46,3%), a novembre cresce di 0,3 punti percentuali su ottobre e di 0,4 su base annua. Mentre per gli uomini la percentuale di occupati (67,4%) cala di 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 0,7 a confronto con novembre 2009.

Quindi, i posti in più che l'Istat conta a novembre, 50mila rispetto a ottobre e 14mila a confronto con 12 mesi prima, sono stati occupati, con tutta probabilità, secondo le valutazioni degli esperti dell'Istituto, da due tipi di lavoratrici: da un lato si tratta di collaboratrici domestiche e assistenti familiari, con posizioni sanate tra il settembre e l'ottobre del 2009 e di cui solo oggi si sentono gli effetti sulle forze lavoro (anche per via dei ritardi legati alla registrazione della residenza); dall'altro, vi sono le donne assunte con contratti part time.
Anche se, in quest'ultimo caso, potrebbe trattarsi, come lo stesso Istat ha fatto notare nell'ultima rilevazione trimestrale sulle forze lavoro, da un «part-time involontario», ovvero accettato in mancanza di occasioni di impiego a tempo pieno.

Un fenomeno che riguarda in particolare la componente femminile, visto che tocca soprattutto i dipendenti di alberghi, ristoranti e servizi familiari.

FONTE: ilsole24ore.it


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