Dispersa sulla Majelletta: L'SMS visto dai genitori 2 giorni dopo, sopravvissuta mangiando lumache

13 Agosto 2011   07:21  

Un miracolo. L'hanno trovata viva quando più nessuno ci credeva. In primis gli stessi soccorritori, che in questi giorni salivano sì in montagna, ma scuotendo la testa molto pessimisti.

Non ce la può fare, dicevano. E invece Sarolta Tripolszky, trentenne biologa ungherese con la passione della montagna, è sopravvissuta a sei giorni di Maiella, in alta montagna, al freddo e alle intemperie.

Si era persa sabato scorso di ritorno dal Monte Acquaviva, una delle cime della grande montagna madre abruzzese, una interminabile scalata tra paesaggi lunari: appena in tempo per mandare un sms a casa, in Ungheria, e dare l'allarme.

I soccorsi sono partiti lunedì, quando già la situazione poteva essere diventata critica: in più la ragazza aveva dato indicazioni inesatte sul luogo dove si era persa.

Sei notti all'addiaccio.

La svolta oggi: a mettere sulle tracce della escursionista ungherese il capo dei soccorritori del Cai dell'Aquila Antonio Pace la sua macchinetta fotografica smarrita tra i sassi e trovata in un punto dove in teoria non avrebbe dovuto esserci: nel vallone della gola delle Murelle. "Siamo risaliti verso l'alto e l'abbiamo trovata che si stava lavando in una pozza d'acqua.

Mi ha visto, ha cacciato un urlo e mi ha abbracciato forte forte - ha raccontato Pace - Ovviamente la prima cosa che ha chiesto è stata quella di mangiare e io volentieri le ho ceduto il mio panino al prosciutto.

L'ho fatto con gioia, perché non credevo di ritrovarla viva...". Già, mangiare. La Maiella sotto ai 1600 metri è una montagna che ha sorgenti e fonti, ma cibo, a quelle altitudini zero.

"Non ho mai avuto paura di morire - ha detto poi all'Ansa Sarolta - nei primi due giorni ha mangiato delle merendine, poi mi sono dovuta arrangiare con quello che ho trovato nel vallone, con les escargottes... le lumache, e delle piccole lucertole...".

Ha dormito nelle spaccature della montagna, ha bevuto l'acqua delle sorgenti, ma non ha mai avuto paura di morire e non ha fatto incontri con animali. I soccorritori però hanno anche avuto parole di elogio per Sorolta, perché nel guaio grosso nella quale si era cacciata non ha perso la testa, ha provato a scendere verso valle nel canalone ma in alcuni punti ha trovato dei salti troppo pericolosi e quindi ha preferito con buon senso risalire.

Ai soccorritori del Cai aquilano ha poi chiesto se era possibile uscire verso l'alto da quell'imbuto naturale, segno di una certa esperienza in natura.

Ora è ricoverata nell'ospedale di Chieti almeno fino a domani, dove passerà la prima notte della settimana al caldo e sotto le lenzuola.


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