Dissenso e ricostruzione: dialogo tra una cittadina e il vescovo

12 Giugno 2010   13:01  

Scambio pubblico di corrospondenza  una cittadina, la professoressa Ann Bonanni  e il vescovo Giovani D'Ercole, a seguito della contestata inaugurazione di ieri della facciata di Collemaggio. (nella foto Bertolaso e Letta entrano dalla Porta santa per evitare i contestatori).


LETTERA APERTA AL VESCOVO

di Anna Lucia Bonanni

'' Egregio Monsignor D’Ercole,

vorrei condividere alcune riflessioni e alcuni dubbi con lei. E porle qualche domanda. Non a tutte, ma a qualcuna confido che potrà rispondere.

Oggi alcune personalità politiche ed ecclesiastiche hanno celebrato in Santa Maria di Collemaggio un rito religioso per inaugurare la facciata appena restaurata.

Il sottosegretario Gianni Letta, il capo della Protezione Civile Bertolaso, il Presidente della Regione e Commissario per la ricostruzione Chiodi, il sindaco e vice Commissario Cialente, l’Arcivescovo Molinari, il già onorevole Ricciuti sono dunque arrivati alle 15.00 davanti alla Basilica.

Intanto, mi chiedo: perché così tante personalità si scomodano per un’inaugurazione cui non assiste nessuno, se non personale di Polizia?

Qualche malizioso potrebbe pensare che è solo un’operazione mediatica: basta che ci siano le telecamere, non importa ci sia gente ad assistere.

Poi mi sorge subito un’altra domanda: perché le personalità più in vista impegnate nell’emergenza prima e nella ricostruzione poi devono inaugurare un restauro iniziato molto tempo prima del terremoto e che nulla ha a che vedere con i lavori post sisma? Perché importanti esponenti del Governo locale e nazionale, mentre la città è tenuta sotto scacco dal ricatto delle tasse, con l’economia in ginocchio, vengono a spargere ottimismo e fiducia in questo modo? Potrebbero lavorare per sostenere l’economia, sarebbe un modo assai più efficace.

Il solito malizioso penserebbe che è un’operazione di immagine: queste personalità vogliono legare la loro immagine a qualunque fatto positivo accada a L’Aquila, anche a prescindere dal loro diretto impegno o intervento.

Le domande si affollano: perché come libera cittadina mi è stato impedito di manifestare il mio dissenso mostrando un semplice cartello in cui era scritto BASTA PASSERELLE, OPERAZIONE DI FACCIATA?

Le forze dell’Ordine infatti mi hanno allontanato dal piazzale antistante la Basilica, sia prima della funzione, all’entrata delle personalità, sia dopo, quando tutti sono usciti nel piazzale. In questo caso un poliziotto mi ha stretto in un vero placcaggio fisico, assai poco piacevole.

Ma la cosa più incredibile è accaduta all’arrivo del capo della Protezione Civile, Bertolaso. Al fine di impedire che anche una sola persona lo contestasse, sia pure nella maniera più civile e pacifica del mondo, E’ STATO FATTO ENTRARE DALLA PORTA SANTA, sbarrata a chiunque da transenne e da un imponente cordone di sicurezza.

All’interno, uomini della Protezione Civile aprivano quella Porta che, per quanto mi risulta, dovrebbe aprirsi solo per un giorno l’anno, tra il 28 e il 29 agosto, in base alla Bolla del Perdono emanata da papa Celestino V, secondo il rito della Perdonanza.

Egregio Monsignore, questa è la domanda cui lei può rispondere: LA PORTA SANTA E’ STATA DECLASSATA A PORTA DI SERVIZIO per i potenti timorosi di pur minime contestazioni?

E come può la Chiesa di Cristo permettere, avallare e anzi promuovere operazioni di evidente mistificazione della verità? Come può la Chiesa del papa eremita, povero e santo, prestarsi a sorreggere una evidente bugia dei potenti?

Io sono un’insegnante, a cui si chiede di insegnare Costituzione e cittadinanza. E infatti insegno che la Costituzione garantisce la libera espressione del pensiero, anche del dissenso, purché nelle forme consentite dalla legge. Cosa che ho tentato di fare oggi.

E credo anche nel Vangelo, credo nella non-violenza, credo nel Dio di Amore e Verità. Ricordo pure che Gesù si è scagliato contro gli ipocriti.

Sono confusa, Monsignore.

La sua, è la Chiesa di questo stesso Gesù Cristo?


LA RISPOSTA DEL VESCOVO GIOVANNI D'ERCOLE


"Carissima Prof.ssa Anna Lucia,

innanzitutto mi permetta di ringraziarla di vero cuore per aver scritto la lettera.

La ringrazio, quindi, per la fiducia che ha riposto in me e la volontà di dialogare che dimostra scrivendo al sottoscritto.

Riguardo alle Autorità intervenute, posso solo augurarmi che tutto venga fatto sempre per il bene della nostra città e della nostra gente e non per altri fini.

Certamente, come lei afferma, il dissenso è un diritto di tutti. Il dissenso non è altro che un dialogo impossibile, a volte dettato da forte emotività. Il dissenso, se diventa dialogo, può far arrivare anche a una soluzione dei problemi invece diventa pericoloso se rimane solo violenza gridata.

L’Aquila corre il rischio di essere paralizzata dalle tensioni, rallentando la ricostruzione e dando l’immagine di un popolo litigioso con la conseguenza di essere abbandonato da tutti.

Sul passaggio di alcune Autorità attraverso la Porta Santa, mi preme ricordare che la Basilica di S. Maria di Collemaggio è di proprietà del Comune dell’Aquila e la decisione di utilizzare la Porta Santa è stata presa dalle Autorità di Polizia per motivi di ordine pubblico. E’ chiaro, però, che la Porta Santa ha un’altra funzione che deve essere necessariamente rispettata e auspico che in futuro possa essere sempre così.

Fra poco celebreremo di nuovo la Perdonanza di S. Celestino V. Perdonanza vuol dire riconciliazione, pacificazione. Vorrei che tutti noi il 28 agosto prossimo passassimo attraverso la Porta Santa con l’intenzione di restituire alla nostra Città quella serenità necessaria per ricostruirla.

Come Vescovo Ausiliare, infine, sento di dirle che la “mia” Chiesa è la stessa di quel Gesù Cristo di cui lei parla.

Certamente mi rendo conto che anche noi cristiani dobbiamo rivedere alcune cose; sappia, però, che le critiche rivolte personalmente a me e alla Chiesa, sono ben accette e diventano uno stimolo per servire meglio la società.

Penso anche che tante polemiche e tanta acredine nei confronti della Chiesa aquilana nascono da alcuni pregiudizi.

Pertanto rinnovo la mia disponibilità al dialogo ( se vuole anche sul mio blog: blog.laquila.chiesacattolica.it) per sciogliere tutti i nodi che ci sono nel rapporto tra la Chiesa e la nostra Città riconoscendo, quando necessario, anche le nostre responsabilità e mancanze.

Nel salutarla voglio ancora ringraziarla per aver iniziato questo dialogo che auspico possa essere sempre dai toni pacati e nella verità.

+ Giovanni, Vescovo"


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