Domani al Marrucino di Chieti l'Amleto di Shakespeare

08 Febbraio 2011   11:09  

Domani 9 e giovedi10 febbraio h. 21,00 al Teatro Comunale Marrucino di Chieti la stagione teatrale ATAM presenta ''Amleto''  di W. Shakespeare - con Alex Passatelli, Elsa Bossi, Giacomo Mezzani, Nicolo’ Belliti, Giacomo Pecchia, Carlo Gambero e Jonathan Bertolai.

Il Teatro è play. Ce lo ricorda meravigliosamente il Teatro del Carretto col suo Amleto. La regia di Maria Grazia Cipriani miscela sapiente l’ironia al cartoon, la tragedia allo sberleffo. Sposta e scompone ma si puntella all’idea drammaturgica del suo Amleto-fulcro, mentre Graziano Gregori le apparecchia l’efficace scenografia e i costumi. Ci troviamo di fronte ad un adattamento tra i più felici della più grande tragedia di Shakespeare.

Il principe di Danimarca dà vita alla storia e ai personaggi come fosse un bambino annoiato in un pomeriggio di pioggia: gioca con le bambole, crea e distrugge i personaggi, li rende invincibili o vinti a suo piacimento. La vicenda, adattata alla perfezione da Maria Grazia Cipriani, cola dalle immagini chiare e forti con la stessa fluidità del sudore di questo gruppo di straordinari attori. Non si tratta di un libero adattamento, ma di sintesi rigorosa, in cui a ciascun elemento è assegnato il giusto peso. La sensazione è che il lavoro del Teatro del Carretto punti proprio a questo, a dimostrare che a dar vita a personaggi così complessi come Amleto, Ofelia, Claudio, Gertrude, Polonio, Laerte e via dicendo ci siano impulsi animali talmente primordiali da poter essere intuiti anche da un bambino.

La scena e i costumi di Graziano Gregori chiudono tutti i demoni della mente umana nella stessa scatola rossa: follia, amore, morte, valori, disperazione, gelosia, avidità, superbia, sesso, violenza, umorismo, in una parola vita. Ci si ritrova pressati dentro questi pannelli rossi che sono a metà tra le mura imbottite del manicomio e le soffici pareti di tessuti irrorati di sangue. Corriamo senza sosta né respiro, a capofitto giù negli istinti più bassi dell’uomo, in un tunnel dell’orrore in cui ogni movimento ha una risonanza fatale (la bella partitura sonora è di Hubert Westkemper), come a ricordarci che nessuna azione resta senza conseguenze, un concetto chiave di Shakespeare e di "Amleto" in particolare.


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