Donne che lasciano il segno

Otto marzo

08 Marzo 2008   13:11  

"Vivo o sopravvivo su un'amaca, non ho voglia di niente, perché qui in questa foresta l'unica risposta a tutto quello che chiediamo è no." Le parole sono di Ingrid Betancourt, la donna politica colombiana da cinque anni e mezzo ostaggio dei guerriglieri delle Farc. A lei la Provincia dell'Aquila ha voluto dedicare l'otto marzo. Alla Betancourt impegnata contro la corruzione e il narcotraffico. Alla Betancourt donna, madre e vittima di sopruso e violenza, e dunque simbolo, delle tante altre donne nel mondo vittime, spiega l'assessore Teresa Nannarone, di violenza dentro le mura domestiche, di abusi sessuali, di mutilazioni genitali, di stupri di guerra, di lapidazioni, costrette dentro le gabbie della misoginia, delle crociate anti-abortiste, dell’arretratezza culturale che le vede penalizzate nel mondo del lavoro.
Il Comune dell'Aquila ha invece inteso celebrare l'otto marzo ricordando quattro donne che hanno lasciato o stanno lasciando il il segno: l'albanese Majlinda Vide, pianista ed insegnante di musica emigrata a L'Aquila dove si è fatta apprezzare anche per il suo impegno per la pace nel mondo ,la religiosa sulmontina Barbara Micarelli che 1879 fondò l’Istituto di Santa Maria degli angeli, l'avvocato Tina Lagostena Bassi, recentemente scomparsa, legale storico in processi per stupro in cui assisteva donne vittime di abusi, tra cui quello contro gli autori del massacro del Circeo. Infine la grande scrittrice aquilana Laudomia Bonanni. Anche lei ci ha lasciato sette anni fa, ma ancora vivo è il suo insegnamento e le donne raccontate nei suoi libri: orgogliose e determinate, ma anche fragili, animate da istinto vitale, promessa di un mondo meno violento ed ingiusto.

FT


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