Dopo il decreto Dignità, in arrivo nuove misure restrittive per i casinò online e il gioco d'azzardo

Cosa cambia nel mondo bel gambling e delle scommesse online con l’entrata in vigore definitiva del Decreto Dignità.

01 Agosto 2019   15:22  

Con lo stop definitivo alla pubblicità del gioco d’azzardo e delle scommesse sancito dal Decreto Dignità, il mercato del gaming online in Italia si trova ad affrontare importanti cambiamenti. A partire da lunedì 15 luglio 2019 è infatti scaduto il termine ultimo posto all’entrata in vigore definitiva delle norme che ridisegnano le regole di comunicazione nel mondo del betting e del gaming italiano. 

Decreto Dignità: che cos’è e quali novità introduce

Il Decreto Dignità è stato il primo provvedimento legislativo introdotto dal vicepremier Luigi Di Maio ed è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 13 luglio 2018. Entrato in vigore il giorno successivo, tramite l’articolo 9 ha affermato il divieto di pubblicizzare in qualsiasi modo e tramite qualunque mezzo (radio, giornali, televisioni e internet inclusi) le scommesse e i giochi con premi in denaro che si svolgono sia nelle sale che online. Una deroga di un anno era stata concessa ai contratti in essere, con il termine ultimo scaduto lo scorso 14 luglio. L’obiettivo del decreto legge è quello di contrastare e limitare il diffondersi della ludopatia e dell’illegalità. 

Mentre da un lato tutela le ben note scommesse di stato (Totocalcio, Lotto, Totogol e Superenalotto), dall’altro lato il provvedimento va a penalizzare maggiormente le agenzie e i siti di scommesse online, sebbene dotati della regolare licenza AAMS (oggi nota anche come ADM). Come viene spiegato su miglioricasino.com, la licenza AAMS per i casinò online per operare in Italia serve in primo luogo a tutelare la sicurezza informatica, a garantire la sicurezza del giocatore e la reale casualità dei giochi offerti dal gestore del servizio. Le agenzie internazionali di betting e gaming online che non sono soggette alla tassazione italiana potranno invece continuare a operare indisturbate e a pubblicizzare la loro offerta senza essere toccate dalle nuove disposizioni di legge.

I committenti e le agenzie di comunicazione che dovessero contravvenire alle nuove norme rischiano di incorrere in sanzioni amministrative pecuniarie da calcolarsi in base a una percentuale del 20% sui valori della pubblicità e delle sponsorizzazioni e comunque mai inferiori a 50mila euro.

Il divieto di pubblicizzare giochi e scommesse è stato fortemente voluto dall’attuale Governo Lega-Movimento 5 Stelle. Nonostante, come recentemente riportato da Agimeg, la pentastellata Carla Ruocco (Presidente della Commissione Finanze della Camera) fosse intervenuta all’assemblea di SGI (Sistema Gioco Italia) caldeggiando il ruolo del Parlamento nella regolamentazione del gioco d’azzardo, il vice capogruppo alla Camera Francesco Silvestri (M5S) ha continuato a ribadire la necessità di porre un freno all’azzardo tramite l’applicazione di misure sempre più restrittive, volte a tutelare i minorenni e le famiglie dei giocatori.

 

Gli effetti sull’economia italiana

Come prevedibile, immediatamente dopo essere stato approvato dal Consiglio dei Ministri ed essere entrato in vigore, il decreto che pone un blocco agli spot e alla pubblicità di giochi o scommesse ha sollevato un certo clamore e non poche polemiche. Soprattutto perché nel Paese erano già vigenti numerosi limiti che ponevano dei vincoli alla libertà di comunicazione nel mondo del gambling italiano. Si pensi alla Legge Balduzzi del 13 settembre 2012, che prende il nome dall’allora Ministro della Salute del Governo Monti. Il decreto, oltre a porre uno stop ai messaggi pubblicitari relativi al gioco d’azzardo con vincite in denaro durante trasmissioni ed eventi rivolti ai minori, aveva introdotto l’obbligo di informare gli utenti in merito al rischio di sviluppare una dipendenza dal gioco d’azzardo, con slogan ormai ben conosciuti come quello che recita “Il gioco è vietato ai minori e può causare dipendenza patologica”.

Allo stato attuale dei fatti, si stima che le ulteriori restrizioni e lo stop forzato a pubblicità e sponsorizzazioni introdotti dal governo giallo-verde andranno a impattare negativamente sull’economia italiana. Stando a quanto riportato dal Servizio Bilancio del Senato, quest’anno lo Stato dai giochi incasserà 147 milioni di euro in meno rispetto al 2018, mentre la perdita ammonterà a 200 milioni di euro nel 2020 e nel 2021, con un disavanzo totale nel triennio 2019-2021 di circa 500 milioni di euro. Le limitazioni andranno a colpire in primo luogo il settore del betting e dei casinò online, che solo tramite la pubblicità hanno modo di farsi conoscere e di distinguersi dagli operatori senza licenza.

Il Decreto Dignità mira a contrastare la ludopatia, ma con il rischio di andare a rafforzare in maniera considerevole il gioco d’azzardo illegale.


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