Dopo quatttro anni il Consiglio scopre la ricostruzione e discute intorno ad una risoluzione

28 Maggio 2013   18:12  

Una risoluzione in cui si prende atto del fatto che la Regione ha avuto un ruolo marginale nella ricostruzione post-sismica, fagocitata dalla gestione commissariale, e non ha per ora ''nemmeno immaginato un suo ruolo'' nel futuro.

E occorre dunque rimettere al centro il consiglio regionale, ed anche una legge regionale che sia grado di ''legare la necessità della ricostruzione con il rilancio economico e sociale dell'intero Abruzzo'', con particolare riferimento alle infrastrutture strategiche. E occorre poi approvare un Piano speciale territoriale, che renda razionale, coordinata, e di ampio respiro la ricostruzione del cratere sismico.

Questo il risultato atteso, a ben quattro anni dal terremoto, del consiglio straordinario di oggi pomeriggio a palazzo dell'Emiciclo.

Il consigliere del Pdl Gianfranco Giuliante spiega intanto al nostro microfono lo spirito del Piano speciale territoriale con un esempio: inutile ricostruire due scuole a pochi chilometri in due paesi con pochi bambini, uno degli edifici può essere destinato a funzioni più utili come u centro anziani.

Per il consigliere di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo di straordinario in questo consiglio c'è invece la sua tardività e inutilità.

Sulla nuova legislazione che dovrebbe la Regione sfornare in pochi mesi prima delle elezioni si registrano due punti di vista non proprio di larghe intese. Per Giuseppe Di Pangrazio Pd,essa consentirebbe di poter realizzare, grazie al volano della ricostruzione, infrastrutture utili a tutto l'Abruzzo.

Per Luca Ricciuti, Pdl, bisogna invece stare attenti a non creare nuovi ostacoli burocratici e normativi, perchè come è noto la ricostruzione ha soprattutto bisogno di una concretissima ed immediata copertura economica che ad oggi non c'è.

 


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