Dossier Gemino. Caritas di Pescara assediata dai nuovi poveri

Tante le donne adulte prive di autonomia

19 Dicembre 2008   12:12  
E' stato presentato ieri a Pescara il rapporto Gemino sulla forme vecchie e nuove della povertà abruzzese. 2.505 è il numero delle persone che tra il primo gennaio e il 31 ottobre sono state accolte nei centri di ascolto delle diocesi di Pescara-Penne, dell’Aquila e di Teramo-Atri. Degli oltre 2500 individui in stato di evidente difficoltà economica e sociale, circa il 69% si è rivolto alla diocesi pescarese, mentre il 15% e il 16% ha fatto riferimento rispettivamente alla sede aquilana e a quella di Teramo. Ad allarmare i redattori del dossier non è tuttavia la quantità di richieste d'aiuto conteggiate nel periodo di riferimento, ritenute peraltro non significativamente elevate. A scottare alquanto è il dato relativo al numero di italiani presenti nelle fila della povertà: Il 52,2% delle persone bisognose rilevate dall'indagine sono italiane, 47,8% è invece la percentuale degli stranieri che bussano alle porte dei centri di ascolto per ottenere alloggi, cibo e lavoro.

Il fatto che oltre la metà delle richieste di aiuto provenga da cittadini abruzzesi costituisce in effetti un dato allarmante. Il pescarese è l'area che più evidenzia la diffusione dei nuovi poveri: dall'inizio dell'anno alla fine dello scorso ottobre sono state 1.732 le persone italiane e straniere che hanno fatto domanda alla Caritas per ottenere qualche aiuto. Pur essendo una Provincia di transito, il numero di connazionali bisognosi rilevati nel territorio ha raggiunto quello relativo agli immigrati. Inoltre ben 1.286 individui dei 1.732 registrati dal rapporto, sembra abbiano chiesto riparo da fame ed emarginazione per la prima volta presso la diocesi pescarese, evidenziando nuove forme di miseria e configurandosi come i “nuovi poveri”.

IL PROBLEMA CASA

La maggior parte di queste persone(circa il 90%) ha dichiarato di non riuscire più ad affrontare le spese, e di essersi rivolta a terzi per arrivare alla fine del mese. Nonostante sia "contenuto" il numero relativo agli indigenti (118) senza fissa dimora e in condizioni di povertà estrema, il 47% dei nuovi poveri ammette di avere problemi connessi alla casa : quando ne hanno una non riescono a mantenerla. Quasi il 70% degli accolti denuncia invece la questione lavoro. L'impossibilità di sentirsi stabili economicamente, il senso di impotenza di fronte ad un mancato rinnovo contrattuale, la mancanza di formazione professionale che sia adeguata e al contempo accessibile, lo sforzo spesso vano di conformarsi agli standard richiesti dal mercato del lavoro, sono solo alcuni degli aspetti sfibranti che logorano la psiche e il corpo di queste persone considerate "poco appetibili" e irrisolte dalla società dell'immagine e del consumo.

NUCLEI FAMILIARI DIVISI DALLA MISERIA

A L' Aquila il dato più allarmante è in effetti quello relativo alla disoccupazione. Tra i 380 contatti registrati al centro di ascolto locale, le problematiche più evidenti sono quelle che derivano dall'assenza di entrate economiche a fine mese. Non si tratta di un dato certo, ma sembra che nei nuclei familiari accolti dal centro siano in aumento anche le separazioni. Non sono tanto le bollette, le spese mediche,il cibo o i vestiti a generare ansia, quanto il riflesso oltraggioso che lo specchio deformato della miseria rimanda all'indigente. Lo sguardo dell'altro e del sistema sociale e mediatico, sembrano irrimediabilmente volti altrove: tutto viene descritto come accessibile, facile, divertente, mentre nella realtà le tasche si fanno sempre più vuote, i conti più esigui, i lavori più estemporanei. In famiglia si spegne il sorriso, sono poche quelle persone graziate dalla Divinità in grado di sorridere, educare i propri figli ed amare il coniuge anche se costrette a chiedere, a rimettersi alla generosità dell'altro, o alla sua indifferenza.

ALLA RICERCA DELL'AUTONOMIA PERDUTA

Un quadro purtroppo altrettanto aspro nella diocesi di Teramo-Atri, dove sono stati contati circa 393 accessi. Le problematiche economiche e sociali rilevate hanno riguardato prevalentemente disoccupati e pensionati. Le richieste pervenute presso i centri di ascolto sono state assolte sia attraverso forme di aiuto dirette, sia per mezzo di assistenza specifica come consulenze legali, mediazione lavorativa, ambulatorio medico e inserimento nel laboratorio artigianale. Un dato che colpisce forte come uno schiaffo è quello riguardante l'età media della maggior parte degli indigenti accolti recentemente dalla Caritas: il nuovo povero è spesso una donna intorno ai 50. Si è dedicata alla famiglia rinunciando al lavoro, poi probabilmente deve essersi separata o aver perso il marito, ritrovandosi con pochi alimenti e scarsa identità socio-professionale a dover mantenere se stessa, figli e abitazione, alla ricerca di un'autonomia perduta molti anni addietro, quando tutto il sistema sembrava approvare la sua scelta di estromettersi dal mondo del lavoro, per dedicarsi esclusivamente all'attività di cura. Oggi si è scoperto che quando si coltiva la propria unicità si ama meglio e di più. Ma è una scoperta che le giovani di adesso hanno fatto grazie al prezzo pagato dalle loro madri. Donne divise tra il vecchio modello patriarcale e la nuova era, dove femminile e maschile accennano finalmente ad incontrarsi sul piano sano e autentico della parità. Donne che adesso devono reinventarsi velocemente e fare spazio al proprio maschile interno, per attraversare con forza e tenacia una crisi che parla anche della loro esclusione.




Giovanna Di Carlo


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore