Draghi: "Umiliata von der Leyen, Erdogan un dittatore". Caso diplomatico con la Turchia

09 Aprile 2021   09:48  

 Il presidente del Consiglio Mario Draghi interviene con parole dure sul caso della sedia negata alla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, durante un incontro col presidente turco, Recep Tayyp Erdogan. E scoppia un caso diplomatico tra Italia e Turchia. 

 "Erdogan è un dittatore di cui si ha bisogno. Non condivido affatto il comportamento di Erdogan. E' stato un comportamento di cui mi dispiace moltissimo per l'umiliazione che la presidente della Commissione Ue, Von der Leyen, ha dovuto subire", ha detto Draghi. "Con questi chiamiamoli dittatori bisogna essere franchi nell'espressione della visione della società ma pronti a cooperare per gli interessi del Paese. Bisogna trovare l'equilibrio giusto", ha aggiunto. 

In serata, il ministero degli Esteri turco ha convocato l'ambasciatore italiano ad Ankara, Massimo Gaiani. Il ministro turco degli Esteri, Mevlut Cavusoglu, ha replicato con toni pesanti: "Il premier italiano, nominato, Mario Draghi, ha rilasciato una dichiarazione populista e inaccettabile nei confronti del nostro presidente della Repubblica, che è stato scelto attraverso elezioni", ha detto Cavusoglu.  "Condanniamo con forza le parole riprovevoli e fuori dai limiti e le rispediamo al mittente", ha aggiunto.

La 'sedia mancante' della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, durante la visita con il presidente del Consiglio, Charles Michel, ad Ankara dal capo di Stato turco, Recep Tayyip Erdogan, ha scatenato uno scontro su diversi fronti.

La Commissione ha assolto il suo ufficio di protocollo (perché non ha preso parte al viaggio) lasciando cadere la responsabilità dell'incidente diplomatico, che ha costretto von der Leyen ad accomodarsi su un divanetto a lato delle poltrone d'onore occupate da Michel ed Erdogan, nelle mani del Consiglio e della presidenza Turchia che si sono accusati a vicenda di non aver rispettato il protocollo.

"Non mi sono alzato in piedi perché avrebbe creato un incidente diplomatico ancora più grave", così si è giustificato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, intervenendo sul 'sofagate'. "Le immagini sono brutali ma non riflettono il contenuto del nostro incontro", ha sottolineato Michel nel suo intervento alla trasmissione "50 minutes avec" sul canale belga Ln24.

Michel ha ammesso di "aver riavvolto nella sua testa 150 volte la scena" imbarazzante che si è verificata con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel palazzo del presidente turco, Recep Tayyip Erdogan. "Mi rammarico profondamente per la situazione e per il quadro disastroso che ne è emerso. Siamo stati guidato dal protocollo dei turchi, i servizi erano stati informati di come sarebbero stati disposti le sedie ma non in questo modo distanziato e con il dettaglio visivo con cui ci siamo trovati di fronte. Sembra che i servizi del protocollo non abbiano avuto accesso alla sala il giorno prima".

"Ammetto che in quel momento ero convinto che reagire, in qualunque modo, presentasse il rischio di mostrare una forma di paternalismo" ha aggiunto, specificando che "forse è stato un errore da parte mia. Inoltre, questo incontro doveva dar luogo a un lavoro sostanziale ed ero convinto che questo avrebbe prodotto un incidente molto più grave che avrebbe coinvolto le relazioni con la Turchia".


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