Dramma Morosini, Digos ascolta primi testimoni. Domani a Bergamo i funerali

18 Aprile 2012   14:00  

Questa mattina la DIGOS ha iniziato a raccogliere le prime testimonianze sulla vicenda della morte del centrocampista del Livorno, Piermario Morosini. Dunque l'inchiesta muove i primi passi e le audizioni vanno di pari passo con l'acquisizione di documenti e delle cartelle cliniche del calciatore.   

Semplici e legittimi dubbi che affollano la mente di chiunque voglia capire. Cosa ha ucciso Piermario Morosini? La lunga autopsia di ieri non ha fatto molta chiarezza, ma ha solo avanzato delle ipotesi sulle quali si stanno svolgendo maggiori accertamenti e che indirizzano verso un difetto genetico che ha provocato una fibrillazione ventricolare. Di certo nulla a che fare con problemi di natura neurologica. Ma in queste ore c'é un'altra domanda che chiede risposte certe ed immediate; Il giovane centrocampista del Livorno poteva essere salvato?

Proprio su questo aspetto si stanno concentrando le indagini della Procura affidate agli uomini della Digos di Pescara diretti da Leila Di Giulio, su coordinamento del Pm Valentina D'Agostino. Nulla, ma proprio nulla sarà tralasciato - ci aveva riferito ieri il Procuratore Aggiunto Cristina Tedeschini - ecco perchè verranno a breve raccolte testimonianze, ed acquisite immagini e foto che raccontino nel minimo dettaglio tutto quello che é accaduto in quei drammatici minuti. 

Si cercherà soprattutto di trovare una sintesi, la più veritiera possibile, sulle varie testimonianze discordanti di chi ha vissuto in prima persona la tragedia. Si é parlato dell'assenza sul campo di un defibrillatore meccanico, una foto, sembra, con evidenza, smentire questa ipotesi, perchè all'interno di questa valigetta gialla dovrebbe esserci proprio un defibrillatore semiautomatico prontamente portato in campo, come si vede in un'altra foto, scattata dal fotografo del Messaggero Max Schiazza, da un volontario della Croce Rossa.

Quello che manca, invece, come ci é stato segnalato da diversi esperti é un kit d'ossigenazione fondamentale in  certi interventi. Ma il defibrillatore avrebbe potuto salvare Morosini? 

Alcuni dicono di no, altri, invece, affermano l'esatto contrario e a tal proposito vi proponiamo, come abbiamo già fatto sabato scorso durante la diretta andata in onda nei minuti successivi alla tragedia, e riproposto ieri sera da Massimo Profeta nel corso della trasmissione "Solo Calcio", la drammatica testimonianza di uno dei soccorritori presenti sul posto: "Il ragazzo dava ancora segni di vita perchè ha rigettato in due distinte circostanze la canula che gli é stata inserita per liberargli le vie aeree, abbiamo registrato una seppur minima attività cardiaca anche poco prima di caricarlo sull'autoambulanza. Ritengo che l'uso del defibrillatore sarebbe stato utile, ma il medico del Livorno che ha diretto i soccorsi ha ritenuto che non fosse necessario". 

Una testimonianza importante, questa, già al vaglio della Procura che ha acquisito l'intera trasmissione, così come le immagini girate all'interno dello stadio in quei minuti tragici e il minutaggio complessivo proposto ieri sera da un'emittente lombarda tra l'ora dell'incidente e l'arrivo dell'autoambulanza.

DOMANI I FUNERALI A BERGAMO

Piermario Morosini è tornato nella sua Bergamo, nel quartiere del Monterosso ai piedi delle colline, dove era cresciuto e aveva tirato i primi calci al pallone, prima di essere notato dall'Atalanta. Attorno alle 21.20 di ieri, la salma del calciatore è stata accolta vicino allo stadio da un migliaio di tifosi nerazzurri, che si erano radunati nei pressi della curva Nord già poco dopo le 20, restando in silenziosa e composta attesa.

Con loro c'erano anche l'allenatore dell'Atalanta Stefano Colantuono, Stefano Percassi, il figlio del presidente, e Pierpaolo Marino, direttore tecnico. Gli ultrà nerazzurri hanno esposto bandiere a mezz'asta e un grande striscione: "Piermario per sempre nei nostri cuori". Quando l'auto funebre è arrivata in viale Giulio Cesare è partito un lunghissimo applauso, tra la commozione generale. Un tifoso ha deposto una corona di fiori sulla vettura, che poi è ripartita verso la vicina chiesa parrocchiale di Monterosso, distante circa un chilometro. Come previsto, il corteo dei sostenitori nerazzurri si è accodato e l'ha seguita fino alla camera ardente, che aprirà stamattina per consentire agli amici e a tutti i tifosi di rendergli l'ultimo omaggio.

I funerali del centrocampista del Livorno saranno celebrati giovedì mattina alle 11: sono attese migliaia di persone. Il feretro del calciatore era partito ieri mattina da Pescara, accompagnato dalla fidanzata Anna e dagli amici più stretti di Piermario. Prima di arrivare a Bergamo, l'auto funebre era passata dallo stadio di Livorno, dove aveva effettuato un giro di campo davanti ai tifosi amaranto. Poi l'ultimo ritorno a Bergamo, la sua città, cui Morosini era rimasto legatissimo. Appena era libero da partite e allenamenti tornava al Monterosso, dove aveva mantenuto la casa dei genitori scomparsi. Il 'Moro' era molto conosciuto nel quartiere e soprattutto all'oratorio, che aveva continuato a frequentare. Proprio nel campetto dell'oratorio aveva iniziato a giocare a calcio. Poi, quando aveva solo 7 anni, l'Atalanta lo aveva 'prelevato' e avviato alla carriera professionistica, finita in modo tragico nel crudele pomeriggio di Pescara.


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