Draquila a Cannes: polemiche e applausi

14 Maggio 2010   10:12  

"Presentare il mio film all'Aquila e' stata una delle esperienze piu' belle e toccanti della mia vita. C'erano 1200 persone stipate in un tendone, ci sono stati applausi, grida, pianti a dirotto per tutto il film e, alla fine, nella discussione ci sono stati soltanto ringraziamenti e testimonianze di commozione, oltre all'apprezzamento per questo tipo di lavoro". Una commossa Sabina Guzzanti ha ricordato a Cannes l'esperienza della scorsa settimana quando ha presentato all'Aquila il suo film documentario, che ieri è stato proiettato fuori concorso al Festival. Un film reso possibile anche grazie alle immagini video di proprietà del quotidiano di informazione on line www.abruzzo24ore.tv, che ha messo a disposizione di Sabina Guzzanti, a titolo gratuito, il suo vasto repertorio, costituito da decine di ore di girato, in parte inedite. 
"In molti mi hanno detto che per la prima volta venivano raccontate le cose in modo obiettivo e gli era finalmente resa giustizia", ha aggiunto la regista-attrice.

Parlando poi delle voci contrarie al suo film che si sono alzate all'Aquila, la Guzzanti ha detto che "si e' formato un comitato pro-Bertolaso che conta pochissimi membri, comitato che come altri analoghi nasce in modo sospetto, come mi hanno confermato gli stessi abitanti, in maniera non cosi' spontanea come dovrebbe nascere". Infine c'e' il tempo per una "segnalazione" che la Guzzanti reputa molto significativa: "Dopo la proiezione del film all'Aquila, nel tendone che sono riusciti a mettere a Piazza Duomo perche' i cittadini non hanno nessun punto dove incontrarsi - ha detto - la reazione e' stata la seguente: il tendone verra' chiuso. Mi sembra che i fatti parlino da soli".

Aggiunge poi la Guzzanti, rispondendo alle polemiche da parte di molti rappresentanti del governo italiano al suo film. Primo fra tutti il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi, che ha annunciato nei giorni scorsi che non sarebbe andato a Cannes perche' il festival ospitava quel film che "offende e dileggia l'Italia".: "Provo una profondissima vergogna per come si comportano da tempo e per la figura terribile che il nostro Paese fa all'estero grazie a questo governo. Mi hanno detto di non dirlo, ma io lo dico lo stesso: non c'era nessun invito per Bondi a Cannes". Sabina Guzzanti si toglie un sassolino dalla scarpa e torna sulla polemica dei giorni scorsi. "Bondi sarebbe stato certamente il ben venuto a Cannes - ha detto la regista-attrice - ma la sua presenza non era certo prevista perche' nessuno l'aveva invitato". Tornando poi alle polemiche legate a 'Draquila', la Guzzanti critica ancora Bondi: "Non ha visto il film, ma oggi pubblica una lettera sul giornale in cui dimostra che non si e' neppure fatto raccontare di cosa parla il film. Lui ha solo visto una puntata di Santoro in cui c'erano delle scene tagliate che pero' nel film non ci sono, mentre lui parla di quelle scene come se ci fossero".

"Nel film - prosegue la Guzzanti - non ho potuto inserire ogni argomento, ma credo che questi scandali continueranno a uscire ancora a lungo. Ho letto che lo stesso Berlusconi ha detto che e' solo l'inizio. Anche loro sanno che e' cosi' perche' parliamo di cifre di cui neppure si sa l'entita', intorno ai 10 miliardi di euro".   "Non siamo in grado di dire quanti soldi sono stati spesi - ha aggiunto la regista-attrice - ma sono tutti soldi spesi fuori controllo e, si sa, quando non c'e' controllo e' probabile che i soldi vengano spesi in modo... non equo". La Guzzanti ha spiegato poi perche' ha deciso di dedicare un anno alla preparazione di questo film. "Sono andata per la prima volta li' all'Aquila a luglio - ha detto -. Ho fatto poche domande, ma e' stato subito evidente che c'era qualcosa di anomalo. E' stato piuttosto facile capire come stavano le cose, ma finche' non e' uscita fuori l'inchiesta della magistratura... le prove io non ce l'avevo". Poi, entrando nel dettaglio: "Il meccanismo era gia' di per se' perverso, in contraddizione con le leggi vigenti e la Costituzione e rappresentava, come tanti altri elementi di questi anni, un sovvertimento della nostra Costituzione senza passare per i metodi previsti per modificarla. Questo sistema della Protezione civile - ha detto ancora - era un sistema per distribuire denaro pubblico senza passare sotto il controllo di nessun organo preposto. Nel 2008 addirittura e' stata fatta una legge in cui si metteva per iscritto che la Corte dei Conti non poteva metter bocca sulle spese relative alle emergenze e ai grandi eventi. La Corte dei Conti poi si e' opposta, uno o due anni dopo, con molto ritardo - ha concluso -. Sarebbe interessante capire come mai fino al 2009 la Corte dei Conti non ha detto nulla. Loro dicono che c'era una legge, ma se questa e' incostituzionale?

RASSEGNA E REAZIONI


da Il Sole24ore

Il Draquila della Guzzanti tra polemiche e applausi


Manda i migliori auguri da lontano alle due pellicole che rappresentano l'Italia al 63esimo festival di Cannes, il ministro dei Beni e le attività culturali Sandro Bondi. Cita solo La nostra vita di Daniele Lucchetti (in concorso) e Le quattro volte di Michelangelo Frammartino (nella Quinzaine). Omette volontariamente ogni riferimento a Draquila di Sabina Guzzanti, il documentario sulla ricostruzione dopo il terremoto in Abruzzo nel 2009, proiettato ieri fuori concorso alla kermesse francese.

Proprio in segno di protesta per l'inclusione di Draquila tra i titoli del festival, il ministro Bondi sabato scorso aveva declinato l'invito a presenziare a Cannes. «Nessuno l'aveva invitato ufficialmente, la sua presenza non era prevista – puntualizza Sabina Guzzanti dalla Croisette, attorniata come non mai da giornalisti soprattutto della stampa estera -. E del film ha visto solo qualche spezzone proiettato da Santoro. Provo grandissima vergogna per la figura terribile che ha fatto fare al nostro paese». Pronta la risposta del ministro: «L'ho visto, non parlo di cose che non ho visto» e nel ping pong a distanza tra Roma e Cannes Bondi ci tiene a precisare che il suo intervento non si sarebbe tradotto in pubblicità involontaria e che «la vera prova di un'eventuale pubblicità si avrà con gli incassi al botteghino». E subito la Bim, la casa di distribuzione di Draquila, fornisce i dati: l'incasso da venerdì scorso, da quando cioè il film è uscito nelle sale italiane, è stato di 413mila euro, quello di ieri 56.545 euro, piazzandosi al terzo posto al botteghino dopo Robin Hood e Iron Man.

Guzzanti replica ancora a Berlusconi, dopo le dichiarazioni del premier che si è definito «l'uomo più bersagliato dalla tivù pubblica» rispondendo a dichiarazioni secondo cui all'estero verrebbe percepito come un dittatore. Quello che sta facendo Berlusconi «è eversione e colpo di Stato». Ha detto la regista.

La stampa straniera è accorsa in massa a vedere Draquila. In una sala strapiena ci sono state risate nei momenti comici, battimani a fine proiezione e diversi giornalisti stranieri attendevano fuori i colleghi per sondare le reazioni alla pellicola. «Si ispira a Michael Moore. Parte da una tesi e la dimostra, ma mi è servito a capire cosa è successo dopo il terremoto abruzzese», ci ha spiegato un reporter francese di una testata importante. «Poco televisivo, molto cinematografico, efficace» puntualizza una collega d'oltralpe della televisione.

Il documentario di Guzzanti è un'incursione dell'artista nelle tendopoli aquilane subito dopo il terremoto. La regista ragiona sui motivi di una ricostruzione che non coinvolge più l'antico centro storico, con interviste a autoctoni, che si dividono tra coloro che si sentono prigionieri per il fatto di non poter tornare a casa propria e coloro che sono grati al presidente del consiglio per le nuove abitazioni. Il tutto inframmezzato da incisi sulle vicende giudiziarie del premier, accompagnate da fumetti e musichette e da riprese di repertorio.



da Repubblica
Folla di cronisti per il ciclone Guzzanti  "Dal premier eversione e colpo di Stato"  
 
      
CANNES - E' un ciclone annunciato, quello di Sabina Guzzanti al Festival di Cannes. Un caso più politico che cinematografico, viste le polemiche e gli attacchi che hanno accompagnato il suo Draquila-l'Italia che trema sulla Croisette. Ma oggi, anche per lei, è il giorno della verità: il film, presentato come evento speciale fuori concorso, viene visto dalla stampa e riscuote consensi. In una Sala Bunuel stracolma: 400 posti tutti occupati, già venti minuti prima dell'inizio. La platea di cronisti e critici sottolinea con applausi o risatine (nei passaggi ironici o sarcastici sul premier) i diversi momenti del documentario. E stasera ci sono red carpet e proiezione ufficiale.

Quanto a Sabina, vestita in abito ciclamino, a margine dell'incontro stampa dice la sua con la grinta che le è propria. Affermando che quello che fa Silvio Berlusconi "è eversione e colpo di Stato". Una replica dura a quanto dichiarato ieri sera, in una cena a Palazzo Grazioli, dal presidente del Consiglio: "Dittatore io? Basta accendere la tv per rendersi conto che la maggior parte delle trasmissioni, molte delle quali della tv pubblica, hanno come unico bersaglio il sottoscritto".

Parole che, ovviamente, alla Guzzanti non sono piaciute. "Ma che sta dicendo - commenta dunque dalla Croisette - lo sanno tutti come funziona la tv in Italia. Non può dire certe cose proprio a me. Per affermare questo ci vogliono i fatti che  vanno poi anche argomentati. Se lui vuole la Repubblica presidenziale è senz'altro un suo diritto, ma per averla non continui a inquinare il parlamento con i suoi fisioterapisti e sovvertendo i principi costituzionali". "Altro che - conclude la regista - questa si chiama eversione e colpo di Stato".

Ma la Guzzanti ne ha anche per il ministro della Cultura Sandro Bondi, che ha dato il suo forfait a Cannes perché offeso da Draquila. "Intanto non è che ci fosse un invito per lui" dice in tono scherzoso a inizio conferenza stampa. Poi, più seria: "Ho letto che lui non ha visto neppure il film e se lo è fatto solo raccontare. E questo mi fa provare ancora di più una profondissima vergogna della figura terribile che il nostro Paese fa all'estero grazie a questo nostro  governo".

Comunque l'attrice-regista ringrazia il ministro per la pubblicità involontaria fatta al suo film. "Mi sono detta, se sono intelligenti fanno finta di niente. Invece ci hanno fatto pubblicità gratuita. Abbiamo pensato anche di mandare a Bondi una cassa di champagne. Una cosa davvero strana questo loro comportamento perché tutto gli si può dire, ma sono sicuramente competenti in quanto a comunicazione".

Quanto alle reazioni internazionali, dai commenti post-proiezione stampa sembra che il film sia piaciuto soprattutto ai giornalisti europei. In particolare i francesi sono sembrati i più colpiti: "Siamo Paesi vicini, quello che accade oggi da voi può succederci da un momento all'altro", ha commentato un cronista. La Wild Bunch ha le vendite internazionali: troppo presto oggi per sapere se il film, al di là delle grandi polemiche di questi giorni, ha trovato distribuzione all'estero. La Francia comunque pare s



Da Il Giornale
L’ultimo delirio della Guzzanti: terremoto è colpa di Berlusconi
di Paola Setti
 

L’atto d’accusa arriva al secondo minuto: il terremoto dell’Aquila, dice la voce narrante di Sabina Guzzanti, «per Berlusconi è come se Dio gli avesse teso la mano», perché era in calo di consensi fra la «persecuzione dei magistrati» e le foto delle feste a Villa Certosa. Al minuto 93 il dado è tratto: la ricostruzione della città «è stata sacrificata per tenere alti i consensi di un uomo che deve garantire guadagni illeciti a chi lo sostiene».

Già così, «Draquila, l’Italia che trema» è roba che a confronto la tesi complottista di Michael Moore sull’11 settembre è dilettantismo. Ma è peggio di così. Perché il film che da venerdì sarà nelle sale cinematografiche lancia un altro messaggio, esplicito: il terremoto del 6 aprile 2009 si poteva prevedere, 308 vite si potevano salvare, 1600 feriti e 65mila sfollati si potevano evitare. E invece no. Invece la Protezione civile fece spallucce, signore e signori, di fronte a quel periodo sismico che precedette la scossa fatale e che avrebbe dovuto creare allarme, visto che si era verificato prima di altri due terremoti, nel 1461 e nel 1703. «Non c’è pericolo», dissero invece. Di più: il 31 marzo la commissione grandi rischi si riunì non per valutare l’opportunità di avviare una «fase precauzionale», ma solo per «mettere a tacere le preoccupazioni dei cittadini». Del resto, ed ecco il collegamento, uno dei tanti: «A quella riunione partecipò anche l’ingegner Calvi, che poi progetterà la new town».

È più che un allarme regime, questo. È molto più persino dell’imprenditore Francesco Maria Piscicelli, lo sciacallo che al telefono disse: «Non c’è un terremoto al giorno, io alle tre e mezzo di stanotte ridevo nel letto». Perché nel film quell’agghiacciante intercettazione viene riproposta in un cocktail di associazioni (meglio se a delinquere) di idee, da Massimo Ciancimino che, inascoltato nei processi, può dire al microfono di Sabina Guzzanti che il padre Vito finanziò coi soldi della mafia la berlusconiana Milano 2, ad Antonio Ingroia, il magistrato amico dei giustizialisti alla Travaglio, che segnala che «la mafia ha sempre trovato un referente politico», passando per l’altro atto d’accusa del film: la gente dell’Aquila non è stata soccorsa, ma deportata. Negli alberghi sulla costa, dove si vive «sfiancati dalla noia e dalla solitudine». Nelle tendopoli: lì si viveva da «prigionieri», c’era il «capocampo», chiaro termine fascista, e c’era pure una circolare che vietava la distribuzione di caffè e Coca cola per non eccitare le persone. E nelle casette con lo spumante e il bigliettino di auguri del premier, ma lo sapete che vanno restituite integre, con tutte le pentole e i mobili?

Hanno un bell’affannarsi loro, gli sfollati, a dire che «Berlusconi ha fatto un miracolo». È lavaggio del cervello, «i feriti sono più facili da gestire». «Non glielo avrà inculcato la tv che i container non le piacciono?» chiede la Guzzanti a una smarrita signora. E poi chi protesta c’è sempre, vogliamo parlare del signore che accusa i carabinieri di essersi messi a selezionare gli aquilani all’arrivo di Berlusconi, «dentro chi applaude, fuori chi fischia»? La verità è che la gente voleva tornare a casa, nel centro dell’Aquila, e invece è arrivato pure l’esercito per impedirglielo. Il Guido Bertolaso che s’è sgolato a spiegare che no, nessuno può rimettersi a posto la casa da solo per il semplice fatto che intorno tutto ti può crollare addosso, e che ci vorranno 12 anni per rifare il centro dell’Aquila, nel film non c’è. Del resto, vista l’inchiesta sugli appalti gonfiati del G8 all’Aquila, il capo della Protezione civile ha meno credibilità di Ciancimino. E infatti ecco «il tentativo di trasformare la Protezione civile in società per azioni», ecco la «gigantesca operazione di propaganda» sui rifiuti a Napoli, ecco i mille esempi di come il governo con la scusa della gestione delle emergenze stia scavalcando le leggi sulla qualunque in Italia, dai mondiali di nuoto alle visite pastorali del Papa. Tutto in Italia viene gestito per garantire consensi a Berlusconi, dice Sabina, che avverte: «Al prossimo calo di consensi, chissà a quale prezzo cercherà di farli risalire». Forse basterà questo film.

La Guzzanti sfila da diva e sputa veleno sull’Italia
 
 Bagno di folla festivaliera e fotografi scatenati a Cannes per Sabina Guzzanti in abito-sottoveste rosa ciclamino, che ha portato sulla Croisette il suo Draquila e ha colto l’occasione per aprire un nuovo capitolo dello scontro fra i cineasti italiani «militanti» e il governo in carica.
L’attrice e regista, il cui docufilm a Cannes è stato inserito nella sezione Séances Spéciales, ha iniziato la sua giornata al festival replicando direttamente a Silvio Berlusconi, che aveva consigliato a chi lo sospetta di essere un dittatore di accendere la tv e verificare che il bersaglio principale di tanti programmi è proprio lui. «Lo sanno tutti come funzionano le cose in tv in Italia - ha detto la Guzzanti -. Se lui vuole la Repubblica presidenziale è senz’altro un suo diritto, ma per averla non continui a inquinare il Parlamento con i suoi fisioterapisti e sovvertendo i principi costituzionali. Altro che, questa si chiama eversione e colpo di Stato». E dopo aver difeso Gianfranco Fini («chiunque dimostra come ha fatto lui rispetto per la costituzione merita a sua volta rispetto») ha anche ironizzato sul ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi, che ha dato forfait al festival proprio per prendere distanze dal suo film (e che secondo lei non era stato invitato: «mi hanno detto di non dirlo, ma io lo dico lo stesso: per lui non c’era nessun invito a Cannes»). «Mi sono detta - ha spiegato la regista -: se sono intelligenti fanno finta di niente vedendo Draquila. Invece attaccandoci ci hanno fatto solo pubblicità gratuita. Abbiamo pensato così anche di mandare a Bondi una cassa di Champagne. Una cosa davvero strana, perché tutto gli si può dire ma non che non siano competenti in quanto a comunicazione».
Un’ironia alla quale il ministro dei Beni culturali ha risposto osservando che «la vera prova di un’eventuale pubblicità si avrà con gli incassi al botteghino». Quanto all’accusa, sempre lanciata dalla Guzzanti, di aver giudicato il suo film basandosi soltanto sulle sequenze trasmesse una settimana fa ad Annozero, il ministro ha detto: «L’ho visto, l’ho visto. Non parlo di cose che non ho visto». E ieri Bondi ha fatto gli auguri a Daniele Luchetti, unico italiano in concorso con La nostra vita, e a Michelangelo Frammartino, il cui Le quattro volte è stato inserito nella Quinzaine des Realisateurs.
Quanto all’accoglienza internazionale di Draquila, che racconta gli scandali e le illegalità che secondo la Guzzanti avrebbero segnato l’inizio della ricostruzione del capoluogo abruzzese colpita dal terremoto nell’aprile dell’anno scorso, dopo la proiezione mattutina riservata alla stampa e prima di quella serale aperta al pubblico, la regista si è detta ottimista. «Il deterioramento della democrazia - ha detto - è un argomento che interessa tutte le popolazioni delle varie democrazie occidentali».


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