E la Telecom fa pagare bollette salate ai terremotati...

Una denucia di Giusi Pitari

08 Ottobre 2009   14:55  

Oggi ore 20.30: squilla il telefono a casa di mio fratello.

“Pronto è la Telecom”.

«Mi dica» rispondo.

“Sa, le volevo spiegare l’ammontare dell’ultima bolletta. La Telecom ha sospeso il pagamento delle bollette per la zona dell’Aquila, ora gliene sarà arrivata una un po’ salata, ma le spiego perché. Abbiamo verificato che dal suo telefono (sempre quello di mio fratello) sono state effettuate telefonate (più di 20 al mese) quindi ora lei deve pagare il canone dei mesi precedenti”.

Ed io, ancora calma

«Scusi ma avevate per caso comunicato che in caso di telefonate (più di 20 al mese) sarebbe scattato il pagamento del canone?»

“No signora, questa è una decisione successiva. Cioè se un telefono ha effettuato chiamate vuol dire che qualcuno in casa c’è”.

Non potete capire cosa è uscito dalla mia bocca.

«Cara signora, non vi siete chiesti se magari questa era l’unica casa agibile per intere famiglie che, avendo avuto dalla Tim solo 10 Euro e dalle altre compagnie ben 5 Euro di traffico gratuito per tutto il periodo, magari avevano bisogno di telefonare? Avete visto a chi andavano quelle telefonate? Personalmente ho solo telefonato alla Protezione Civile, per sapere il mio destino, all’Università per sapere del mio lavoro, a persone che non sapevo se fossero vive».

“Signora noi abbiamo sospeso i pagamenti per le case inagibili, la sua è agibile”.

«Come fate a saperlo?» “Perché lei ha telefonato!!”

«Ma secondo lei, cara signora Telecom dove sono quelli delle case inagibili?»

“Bè avranno una sistemazione”.

«Si signora, qui a casa di mio fratello. Comunque, sarà anche agibile, ma io ho abitato nel camper per svariati mesi, perché, cara signora sfido lei e tutta la Telecom a rientrare di notte in una casa quando la terra trema ancora forte e non si è sicuri di niente! A casa potevamo stare di giorno, con la porta aperta (per paura), magari metterci qualche volta sul divano, guardare la TV, ma non telefonare, vero? E neanche cucinare, perché il gas non c’era! Quindi magari l’agibilità non si calcola con le telefonate ma con i certificati!

Perché è un lusso che neanche noi terremotati possiamo permetterci, telefonare. Sì per la Telecom come per molti altri che non sanno, noi siamo dei fortunati, abbiamo le nostre case, siamo dentro e, quindi paghiamo!! Vergogna signora!»

A questo punto la signora non sapeva più che dire ed ha sussurrato un ”Noi ce l’abbiamo messa tutta”.

«Tutta cosa cara Telecom? Vi siete presi 240 Euro da mio fratello solo perché io sorella terremotata ho chiamato qualche volta qualcuno. E come ci volevate, sordi e muti. Grazie e si vergogni. Fate schifo! Come pensate che potevamo comunicare! Sì abbiamo persino sfruttato l’ADSL, che fortunati quelli che sono stati qui a casa di mio fratello! Hanno persino potuto controllare la posta elettronica! Sì ma per questo si paga, in una città fantasma si paga, perché più di 20 telefonate al mese dicono alla Telecom che sei vivo e, quindi, devi pagare. Grazie Telecom. Dio vi salvi!»

di Giusi Pitari

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