E' morto Saverio Borrelli, il magistrato di mani Pulite

20 Luglio 2019   21:12  

 E' morto a 89 anni a Milano Francesco Saverio Borrelli. Mezzo secolo in magistratura, da procuratore capo di Milano guidò il pool di Mani Pulite. Nel suo discorso del 12 gennaio 2002, all'apertura dell'anno giudiziario, l'invito a toghe e cittadini a 'resistere, resistere, resistere come su una irrinunciabile linea del Piave' contro le riforme della giustizia del governo Berlusconi. L'inchiesta su Tangentopoli che segnò la fine dei partiti della Prima Repubblica, ancora divide l'Italia. Mattarella lo ricorda: 'Ha servito con fedeltà la Repubblica, per l'affermazione del rispetto della legge'. Per Bobo Craxi, invece: 'Guidò un colpo di Stato, poi seppe fare un'analisi obiettiva'. Lunedì la camera ardente al tribunale di Milano.

Francesco Saverio Borrelli era nato a Napoli il 12 aprile 1930 ed è morto all'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano dove era ricoverato da un circa un paio di settimane. Lascia la moglie Maria Laura, i figli Andrea e Federica e quattro nipoti. Figlio e nipote di magistrati e a sua volta con un figlio magistrato, Borrelli, trasferitosi a Firenze, ha studiato al conservatorio (la musica, insieme alla montagna, è stata una delle sue passioni) e si è laureato in legge con una tesi su 'Sentimento e sentenza'. Relatore fu Piero Calamandrei.

Vinto il concorso nel 1955, è entrato in magistratura come giudice civile a Milano, nel palazzo dove il padre era la più alta carica. Passato dal civile al penale, ha presieduto sezioni di tribunale e di Corte d'Assise, giudicando anche le Br. Negli anni Sessanta è stato tra i fondatori della corrente di Magistratura Democratica.

Il 17 marzo 1988 Borrelli è succeduto a Mauro Gresti alla guida della Procura della Repubblica, dove dal 1983 era procuratore aggiunto. E' diventato noto con Mani Pulite, la maxi-inchiesta che ha coordinato con il vice Gerardo D'Ambrosio, collega ed amico scomparso il 30 marzo 2014 e con il quale, peraltro, si è talvolta trovato in disaccordo sui temi di politica giudiziaria. Dal 1999 al 2002 come Procuratore Generale ha difeso con fermezza il principio costituzionale della indipendenza della magistratura.

Mattarella ha espresso il proprio cordoglio per la morte di Borrelli, "magistrato di altissimo valore, impegnato per l'affermazione della supremazia e del rispetto della legge, che ha servito con fedeltà la Repubblica". 

La camera ardente si aprirà "lunedì mattina alle 9.30 nel Tribunale di Milano, nell'atrio di fronte all'Aula Magna", ha spiegato il procuratore generale di Milano Roberto Alfonso.

"Un grande capo che ha saputo anche proteggerci, un grande magistrato che ha fatto la storia di questo Paese". Sono le prime parole di Francesco Greco, capo della Procura di Milano e che faceva parte del pool 'mani pulite'. "Con la sua guida autorevole ha fondato lo spirito moderno dell'ufficio nell'intransigente rispetto dei valori di indipendenza e legalità. Il suo esempio ispira quotidianamente il nostro lavoro. Nei nostri cuori vive con orgoglio la sapienza di un uomo speciale". Così la Procura di Milano in un comunicato di Francesco Greco "piange" Borrelli. 

"Scompare un baluardo resistente a difesa e a tutela dell'indipendenza della magistratura". Così il procuratore generale di Milano Roberto Alfonso. In Procura generale, ha detto, il ricordo di lui è "vividissimo", "era sempre presente ad ogni ricorrenza" nel Tribunale milanese. Il pg Alfonso, dal punto di vista personale, ricorda soprattutto la sua "cordialità e cortesia".

 


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore