L'Ing. Domenico Recchione ha voluto essere audito in Commissione regionale, proprio come il commissario straordinario Antonella Gabini per dire le sue verità dopo le dichiarazioni del dissesto e degli stipendi esagerati suoi e dei suoi dirigenti fatti dallo stesso commissario.
E' venuto a tutelare soprattutto la sua azienda nella quale è entrato dopo aver vinto un regolare concorso pubblico nel 2004 e che dopo 10 anni lo vede come direttore generale.
Recchione di classe '47 e professionista stimato nei 10 anni vissuti da direttore dell'Ater ha dovuto render conto a diversissimi Governi regionali, dalla Giunta Pace (AN) a quella Del Turco (DS) all'attuale Chioci (PDL).
il Direttore si dice disposto anche a lavorare gratis se fosse il suo stipendio ritenuto la pietra dello scandalo, ma per lui ben altre sono le cause del deficit e non del dissesto.
Infatti il dito è puntato contro la Regione Abruzzo che negli anni ha dimezzato i ricavi dell'ATER di Chieti togliendo gran parte del patrimonio immobiliare ed assegnandolo a quella di Lanciano.
Secondo il direttore l'attuale Commissario è male informata a parlare di dissesto perchè le aziende pubbliche hanno solo dei deficit, oltretutto quello della sua Ater è strutturale, anzi dal 2003 quando è entrato ha ripianato ben 4 milioni e mezzo di debiti.
Il problema non sarebbe, quindi, l'astronomica cifra del suo stipendio, Recchione è partito nel 2004 da 5000 euro, dopo 10 anni gli scatti del suo livello danno un 89% di rivalutazione e questo fa lievitare di molto facendolo arrivare ben oltre il 324mila euro dichiarati dalla Gabini.
Le Ater sono un problema politico, 50mila voti dai quali pescare consenso, il 18% della forza elettorale della passata tornata regionale.
E' ovvio che la politica a destra come a sinistra abbia coltivato il consenso considerando gli inquilini più come elettori che non come affittuari e la cosa è andata a discapito delle casse pubbliche e degli abitanti stessi che hanno sempre avuto un tetto, ma sevizi pessimi.
Insomma un problema che Recchione rimanda al mittente non disposto a "fare da scudo" con il facile specchietto della sua retribuzione, che non smentisce, ma neanche è disposto a fare come Moretti, lui non se ne andrebbe, ma lavorerebbe gratis.
Perchè non metterlo alla prova?