EXPORT: UIL ABRUZZO, SALE MA PIL NON TIENE IL RITMO

18 Marzo 2008   12:47  

"I dati Istat sull'export delle regioni confermano la validità del settore dell'economia regionale volto all'export. L'Abruzzo ha il terzo miglior dato del Mezzogiorno, il 2% dell'export nazionale, una crescita del dato 2007 sul 2006 dell'11,8%, in linea con quello meridionale ed insulare, a fronte di una crescita inferiore del dato medio nazionale (+8)". La disamina è del segretario generale della Uil Abruzzo, Roberto Campo. "Il confronto tra questi risultati positivi relativi all'export e quelli economici complessivi - rileva però il sindacalista - mostra un andamento divergente: mentre nell'export l'Abruzzo riduce le distanze con il centro-nord, in termini economici complessivi le distanze aumentano, ed il PIL regionale non tiene nemmeno il ritmo di crescita bassissimo del PIL nazionale".

Per Roberto Campo "significa che abbiamo eccellenti grandi imprese extra-regionali insediate in Abruzzo, ma non siamo stati capaci di far crescere adeguatamente le piccole e medie imprese locali. Paghiamo l'assenza di una politica economica ed industriale regionale, il mancato riordino degli enti strumentali, il peso eccessivo della fiscalità che deprime i consumi. Se è vero che un certo numero di medie imprese è emerso come una delle poche novità positive nel panorama economico e produttivo nazionale di questi ultimi anni - prosegue il segretario Uil - l'Abruzzo manca significativamente di un plotone di medie aziende. Tra le grandi e le piccole non c'è quasi nulla in mezzo.

Per queste ragioni, il sindacato ha chiesto da tempo all'assessorato alle Attività Produttive un incontro sulle politiche regionali dell'innovazione e dell'internazionalizzazione, nell'ambito della ripresa del confronto vertenziale con la Giunta regionale, ma ad oggi la riunione non è nemmeno stata fissata. Per quanto riguarda tasse e tariffe, invece - prosegue Campo - il confronto con la Giunta si è avviato. E' necessario arrivare presto a delle intese concrete, in mancanza delle quali il sindacato dovrà adottare adeguate forme di lotta. E' evidente, infatti, che la nostra regione beneficia solo dei buoni risultati delle grandi aziende che non dipendono dalla politica regionale. Laddove invece non può che essere la politica regionale ad intervenire - osserva infine il segretario generale della Uil Abruzzo - si registra un vuoto inaccettabile".

(AGI)


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