Ecco come funziona la tv dei figuranti

Sempre più lontani dalla realtà

01 Aprile 2011   08:13  

Marina Villa, la finta terremotata, che per 300 euro si è resa disponibile ad inventare "L'Aquila ricostruita", insultare il popolo degli sfollati costretti in un albergo e a ringraziare ossequiosamente il premier, è solo l'ultimo esempio di una televisione ormai divenuta (quasi) tutta posticcia, dove più nulla è reale.

Il tubo catodico accoglie chiunque: attori, figuranti, comparse e persone vere, purchè siano utili a rendere totale lo spettacolo che andrà in onda. Altro che contorno, insomma, il pubblico in studio è il vero protagonista delle trasmissioni odierne, onnipresente giudice e pericolosamente influente sui 'colleghi' comodamente seduti sulle poltrone di casa.

Ma, forse, è arrivato il momento che tutti sappiano come funziona il meccanismo. Esistono tre categorie: le persone 'vere', che chiedono di prendere parte alla trasmissione tramite una mail o una telefonata; i figuranti, utilizzati semplicemente per far numero; i figuranti speciali, quelli che hanno facoltà di parola nel corso del programma. La prima categoria non vede il becco d'un quattrino, ma potrà gioire (eventualmente) per un'inquadratura, le altre due vengono pagate (dai 30 ai 50 euro).

La Rai ha un ufficio stampa apposito, dotato di un elenco di persone disponibili a partecipare, a rotazione, in qualità di comparse o figuranti speciali. Il pubblico di "Pomeriggio sul 2" (20 persone), ad esempio, è composto soltanto da 'speciali', pescati a inizio stagione da un mazzo di 40 prescelti.

"Quelli che il calcio", invece, accoglie soltanto umili telespettatori che fanno richiesta per passare il pomeriggio domenicale nel salottino calcistico della Ventura. L'età dei partecipanti è compresa tra i 20 e i 50 anni e vengono tutti quanti identificati (bisogna esibire un documento) prima di entrare in studio.

Molto meno spontanea, ma del tutto legittima, la scelta operata da "Annozero". Michele Santoro, infatti, cura ogni dettaglio del suo show e vuole comunicare anche attraverso la semplice inquadratura delle facce presenti, Ecco, allora, una trentina di applauditori multietnici, per dare quel tocco urbano e contemporaneo al talk. Poi, tanti universitari (la gioventù è importante) e quelli con i capelli bianchi non potranno mai ambire alle prime file.

A "Che tempo che fa", invece, vige la democrazia più totale. Tutti coloro che lo richiedono potranno entrare nello studio di Fabio Fazio, massimo 140 persone a puntata, senza alcun vincolo d'età o di provenienza. L'unico divieto è per gli indumenti di colore viola (questioni di scaramanzia).

Dalle parti di Mediaset, infine, ci si affida ad una società esterna, la Parterre S.n.c., che fornisce il pubblico per le trasmissioni milanesi della società del biscione ("Le Iene", "Verissimo", "Striscia la notizia", "Chiambretti Night", "Chi vuol essere milionario" , "Mattino 5", "Pomeriggio 5", "Domenica 5" e "Verissimo").

In ogni programma, a fine puntata, compare un numero di telefono al quale rivolgersi per partecipare, ma si può esser reclutati anche attraverso il sito della trasmissione in questione. La Parterre, quindi, può scegliere da un database con milioni di contatti. Ma attenzione! Chi si comporta male non verrà mai più visto davanti a una telecamera.

Altro che reality. E' solo fiction!

Francesco Balzano


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