Ecoexport, arriva lo stop del comune di Vasto

27 Febbraio 2019   12:26  

Le associazioni WWF Zona Frentana e Costa Teatina e Legambiente plaudono alla decisione presa dal comune di Vasto fermare l’impianto Ecoexport. Un deposito di conferimento, stoccaggio in fossa e pretrattamento dei rifiuti urbani ed assimilati che avrebbe interessato, un flusso di 45.000 tonnellate anno di combustibile da rifiuti e generato un flusso giornaliero medio di 125 ton.

 Il parere negativo del comune che ha ravvisato l’impatto negativo sulle specie e habitat presenti sul Sito di Interesse Comunitario di Punta Aderci, sollevato dalle scriventi associazioni, è un importante passo che concretizza le aspettative di un territorio che deve puntare sempre più su un’economia ambientalmente sostenibile, rispettosa della  grande ricchezza in termini di bellezza e biodiversità. Un patrimonio naturalistico che deve essere custodito gelosamente per le generazioni presenti e future che è anche al centro del nuovo sviluppo ecoturistico della Costa dei Trabocchi.

 Diverse sono state le criticità emerse nelle osservazioni fatte, sviluppate anche grazie agli esperti multidisciplinari coinvolti nell’analisi: dalla tutela della biodiversità, alla questione traffico e viabilità, alla non corretta interpretazione delle norme vigenti. Il richiamo allo stesso Piano Rifiuti regionale del 2018, che per questo genere di impianti pone un fattore limitante qualora siano posti vicino ad un Sito di Interesse Comunitario ma la stessa inutilità dell’impiano e contrasto agli stessi principi del piano. La mancanza di una giusta analisi finale del sistema ambientale nel suo complesso, ovvero l’effetto cumulo.

 “Sicuramente questo stop rappresenta un risultato positivo ed anche logico, se vogliamo, rispetto alle problematiche emerse - dichiara Giuseppe Di Marco, presidente Legambiente Abruzzo - L’importante è iniziare a discutere seriamente del futuro dell’area industriale di Punta Penna, alla luce del nuovo piano regolatore e della tanto attesa Zona Economia Speciale. Una discussione questa che non può prescindere dal valore economico, sociale ed ambientale della rete naturale protetta, del turismo sostenibile che diventa elemento centrale della Costa dei Trabocchi e di un’industria sostenibile che guarda alla qualità dei territori e alla salute dei cittadini.”

“E’ arrivato anche il momento - aggiunge Fabrizia Arduini, pres. WWF Zona Frentana - di lasciare spazio al Parco Nazionale della Costa Teatina, oggi maturo dopo 18 anni di attesa, per rilanciare l’economia e le eccellenze territoriali, per un futuro green vincente sulle sfide del clima e conservare una costa di grande bellezza che altrimenti rischia di crollare ancora sotto le colate di cemento ed il ritorno degli amanti delle trivelle.”


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore