El Shaarawy sfida il Real: il più grande mistero del calcio italiano

17 Febbraio 2016   15:13  

Baby prodigio, esploso fra Genoa e Padova, fino al Milan: poi il declino inesorabile dalle cause tutt'oggi incerte.
"Why always me"? mostrava al mondo Mario Balotelli, dopo un celebre gol nel derby contro lo United ai tempi del City. Bene, ma cosa c'entra ora Supermario? Nulla, almeno non direttamente, o forse si? Siamo a gennaio 2013, l'ex interista arriva a Milano, questa volta sponda rossonera: il Milan è alle prese con una rimonta Champions quasi impossibile, che riuscirà a completare.

Fino ad allora era stato tenuto a galla dall'appena vent'enne El Shaarawy, con la bellezza di 14 reti nel girone d'andata. Dall'arrivo di Balotelli a fine stagione, in 4 mesi, ne farà due. E poi altri 4, nei successivi due anni: cosa è successo a quel baby fenomeno è davvero difficile a dirsi. Come può un giocatore di soli vent'anni fare il fenomeno in una squadra come il Milan per 6 mesi, segnando fra Serie A, Coppa Italia e Champions League, per poi sparire senza apparenti motivi importanti? Perché il n.92 non aveva avuto infortuni, non era affatto un ragazzo con grilli per la testa, aveva la fiducia e l'amore indiscusso di dirigenza e tifosi, che orfani freschi di Thiago SIlva ed Ibrahimovic partiti nell'estate 2012 per Parigi avevano trovato in lui la nuova speranza da cui ricominciare. I problemi fisici arrivano, ma dopo: talmente tanti da far pensare a qualcosa di psicologico, come fu per Pato. Dai 40 milioni di euro che il Borussia Dortmund avrebbe sborsato nella stagione 2013/14 si passa agli appena 3 di prestito oneroso più 13 di riscatto obbligatorio del Monaco alle 25 presenze. In 2 anni una svalutazione di oltre la metà del cartellino, ed anche in Francia fallirà. Nessun gol in un campionato modesto, che vede il Psg primeggiare con 24 punti di vantaggio su tutti, con sole due reti in Europa League.

Stephan vanta però un credito, può vivere di rendita per quanto mostrato anni fa, le sue gesta sono rimaste impresse e meritano ancora una chance, quel meraviglioso stantuffo egiziano non può essersi disperso nel nulla, sebbene la storia del calcio sia piena di questi esempi di giovani fenomeni smarriti per strada. Chiama la Roma, lui risponde presente: due partite, due gol, di cui uno meraviglioso all'esordio col Frosinone. E' la scintilla che infiamma la nuova Roma di Spalletti, ora quarta e a due punti dalla zona Champions: coppa che domani porterà il Real Madrid nella città eterna, per una sfida teoricamente impossibile. Ma date alla Roma il vero El Shaarawy e nulla sarà precluso: all'orizzonte c'è Euro 2016 e l'Italia non può permettersi di perdere un talento così.


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