FUOCO INCROCIATO CONTRO IL VICESINDACO, NEANCHE LA MAGGIORANZA ACCETTA LA SUA IDEA

06 Giugno 2024   13:46  

In poche ore il vicesindaco Raffaele Daniele riceve ben due sonore bocciature, dal PD (e questo non sarebbe difficile da capire nell'ottica di opposizione), ma anche dalla sua maggioranza in un comunicato di fuoco della neo consigliera surrogata Carla Mannetti che non le manda a dire al suo compagno di maggioranza in comune.

Ma cosa ha proposto il vice di Biondi in esclusiva ad un noto blog aquilano? 
L'idea è quella, visti i lavori in Piazza Palazzo per il ripristino della stessa, di rimuovere la statua di Sallustio e di reinserire la fontana collocata in Piazza dei Gesuiti.

Pietrucci decide di pubblicare un post:

Pietrucci (PD): "Daniele Genio Incompreso del nostro tempo"
 
Al genio aquilano Raffaele Daniele viene riconosciuto a livello internazionale l’ineguagliabile talento nella sua disciplina.

Considerato uno dei massimi esponenti del conservatorismo fagnanese, negli anni tra il 2023 e il 2026 diede espressione di una genialità eccezionalmente rivoluzionaria che fu artefice della nascita di un linguaggio architettonico personale e incomparabile, difficilmente etichettabile.

Nato all’Aquila l’ultimo giorno dell’anno 1975, Daniele si dedicò in principio allo studio della giurisprudenza. Presto, però, capì che l’avvocatura stava stretta al suo geniale pensiero e fu attratto, così, dalla politica attiva. Esponente di spicco del ribelle partito dell’UDC, venne inesorabilmente rapito dal carisma dell’allora sindaco Pierluigi Biondi che lo indicò come suo vice, lasciandogli gestire le situazioni più sconvenienti.

Fascia tricolore al collo, tra un taglio del nastro e una sagra del prosciutto, Daniele si convinse che avrebbe lasciato un segno indelebile del suo passaggio nella storia dell’Aquila in ricostruzione.

 
Guidato da una visione speciale e da una particolare abilità nella gestione del volume, fece prosperare la sua facilità nel concepire gli spazi e la trasformazione dei materiali fino ad immaginare le sue opere più significative. 
 
Fallito il tentativo di chiudere col vetro i portici del centro, abortita l’idea di adornare di alberi Piazza Duomo e di disegnare un nuovo viadotto Belvedere medievale, lo spirito conservator fagnanese emerse nella sua pienezza con la bianco candida pavimentazione del centro storico che pose L’Aquila a livello delle più rinomate località balneari del Salento pugliese.
 
Non soddisfatto, il vicesindaco – oramai archistar – colorò di un bianco catarifrangente la piazza del Duomo, riuscendo nell’intento di rendere psichedelico il foro della città nelle calde giornate d’estate allorquando, tra riflessi infuocati e calore pietraceo, ipnotizza le frotte di turisti adoranti che, ancora oggi, arrivano in città per farsi fotografare con i celebri lampioni scolapasta scelti personalmente dall’artista.

Daniele, poi, intuì che doveva dare un altro tocco alla città e, col suo spirito conservatore, decise di riportare in piazza Palazzo l’antica fontana collocata in piazza dei Gesuiti, per riscoprire i tempi gloriosi dei ruggenti anni ’20 del ‘900. Fu lui stesso a seguire i lavori di smontaggio e rimontaggio della fontana, e a decidere in seguito di riportare Sallustio a casa sua, e cioè in un magazzino dell’area archeologica di Amiternum, abbandonata a sé stessa perché troppo plebea e lontana dal centro. Con lo stesso spirito, riportò l'aristocratica citade ai fasti europei con la realizzazione dei bellissimi bagni pubblici poco distanti.

Il capolavoro dell’artista, però, non può che considerarsi l’innovativo, rivoluzionario per l’epoca, viadotto strallato di Belvedere, in pieno stile conservator pescarese, rimasto incompiuto e, come tale, ancor più affascinante, cui Daniele dedicò gli ultimi anni del suo mandato di vicesindaco, investendo persino i suoi risparmi affinché le testate locali potessero, ogni giorno, dedicare infinite dirette alla sua futuribile inaugurazione, più e più volte annunciata.

Ancora oggi, quasi un secolo dopo, si attende il taglio del nastro di un'opera che, una volta conclusa, rappresenterà davvero il segno indelebile dell’artista nella storia della città.

 

La consigliera regionale si affida ad un comunicato stampa:

MANNETTI (LEGA): NO ALLO SPOSTAMENTO DELLA STATUA DI SALLUSTIO

“La statua di Sallustio posizionata in Piazza Palazzo dopo l’Unità d’Italia allo scopo di far riscoprire agli aquilani il proprio antico legame non solo con l’antica città di Amiternum, di cui Sallustio era originario, ma con la stessa Roma antica, simbolo di unità nazionale e cultura storica e identitaria, ha accompagnato la vita politica e sociale della città per oltre un secolo. Oggi, non si ravvedono ragioni storiche o culturali per un suo spostamento, al contrario appare inquietante la volontà alla base del ripristino della fontana ottocentesca eretta in epoca borbonica e sicuramente in un clima non propriamente democratico”.

Così Carla Mannetti, consigliere regionale della Lega, a proposito della ventilata ipotesi di scambiare la statua di Sallustio con la fontana monumentale di Piazza dei Gesuiti, nel centro storico dell’Aquila.

“Il vice sindaco dovrebbe abbandonare impulsi neo-spagnoleggianti che ricordano proprio la tendenza a dominare gli aquilani di quel periodo storico”, aggiunge Mannetti, “rendendosi conto che è un amministratore pubblico pro-tempore, come tutti coloro che ricoprono cariche elettive, e non un vicerè, tantomeno un urbanista di fama, e ha dunque il dovere di giustificare storicamente le sue arbitrarie scelte sull’assetto della città alla quale oramai da tempo sta dando un’impronta a proprio piacimento”.


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