Farindola, rinvenuto importante reperto archeologico romano

24 Novembre 2010   12:56  

Un pregevole anello-sigillo in oro con iscrizione è stato rinvenuto a Farindola, in località Cupoli Superiore-S. Giusta, proveniente dai resti di una villa romana, emersa durante i lavori abusivi per la costruzione di un fabbricato. L’importante reperto archeologico è stato recuperto grazie alla collaborazione del Comandante Massimiliano Di Pietro e dei Marescialli Columbaro e Lattanzio della Stazione Carabinieri di Penne, che a settembre scorso hanno coadiuvato Andrea Staffa, Funzionario della Soprintedenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo, nell’intervento di tutela a salvaguardia dei resti della villa romana.
Questa era stata in parte danneggiata perché i lavori di realizzazione del fabbricato non avevano ottenuto il parere preventivo della Soprintendenza, che aveva sequestrato il cantiere.

IL REPERTO

Il castone di anello-sigillo in oro, del diametro di 9/7 millimetri e spessore di 3, raffigura  un gambero di fiume rinvenuto proprio nell’area della villa, in particolare sul margine della grande cisterna.
L’oggetto reca sul fronte e sul retro i nomi della coppia di proprietari Iunius Auriclianus e Rectina, schiava di un Petronius, forse moglie e marito, oltre che la suggestiva immagine di un gambero di fiume. La grafia delle lettere data l’oggetto ad epoca tardo-antica (secoli IV-V d.C.), ed è  suggestivo ipotizzare che i due personaggi dell’anello  fossero i conduttori o proprietari della villa, e che forse nella grande vasca della cisterna si allevassero proprio i gamberi.
L’eccezionale reperto documenta le fasi tardoantiche di una grande villa del territorio dei Vestini, rimasta abitata sin quasi verso la fine dell’Impero Romano, ad evidente testimonianza dell’importanza anche economica di questa zona ancora in quest’epoca così tarda.


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore