Febbo (Pdl): "Difendere la provincia di Chieti senza se e senza ma"

10 Settembre 2012   13:41  

Febbo: Difendere l’intera Provincia di Chieti senza se e senza ma 

 

In una nota a firma del segretario regionale del Pd Silvio Paolucci emerge chiaramente la posizione sulla questione del riordino delle quattro province abruzzesi, creandone  due accorpando L’Aquila con Teramo e Chieti con Pescara. Una idea di rimodulazione che si allontana significativamente da quella espressa dal Senatore Giovanni Legnini durante il Consiglio Comunale straordinario chiesto e voluto dal PdL per discutere e votare un ordine del giorno condiviso dove si ribadiva la funzionalità di Chieti Capoluogo senza essere accorpata alle altre Province. Mi chiedo, quindi, se l’idea di Paolucci corrisponde ad una posizione personale o si continua ad applicare, da parte del Partito Democratico, il metodo di tenere il piede in due staffe creando confusione e sfiducia dei cittadini con ulteriore allontanamento dalla Politica??!!!!Personalmente voglio ribadire in questa nota l’importanza di continuare a lavorare sulla riforma ridisegnando la Regione Abruzzo con tre province dove Chieti mantiene il proprio territorio e la titolarità di Capoluogo visto che possiede alla lettera tutti i requisiti inseriti nel decreto della Spending review. Ribadisco fermamente che il “riordino” delle Province non è, purtroppo, una semplice revisione dei confini delle circoscrizioni provinciali ma un vero e proprio “riordino della Pubblica Amministrazione” che investe un intero territorio. Far restare alla Città di Chieti gli uffici decentrati della Prefettura, Questura, comando delle Forze dell’ordine, del lavoro ecc.. è di vitale importanza per l’intera Provincia di Chieti. Il territorio infatti è qualcosa di più complesso e sostanziale: è il contenitore attivo di una comunità organizzata in relazione ai propri bisogni ed esigenze. In più riprese ho sottolineato come questa riforma potrebbe avere effetti negati nel breve periodo ed altrettanti più devastanti nel lungo periodo. Ai più, forse, sfugge il vero senso di tale riforma. Il tema centrale non è esclusivamente difendere o salvare il titolo di Capoluogo, che sarebbe riduttivo, ma salvaguardare e continuare a garantire il ruolo e la funzione della Provincia di Chieti nell’assetto della Regione Abruzzo. Una eventuale fusione che coinvolga la provocherebbe danni incalcolabili alla Provincia di Chieti che oggi riveste il ruolo di perno rispetto ad un ampio comprensorio. Declassarla comporterebbe, a caduta, effetti negativi sui comprensori importanti dell’area Sangro-Aventino, tutto il medio e alto vastese e di tutti i centri dell’area interna. Invito tutte le forze politiche, sociali ed economiche, a non limitare la discussione intorno all’art.17 ma di analizzare attentamente tutti i 24 articoli della riforma varata dal Governo Monti, dove si evince a chiare lettere che è vitale mantenere un’organizzazione completa e funzionale a beneficio di tutto il comprensorio. Pertanto l’efficacia di questa macchina organizzativa è garantita solo ed esclusivamente mantenendo la Provincia. Voglio, ad esempio, capire cosa succederebbe, in una eventuale ipotesi di fusione con altre Province, a enti indispensabili come la Questura per la quale Chieti diventerebbe commissariato e, di conseguenza, le sedi di Lanciano e Vasto depotenziate o fortemente ridimensionate. O cosa potrebbe accadere alla Asl, oggi Lanciano – Vasto - Cheti, per la quale, in seguito ad un probabile accorpamento, avremmo uno stravolgimento nell’assetto organizzativo della nostra sanità.

 

Altro esempio, da non sottovalutare, potrebbero essere le conseguenze politiche: oggi le segreterie politiche della provincia di Chieti hanno sempre tenuto conto del peso rappresentativo di Lanciano e Vasto. In una eventuale fusione verrebbero prese in considerazione, prima di tutti, città come Montesilvano e Silvi e in caso di accorpamento a tre  Province dovremmo dare i conti anche con Teramo. 

Ecco perché mi preme far capire agli amici dei 104 Comuni della Provincia di Chieti che con eventuali fusioni, avremmo luoghi e territori come Lanciano, Atessa, l’alto Sangro, Guardiagrele, Casoli, Vasto, San Salvo, Castiglione Messer Marino e tutto il Vastese perderanno la propria autonomia e funzione costruite in decenni di sana gestione amministrativa. Infine, questi scenari potrebbe causare un ulteriore sbilanciamento economico verso la costa e queste significherebbe inevitabilmente rendere più debole le zone interne che oggi dimostrano, numeri alla mano, di avere e possedere un peso importante in termini economici e in comparti importanti come l’agricoltura, l’industria e l’artigianato. Basti pensare a cosa potrebbe accadere ad esempio all’area della Val di Sangro e al distretto della Pasta che necessita di trovare sbocchi verso la Costa del Tirreno. Non è mio desiderio lanciare idee supportate da deboli logiche di campanile, è la mia stessa storia politica che dimostra il contrario, ma portare avanti una battaglia senza se e senza ma per una strategia di sviluppo economico dell’intera, rimarco intera, Provincia di Chieti. Per tali ragioni sono fermamente convinto che, oltre al mio partito, anche il Pd e tutte le altre forze politiche debbano difendere questa posizione vitale per il futuro e la crescita di un intero territorio. Pertanto attendo una presa di posizione chiara e definitiva da parte del segretario regionale Silvio Paolucci e dal Senatore Giovanni Legnini di cui ho apprezzato l’intervento in occasione del Consiglio Comunale del 3 settembre scorso. 

 

Mauro Febbo

dirigente regionale del PDL


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