Festa degli abruzzesi nel mondo 1 - E´ il turismo la risposta al

04 Agosto 2007   11:33  
Castelvecchio Calvisio, antico borgo dell´Abruzzo aquilano, per un giorno al centro dell´attenzione, con la "Festa degli abruzzesi nel mondo" che il Cram Regione Abruzzo e la locale Amministrazione comunale hanno organizzato ieri. L´unica Festa dell´estate 2007 in cui il presidente del Cram Donato Di Matteo è riuscito a mettere insieme tutti e quattro i parlamentari abruzzesi eletti all´estero - Giuseppe Angeli, mariza Bafile, Claudio Micheloni e Antonio Razzi - che con il sindaco Dionisio Ciuffini, il giornalista-scrittore Errico Centofanti, il consigliere provinciale Fabrizio D´Alessandro e Alberto Di Giovanni, direttore del Centro scuola di lingua e cultura italiana di Toronto (Canada) hanno dato vita al dibattito "Trasformare da disastro in risorsa lo spopolamento dell´Abruzzo interno". La soluzione al problema, che ha notevolmente impoverito i nostri borghi, dove sono rimasti a vivere perlopiù anziani, ha trovato tutti concordi sull´attivazione del turismo, non solo di ritorno. "Sono anni che sentiamo parlare di recupero dei borghi ma ancora nulla: Parlamento e Regione devono lavorare di più in questo senso", ha detto Ciuffini nell´aprire i lavori, primo cittadino di un paese "spopolato - ha detto - da ogni tipo di emigrazione, anche verso le città". I saluti e l´esaltazione delle peculiarità della Provincia dell´Aquila, sono stati portati dal giovane consigliere provinciale D´Alessandro, originario della zona, da Barisciano, altro borgo incantevole delle montagne aquilane. "Sull´emigrazione si è fatto soprattutto folklore - ha detto Centofanti - basta con la solita storia che la colpa è di quelli che sono emigrati per fare soldi all´estero facendo crollare l´economia dei propri paesi d´origine. E´ vero, invece, che grazie alle rimesse dall´estero degli emigrati, centinaia e centinaia di famiglie hanno potuto sopravvivere, far studiare i propri figli e ristrutturare le proprie case, rimuovendo l´economia di borghi che non hanno nulla da invidiare, in quanto a bellezza e urbanistica, a quelli della Toscana o Umbria. Il turismo è l´unica risorsa che questi paesi hanno, ma non quello delle seconde case, che porta poco. Per lanciare questi borghi turisticamente, però, bisogna far fare formazione professionale a chi ci vive per evitare scortesia e patacche alla Totò che voleva rifilare a un emigrato italo-americano la Fontana di Trevi". "Se oggi gli emigrati anziani tornano, torneranno anche i loro discendenti, quelli nati all´estero? - è la domanda chè ha fatto Di Giovanni, abruzzese emigrato a Toronto nel dopoguerra da Roccamorice (Pe) - Torneranno se sapranno parlare l´italiano, perchè se non conosceranno la lingua verrà meno anche l´affetto per l´Italia. Se mancheranno i giovani verrà meno anche quel rapporto economico oggi vivo grazie ai nostri emigrati. "La Regione Abruzzo è un modello nella politica a favore dei giovani - ha aggiunto Di Giovanni - io stesso sono sostenuto e ogni anno porto 600 giovani italo-canadesi a studiare lingua e cultura italiana in Abruzzo, ma 600 sono pochi, ce ne vorrebbero tre o cinquemila all´anno almeno". In questo senso, secondo Di Giovanni, devono, quindi, lavorare i politici: "L´essere parlamentare è un mezzo e non un fine per raggiungere questo e altri obiettivi - ha detto ai quattro deputati il Direttore della Scuola italiana in Canada - come quello di dover dare automaticamente la cittadinanza a chi è stato costretto a chiedere quella del paese dove ha dovuto integrarsi e l´Italia gliela tolta senza nemmeno avvisarlo. Basti pensare che a Toronto ci sono 700mila italiani, tanti quanto una città come a Firenze". Anche la programmazione di Rai International, secondo Di Giovanni, è "scadente", perchè "informa su ciò che avviene in Italia senza occuparsi degli italiani all´estero, di cui nn si sa molto". (segue)

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